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VIDEO | Catania, arrestati per corruzione funzionari Anas e imprenditori

L'inchiesta è della Procura di Catania e gli arresti di oggi rappresentano uno sviluppo investigativo dell'operazione 'Buche d'Oro'

Pubblicato:18-10-2019 10:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50

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PALERMO – I finanzieri del Comando provinciale di Catania hanno eseguito una ordinanza di misure cautelari nei confronti di funzionari Anas dell’area compartimentale etnea e di imprenditori di Palermo, Caltanissetta e Agrigento. L’accusa, per tutti, è di concorso in corruzione nell’esecuzione di lavori di rifacimento di strade statali della Sicilia centrale e orientale.

L’inchiesta è della Procura di Catania e gli arresti di oggi rappresentano uno sviluppo investigativo dell‘operazione ‘Buche d’Oro’ che il 21 settembre portò all’arresto di altri tre funzionari della stessa area compartimentale Anas.

Una operazione che secondo gli inquirenti “sta portando alla luce rodati meccanismi corruttivi all’interno dell’Anas di Catania“. Gli arrestati su ordine del gip sono complessivamente otto, di cui sette ai domiciliari e uno in carcere. Con lo stesso provvedimento il giudice per le indagini preliminari ha disposto la sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per un anno a carico di un dirigente Anas.


 Secondo l’accusa le imprese ricavavano “risparmi illegittimi in accordo” con i capi centro, i capi nucleo e i Rup dell’Area tecnica compartimentale di Catania dell’Anas. Tra le pieghe dei capitolati tecnici dei lavori affidati, le imprese “scovavano ampi margini di manovra individuando lavori da non effettuare o da realizzare solo in parte”. I pubblici ufficiali coinvolti, così, “piegavano i loro poteri discrezionali di vigilanza e controllo – è la tesi degli inquirenti – orientandoli al perseguimento di scopi criminali in totale spregio degli interessi pubblici”.

Il profitto conseguito era pari al 20% dei lavori appaltati, un terzo del quale veniva assegnato dalle imprese ai dipendenti Anas corrotti.

Le indagini, portate avanti grazie anche a intercettazioni ambientali e accertamenti bancari, hanno tracciato tangenti in denaro per centinaia di migliaia di euro. Le fiamme gialle hanno trovato nelle abitazioni dei funzionari denaro contante “relativo alle più recenti mazzette incamerate” per decine di migliaia di euro.

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