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Torna la caccia, WWF: Un guerra contro natura; Rifiuti, Costa: No a nuovi inceneritori

edizione del 18 settembre 2018

Pubblicato:18-09-2018 14:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:34
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TORNA CACCIA, WWF: GUERRA CONTRO NATURA

Dalle 4 di mattina della scorsa domenica è iniziata la stagione di caccia 2018, dopo sedici pre-aperture in altrettante Regioni. Il Wwf parla di una vera e propria “guerra contro la fauna d’Italia” citando numeri pesantissimi. Secondo l’associazione, infatti, visto che le specie cacciabili in Italia sono 48 – tra cui ben 19 specie di uccelli considerati dall’Unione Europea ‘in cattivo stato di conservazione’ – le licenze di caccia circa 570mila e il numero di animali che ogni cacciatore può uccidere, si stima che per ogni stagione di caccia – da settembre a gennaio – possono venire uccisi legalmente più di 400 milioni di animali. A questi numeri impressionanti vanno poi aggiunti gli animali uccisi illegalmente, compresi quelli appartenenti a specie protette, da ultimi un capovaccaio e un falco pescatore, abbattuti in Sicilia.


RIFIUTI. COSTA: NO A NUOVI INCENERITORI

“No a nuovi inceneritori. Riduzione del numero di rifiuti, degli imballaggi, dell’usa e getta, decreti sull’end of waste per poter riutilizzare i rifiuti rendendoli materia prima seconda, riciclo. Sono i nostri pilastri e stiamo lavorando ogni giorno per questo”. Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, torna sull’annosa questione della gestione del ciclo dei rifiuti. “Stiamo lavorando con gli uffici tecnici e legislativi per poter riformare la gestione dei rifiuti in Italia, ponendoci accanto a quegli enti locali interessati a realizzare finalmente un circolo virtuoso”, annuncia Costa, “mi hanno chiesto in un’intervista se sono d’accordo a costruire nuovi inceneritori. Certo che no. Anzi, presto sarà modificato l’art. 35 dello Sblocca Italia che li favorisce”.

CLIMA, SETTEMBRE CALDO NON BUONA NOTIZIA

L’ondata di caldo anomalo di settembre arriva in un 2018 che si è classificato fino ad ora in Italia come l’anno più bollente dal 1800, cioè da quando sono iniziate le rilevazioni, con una temperatura superiore di 1,49 gradi rispetto alla media storica. Così un’analisi della Coldiretti sulla base degli ultimi dati Isac Cnr relativi ai primi otto mesi dell’anno in corso. Un anno segnato anche da improvvise tempeste di vento, pioggia e ghiaccio che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola con coltivazioni distrutte, alberi abbattuti e aziende allagate, ma anche frane e smottamenti. Buone notizie solo per gli 11,6 milioni di italiani che prolungano le vacanze e caldo provvidenziale, dopo la pioggia, per il vino Made in Italy con la vendemmia in pieno svolgimento.

XYLELLA RESTERA’, ORA ULIVI RESISTENTI

La Xylella fastidiosa, il batterio trasportato da una mosca che sta seccando gli ulivi in Puglia, “ormai non è più eradicabile dalla penisola salentina”. Lo dice Pierfederico La Notte, ricercatore del Cnr di Bari. Questa “consapevolezza” è stata “già acquisita nel 2015 dall’Ue e dal servizio fitosanitario nazionale”, spiega, per cui si è passati “da una strategia di eradicazione a una strategia di contenimento”. Una soluzione arriva dai cultivar di ulivo che resistono alla Xylella, sui quali sta lavorando il Cnr. Sono “varietà che non seccano anche se colpite dalla Xylella”, come il Leccino e la ‘F17 Favolosa’. Buone notizie anche per gli ulivi centenari e millenari, irrinunciabile elemento di storia, cultura e paesaggio del Salento: innestandoli con le varietà resistenti si ottengono risultati positivi che potrebbero salvare le preziose piante.

FONDI CI SONO MA CANTIERI MOSE LANGUONO

Lo stato dei cantieri del Mose – la barriera mobile che dovrebbe salvare Venezia dall’acqua alta, in costruzione dal 2003 – “langue, sono abbastanza fermi”. Lo dice il provveditore delle opere pubbliche Roberto Linetti. Dal massimo della produzione, nel 2015, “si è sempre andati diminuendo”, spiega, e “se non si fanno stadi avanzamento è perché i cantieri non vanno avanti, e non vanno avanti perché non ci sono progettazioni”. I finanziamenti infatti “ci sono tutti e sono anche superiori ai lavori da fare”, dice il provveditore: “bastano per terminare i lavori” e “per avviare il Mose”. Intanto, però, già ora “le manutenzioni sono molto urgenti, ci sono opere fatte e immerse nell’acqua di mare, molto aggressiva. Bisogna fare le opere ma anche le manutenzioni” perché “se non si finiscono in tempo potrebbero non finire mai e la manutenzione potrebbe diventare più importante dei lavori da completare”.

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