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Colpo alla pirateria tv: 23 indagati, i clienti rischiano multe fino a 25mila euro

Sequestrata e oscurata la nota piattaforma informatica Xtream Codes

Pubblicato:18-09-2019 13:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:42

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ROMA – Ventitré persone indagate, sequestrati carte di credito, conti correnti, e risorse informatiche per il web in società con sedi diversi Paesi europei, 25 le perquisizioni ancora in corso. Duro colpo della Guardia di Finanza al business della pirateria televisiva online. Oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche sono impegnati in una vasta operazione nei confronti della più importante organizzazione clandestina internazionale ideatrice e principale artefice della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento, le cosiddette IPTV (Internet Protocol Television), con la quale anche in Italia era possibile vedere in chiaro al costo di circa 12 euro al mese, tutti i canali Sky, Dazn, Mediaset Premium.

Sequestrata e oscurata la nota piattaforma informatica Xtream Codes con oltre 700 mila utenti online inibiti alla visione. Otto gli ordini europei di indagine nei confronti di una associazione a delinquere a carattere transnazionale emessi dalla Procura di Napoli ed eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria, con numerose perquisizioni in corso in Italia e all’estero per smantellare le centrali del network ed aggredirne i rilevanti proventi illeciti. L’operazione denominata ‘Black IPTV’ è stata coordinata dal procuratore di Napoli, Giovanni Melillo. Il decreto di sequestro preventivo eseguito dalle Fiamme gialle è del gip Fabio Provvisier.

Vera particolarità della presente indagine e punto più avanzato delle investigazioni in tema di IPTV illegale, come spiegato dalla Polizia postale, è stata rivelata la presenza di un soggetto ‘centrale’ per il complessivo sistema criminoso, la società di diritto bulgaro Xtream Codes Ltd., gestita dai due cittadini greci. Il ruolo ricoperto da questa Società è essenzialmente quello di mettere a disposizione dell’infrastruttura criminale i cosiddetti ‘pannelli’. Il pannello è un software di amministrazione che offre la possibilità di creare da zero il proprio servizio IPTV illegale, utilizzando un’interfaccia sicura finalizzata alla gestione dei contenuti (live stream, VOD, EPG, ecc.). E’ quindi possibile, attraverso detta Società, acquistare i pannelli sia in una versione-base, sia in una versione professionale più evoluta, che consente di porre in essere una sistema di ‘multilevel marketing’: in questo modo, chi acquista il servizio è non solo in grado di rivendere direttamente il segnale abusivo, ma anche di approntare una rete di rivenditori sotto di sé, trattenendo una percentuale dei ricavi.


GDF: PERSI 600MILA POSTI LAVORO

Secondo la Guardia di finanza sono circa 600mila le persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro in seguito alle crisi aziendali indotte dal sistema smantellato questa mattina. I dati sono stati divulgati durante una conferenza stampa nel Comando generale della Guardia di Finanza a seguito dell’operazione che ha portato alla chiusura della piattaforma informatica Xtream Codes.

GDF: CLIENTI RISCHIANO MAXI MULTE FINO A 25MILA EURO

“Ora la fase due riguarderà l’individuazione di tutti i cittadini che hanno acquistato illegalmente i pacchetti pirata. Rischiano la reclusione e una multa da 2.500 a 25mila euro. Deve essere chiaro che acquistare questi pacchetti è un reato”, ha dichiarato il colonnello Giovanni Reccia, comandante del Nucleo speciale Tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza durante la conferenza stampa al Comando generale. Nel 2018, secondo la Fapav, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali, sono stati circa 5 milioni gli italiani che hanno usufruito direttamente o indirettamente dei sistemi fraudolenti per vedere la pay tv.

VOLUME DI AFFARI DI OLTRE 2 MILIONI AL MESE

Il volume di affari stimato di oltre 2 milioni di euro al mese, 30 le Iptv bloccate in tutta Europa, con 9 centrali di smistamento del segnale in Italia. Così la Polizia postale spiega il funzionamento del sistema smantellato nelle scorse ore insieme alla Guardia di finanza, che ha portato alla chiusura della piattaforma informatica Xtream Codes che permetteva anche in Italia di vedere a prezzi ridotti i canali Sky, Dazn e Mediaset Premium e Netflix. Le indagini hanno portato all’individuazione di circa 200 tra conti PayPal, postepay, conti correnti bancari e wallet bit coin, tutt’ora oggetto di indagine. Inoltre sono stati sequestrati oltre 200 Server e 80 domini e sono state effettuate 20 perquisizioni in tutta Europa presso sedi di società e provider.

Estremamente complessa l’infrastruttura criminale smantellata dalla Gdf insieme Polizia di Stato, sia sotto il profilo organizzativo che tecnologico. Il sistema criminale per approntare, su scala internazionale, una architettura per la cattura e riproiezione così articolata, si basa su uno schema piramidale, e vede il coinvolgimento di diversi soggetti i quali, non necessariamente residenti nel medesimo Paese, né personalmente noti gli uni agli altri, si legano stabilmente per costruire i vari tasselli della struttura illecita. In pratica, come spiegato spiegato dagli investigatori delle Fiamme Gialle durante una conferenza stampa, i contenuti protetti da copyright, vengono dapprima acquistati lecitamente, come segnale satellitare, dai vertici dell’organizzazione (le c.d. “Sorgenti”). Successivamente, attraverso la predisposizione di una complessa infrastruttura tecnica ed organizzativa, vengono trasformati in dati informatici e convogliati in flussi audio/video, messi a disposizione di una fitta intelaiatura criminale, di una rete capillare di rivenditori ed utenti finali, dotati semplicemente di connessione internet domestica ed apparecchiature idonee alla ricezione, il cosiddetto “Pezzotto”, un piccolo box che il ‘cliente’ doveva installare in casa per vedere in chiaro i contenuti tv a prezzi stracciati.

POLIZIA POSTALE: DANNI A ECONOMIA PER 800 MILIONI

“Nel sentire comune si ritiene che in fondo fruire di un sistema pirata non è un crimine, al massimo si sottraggono pochi soldi ad un colosso della comunicazione. Ma se si guarda il fenomeno nella sua complessità, e non solo nel singolo utilizzo, ci si rende conto che nella realtà un intero sistema produttivo può essere messo in crisi. Le più recenti stime parlano infatti di danni per più di 800 milioni di euro”. Così la Polizia postale, in un comunicato, spiegando il funzionamento del sistema smantellato nelle scorse ore insieme alla Guardia di finanza.

POLIZIA POSTALE: CON DECODER ABUSIVI RISCHI A PRIVACY

“Non tutti considerano inoltre che l’inserimento di uno strumento quale il ‘Pezzotto’ (il decoder abusivo, ndr) posizionato all’interno delle nostre abitazioni, on line nella Wifi domestica, rappresenta l’introduzione di un potenziale ‘cavallo di troia’ all’interno di un sistema informatico. Non si può escludere, infatti, la possibilità che questo tipo di apparecchiatura possa effettuare un’intrusione nei sistemi informatici connessi o che possa spiare le nostre azioni. Amministrato da remoto dai malfattori potrebbe consentire di operare sui vari sistemi domestici di gestire il sistema di video sorveglianza, l’antifurto se non addirittura la complessa domotica di un’abitazione”, prosegue la Polizia postale, in un comunicato.

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