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Dopo i 50 anni la vita peggiora per 6 donne su 10

Otto su dieci vorrebbero ricevere maggiori informazioni su prevenzione, pericoli per la salute e possibili terapie per la menopausa. I dati della Sigo

Pubblicato:18-10-2016 13:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:11

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ROMA – La menopausa è ancora considerata una fase negativa della vita per troppe italiane. Il 61% afferma di sentirsi peggio di prima della fine del ciclo mestruale.

Il 76% lamenta un aumento di peso, il 68% presenta disturbi urinari, irritazione e secchezza vaginale. E il 31% soffre di sbalzi d’umore.

Oltre il 50% delle donne non sa che aumenta il rischio oncologico e cardiovascolare.


Otto su dieci, però, vorrebbero ricevere maggiori informazioni su prevenzione, pericoli per la salute e possibili terapie. Sono alcuni dati emersi dal sondaggio ‘Come vivi la menopausa’ condotto dalla Società italiana di Ginecologia e Ostetricia il mese scorso su 2.037 italiane d’età compresa tra i 40 e i 60 anni.

donne_meopausaI risultati sono stati presentati oggi a Roma nel corso della penultima giornata del 91° congresso della società scientifica. L’indagine fa parte della campagna ‘Menopausa Meno… Male’ lanciata dalla Sigo con l’obiettivo di aiutare a vivere questa fase della vita con maggiore consapevolezza e serenità. Il progetto è stato realizzato grazie a un educational grant di Msd.

“La menopausa non deve essere più considerata un periodo grigio e di decadenza– ha detto Paolo Scollo, presidente nazionale Sigo- L’aspettativa di vita femminile è, infatti, di 84 anni nel nostro Paese. Significa che dopo la fine della fertilità una donna ha quasi 30 anni di vita attiva di fronte a sé e almeno 15 di vita sessuale. I disturbi legati ai cambiamenti psico-fisici sono spesso sottovalutati e ritenuti, in modo errato, inevitabili. Nella maggior parte dei casi invece basta correggere gli stili di vita per migliorare i sintomi e, quando serve, ricorrere alle terapie più innovative”.

donnaHa sottolineato Enrico Vizza, segretario nazionale Sigo e presidente del Congresso di Roma: “Vogliamo promuovere a livello nazionale una nuova cultura della prevenzione e combattere vecchi stereotipi. Per esempio i chili di troppo sono una delle conseguenze più temute della menopausa, ma solo il 24% delle donne afferma di praticare regolarmente sport. Mentre il 32% sostiene di seguire una dieta regolare ed equilibrata. Anche gli esami tipici di questa fase della vita non sempre vengono scrupolosamente eseguiti. Un’italiana su tre non controlla annualmente la pressione arteriosa e il livello di colesterolo nel sangue. Il 29% non svolge ogni 24 mesi la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno”.

Secondo Giovanni Scambia, direttore del Dipartimento Tutela della Salute della Donna della Cattolica di Roma e presidente del Congresso di Roma, la menopausa è ancora vissuta come “un tabù ed è un argomento di cui si parla molto poco nel nostro Paese- ha aggiunto- Appena il 31% delle italiane riesce a comunicare i suoi problemi, dubbi e ansie con il proprio marito o partner. Una su due preferisce confidarsi con amiche e parenti. Nelle prossime settimane distribuiremo in tutti gli ambulatori di ginecologia materiale informativo. Proseguiremo poi con altre iniziative nazionali per fornire a tutte le donne gli strumenti formativi e i rimedi più adatti a preservare il benessere psico-fisico anche dopo i 50 anni”. ‘Menopausa Meno… Male’ vede la collaborazione di diverse società scientifiche come Aiom, Sie e Fondazione ‘Insieme contro il Cancro’. Si articola attraverso un sito internet dedicato www.menopausamenomale.org; distribuzione di materiale informativo; elaborazione di sondaggi e survey tra la popolazione e le società scientifiche e organizzazione di dibattiti pubblici e la formazione degli stessi ginecologi. In particolare nei prossimi mesi si terrà la prima conferenza nazionale sulla salute della donna in menopausa che riunirà ginecologi, oncologi, cardiologi, endocrinologi e medici di famiglia.

“Con la nostra campagna- ha spiegato ancora Scollo- vogliamo raggiungere anche tutti i camici bianchi che si interfacciano direttamente con le over 50. Siamo gli specialisti del benessere femminile e seguiamo le nostre assistite fin dall’inizio dell’età fertile. Possiamo quindi dare il nostro contributo affinché i vari professionisti della salute migliorino il loro approccio verso chi sta affrontando una fase complessa della vita”. Con la fine del ciclo mestruale non deve interrompersi la ‘collaborazione’ tra il ginecologo e la donna.

Ha proseguito Vizza: “Solo il 51% delle italiane però si sottopone regolarmente, almeno una volta l’anno, alla visita con lo specialista. Il nostro ruolo invece è ancora fondamentale per assicurare che il corpo femminile venga mantenuto in salute il più possibile. Possiamo interpretare i segnali, medicare tempestivamente gli eventuali piccoli disturbi ed intercettare le patologie più serie”. ‘Menopausa Meno… Male’ vuole inoltre contrastare la diffidenza sulle terapie a cui le donne possono sottoporsi. “Il 42% delle intervistate non le utilizza perché ha paura di possibili effetti collaterali. Il 35% però non ha ricevuto nessuna informazione a riguardo. Abbiamo un problema culturale da affrontare- ha concluso infine Scambia- il progetto ci aiuterà a farlo”.

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