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Galimberti: “Introduciamo il licenziamento dei cattivi insegnanti”

Il filosofo da Modena lancia accuse severe al sistema scolastico italiano: "La morte del 18enne in fabbrica è il disastro del sistema scuola lavoro"

Pubblicato:18-09-2022 15:45
Ultimo aggiornamento:18-09-2022 15:45
Autore:

galimberti
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MODENA – “Sono per la scuola pubblica purché si possano licenziare gli insegnanti cattivi”. E se i professori lamentano di esser poco pagati? “Andate in un’industria dove gli operai lavorano, anche se pagati poco, ma lavorano. Introduciamo il licenziamento dei cattivi insegnanti, o gli studenti più fortunati andranno all’estero, mentre i peggiori resteranno qui, a prendere il reddito di cittadinanza. La scuola oggi al massimo istruisce, ma non educa a sentimenti e emozioni. E “fuori i genitori che fanno i sindacalisti dei figli, preoccupati solo della promozione”. Il filosofo Umberto Galimberti questa mattina a Modena, presentando la sua lezione al Festival filosofia, nel consueto stile diretto e senza fronzoli che lo caratterizza, lancia, ancora una volta, accuse severe al sistema scolastico italiano.

Alla Dire sul tema sempre più invocato delle materie STEMM, dichiara: “La scuola dalle elementari ai 18 anni deve essere di formazione, le competenze le impari dopo all’Università, come anche la scuola lavoro e poi si vede i disastri che succedono”, riferendosi alla morte del 18enne in fabbrica durante lo stage.
“Come diceva Platone si apre prima il cuore e poi la mente, ma questo non si fa e la scuola sospende i bulli invece di tenerli a scuola il doppio del tempo”, prosegue.

“La letteratura ci insegna cosa sia il dolore, l’ angoscia…e invece abbiamo riempito le scuole di computer”, incalza e sostiene che in questa lacuna di educazione emotiva gli studenti hanno perso la differenza tra corteggiare e molestare, insultare e prendere a calci un professore.


Accuse dirette al sistema scolastico italiano: “Quelli cattivi che demotivano nel nostro sistema non è previsto si licenzino, l’ Italia ha sempre pensato la scuola come un posto di lavoro per gli insegnanti e invece si deve misurare empatia”. E la narrazione in voga della didattica a distanza? Ha dato emozioni? “Emozioni zero- risponde in sala stampa- le hai se guardi in faccia” le persone.

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