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VIDEO | La filosofa Forti: “Oggi la speranza è trattare infantilmente gli umani”

Al Festival Filosofia a Modena, Carpi e Sassuolo Simona Forti ha presentato in anteprima alla stampa la sua lezione su Gunther Anders

Pubblicato:18-09-2020 12:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:54
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MODENA – Apre le porte il Festival Filosofia a Modena, Carpi e Sassuolo tra mascherine, distanze e voglia di ricominciare. E proprio di paura, speranza, “apocalisse” e fine del mondo ha parlato Simona Forti, filosofa italiana, presentando in anteprima alla stampa la sua lezione su Gunther Anders in programma a piazza Grande, a Modena. “Un filosofo poco letto e marginalizzato a dispetto di alcuni suoi tratti profetici” ha detto Forti, rimasto in ombra rispetto alla sua prima moglie Hannah Arendt, ma la sua attualita’ “rende incomprensibile questo oscuramento”. E’ il suo nichilismo ad essere particolarmente vivo e connesso a questo tempo storico: “La nostra cecita’ verso l’apocalisse” rispetto alla quale possiamo solo “ritardare la fine, frenarla, dopo aver generato- ha detto la filosofa riprendendo concetti cruciali di Anders- strumenti che hanno finito per avere una vita autonoma dall’umano, che si personificano e decidono per noi”. Alla domanda dell’agenzia Dire se ci sia spazio, in questo sistema di pensiero, per liberta’ e speranza, Simona Forti ha risposto: “La paura per Anders non deve paralizzare, deve spingere ad andare nelle piazze” anche servisse solo a ritardare la fine, mentre “la liberta’ resta costitutiva dell’essere umano e ne e’ la maledizione, non avendo predeterminazione, si e’ costretti ad essere liberi”. Sulla speranza, gli arcobaleni e una certa retorica che ha accompagnato la pandemia e che e’ stata diffusa nell’opinione pubblica la filosofa ha ricordato Immanuel Kant: “La speranza cosi’ come diffusa e’ trattare un po’ infantilmente gli umani. Dovremmo essere capaci di guardare la realta’ in faccia e non c’e’ bisogno che i fatti siano edulcorati o nascosti. Potremmo riformulare Kant dicendo ‘Osa di avere paura e spera lo stesso”. 

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