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VIDEO | Pagnotta (Israelitico Roma): “Con la chiurgia la mano ritrova la sua funzionalità”

Esiti positivi per ricostruzioni da lesioni post traumatiche e oncologiche

Pubblicato:18-10-2018 15:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:41

chirurgia
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ROMA – Essere affetti da una patologia, oppure infortunarsi a una mano, vuol dire molto spesso mettere in grave pericolo la propria autonomia e capacità lavorativa. Molte le strade per risolvere il problema e restituire il più possibile la funzionalità al paziente di un arto tanto importante nella vita di tutti i giorni. Per capire meglio le novità in questo campo, ma anche i problemi riscontrati più comunemente, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato la dottoressa Alessia Pagnotta, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Chirurgia della Mano presso l’ospedale Israelitico a Roma.

– Quali sono dottoressa i traumi più comuni che si registrano a carico della mano?


“La mano è sede di numerose lesioni perchè è con essa che ci si protegge, si afferrano i taglienti in cucina o nel bricolage. Sicuramente i traumi più frequenti sono le fratture, le lussazioni, le lesioni capsulo-legamentose e le ferite lacero-contuse che ci si procurano con taglienti di qualunque tipo, da un vetro a un coltello, e che possono essere di varia profondità, identità e natura”.

– Il ricorso alla chirurgia riparativa, ricostruttiva e di salvataggio per lesioni da trauma che tipo di esiti fornisce?

“Dipende dal tipo di trauma. Oggi la chirurgia ha fatto dei progressi enormi e quindi le lesioni più semplici, correttamente trattate e riabilitate, possono dare una ‘restitutio ad integrum’ in modo che il paziente possa recuperare il completo funzionamento della mano. Traumi invece più complessi – quali subamputazioni o amputazioni, lesioni vascolari o vascolonervose – sono più complesse sia nel trattamento chirurgico che riabilitativo. Il risultato finale può non essere la completa funzionalità. Il nostro obiettivo, comunque, è sempre quello di avvicinarci al massimo della funzione”.

– Le malattie reumatiche, ma anche il tunnel carpale, colpiscono le donne in menopausa ma anche le persone più giovani. Esistono segnali per riconoscerle? Si può tentare una strada alternativa all’operazione oppure no?

“Il tunnel carpale è una patologia frequentissima e molto conosciuta. E’ una malattia che riguarda il nervo mediano che si intrappola nel canale carpale osteofibroso che si trova sul palmo della mano. I primi sintomi a cui il paziente deve fare attenzione sono il formicolio alle prime tre dita, perchè è una patologia neurologica e anche alla perdita di forza della mano. Quando questo formicolio compare di notte o di mattina, è il sintomo che deve allarmare o comunque richiamare l’attenzione del paziente che si deve recare a una visita specialistica per poi fare degli idonei approfondimenti. E’ una disfunzione che interessa molto le donne nel periodo perimenopausale ma riguarda anche gli uomini”.

– La riabilitazione che ruolo svolge nel recupero della piena funzionalità della mano?

“Per la mano è importantissimo ricevere un servizio riabilitativo perchè l’anatomia stessa dell’organo, che è piena di strutture tendinee e articolazioni molto miniaturizzate e complesse, necessita di grande attenzione. Quindi così come ci sono chirurghi dedicati alla mano esistono dei terapisti specializzati in questo campo. E’ molto importante la formazione di queste figure perchè si trovano a lavorare con un organo delicato in cui il dettaglio fa la differenza sul risultato”.

– Quali sono le nuove frontiere in chirurgia?

“La chirurgia della mano ha una bellissima parte dedicata alla microchirurgia. Le ricostruzioni più complesse anche quelle post traumatiche o post oncologiche sono spesso affidate alla microchirurgia. Oggi possiamo avvalerci dell’utilizzo del microscopio operatorio per riparare quello che prima era irreparabile perchè troppo piccolo per essere riparato o per essere ricostruito. Quindi oggi è soprattutto la microchirurgia a rappresentare la nuova frontiera”.

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