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In Italia liberate 25.000 vittime di tratta. Boschi: “Risorse vanno confermate”

Oggi si celebra la Giornata europea contro la tratta di esseri umani

Pubblicato:18-10-2017 12:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:48

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ROMA – Sono 25 mila le vittime di tratta che sono state liberate in Italia. E’ quanto emerge nel convegno promosso in occasione della Giornata europea contro la tratta di esseri umani. Le risorse destinate ai piani di contrasto a tutte le forme di schiavitù sono stati 8 milioni fino al 2015, 14,5 nel 2016, arrivando a 22,5 milioni nel 2017 con cui verranno finanziati progetti su tutto il territorio nazionale. Lo rivendica la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi: “Questo è il segnale che il governo crede in queste attività. A dicembre verrà pubblicata la graduatoria dei progetti. Ho chiesto– spiega Boschi- che in questa legge di bilancio vengano confermate le risorse e che lo stanziamento sia di durata triennale in modo che si possa impostare una programmazione di politiche adeguate”.


BOSCHI: “C’E’ ANCORA TANTO LAVORO DA FARE”

Quella di oggi, osserva Boschi, “non è una giornata di celebrazione di una vittoria perché il lavoro da fare è ancora tanto; è una sfida impegnativa, su cui si misura lo stato di salute e la democrazia del Paese”.

OGNI ANNO IN EUROPA 20MILA PERSONE ENTRANO SOTTO PROTEZIONE

Nella maggior parte dei casi le vittime sono sfruttate sessualmente, schiave del lavoro e delle economie illegali: si calcola che siano oltre 20 mila ogni anno in Europa le donne, gli uomini e i bambini che entrano nei sistemi di protezione e assistenza delle vittime.

IN ITALIA 1.000 VITTIME ALL’ANNO, SOPRATTUTTO DONNE STRANIERE

Di queste, circa mille l’anno sono in Italia: sono in gran parte donne di nazionalità straniera, in particolare nigeriane (59,4%). Il numero verde anti tratta 800290290 ha visto un aumento delle chiamate: +35% nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2016, più 80% rispetto al 2015. Il governo ha poi realizzato uno spot per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di denunciare i casi di schiavitù.

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