NEWS:

IdO: “A scuola non anticipare apprendimenti e no sovraccarico di compiti”

È questo il "decreto per l'Infanzia" che Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma propone al XVI convegno nazionale su 'Il processo diagnostico nell'infanzia'

Pubblicato:18-10-2015 11:58
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:39

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

bianchi di castelbiancoNon insegnare ai bambini a leggere e scrivere a 4 o 5 anni, ma lasciare questo compito alle elementari. È questo il “decreto per l’Infanzia” che Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma propone al XVI convegno nazionale su ‘Il processo diagnostico nell’infanzia’. “In questo modo avremo meno fobie scolari e vomiti in classe– precisa lo psicologo- molti bambini, dopo la scuola materna non vogliono andare alle elementari. Abbiamo chiesto, in un’indagine condotta su persone di 25 anni, quale fu per loro il periodo più bello della vita. La risposta cadde nel silenzio. Un fatto drammatico- osserva lo psicoterapeuta dell’età evolutiva- non era l’infanzia. Gli insegnanti non devono anticipare i tempi di apprendimento sotto la spinta dei genitori. Loro hanno tutto un mondo da proporre ai bambini, che è alla base della qualità della scuola”. L’IdO ha 1.000 bambini in carico e li segue negli incontri con gli insegnanti attraverso il servizio scuola. “Bisogna collaborare, aiutare e sostenere i docenti- prosegue Castelbianco- ma non sostituirci a loro”.

Della stessa idea è Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’IdO: “La responsabilità del mondo clinico è stata di aver troppo medicalizzato i bambini, facendo perdere valore alla pedagogia. Gli insegnanti sono indiscutibilmente le persone più importanti per il bambino, e anticipare gli apprendimenti è un errore. Il bambino deve avere la sua maturazione”.

L’IdO chiede di “tornare su un modus di crescita che dica basta a far andare i bambini a 5 anni a scuola. Inoltre, se i bambini vanno a scuola alle 7 per uscire alle 16.30, non bisogna poi sovraccaricarli di compiti a casa. Dobbiamo ridare dignità al tempo del bambino- concludono- e alla sua possibilità di crescita”.


di Rachele Bombace – giornalista professionista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it