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I viaggi dei capolavori, quando l’high tech incontra l’arte – Guarda i VIDEO e le FOTO

'Il viaggio dei capolavori - La salvaguardia delle opere durante i trasporti', questo il tema dell'appuntamento promosso dall'Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr)

Pubblicato:18-09-2015 15:55
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:33

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capolavori viaggio3Una scatola nera, proprio come quella degli aerei, a misura delle opere d’arte, in grado di registrare ogni minino movimento, vibrazione, anomalia. Quando i beni culturali incontrano l’alta tecnologia, cresce la possibilità di tutelare, ma anche valorizzare, la ricchezza del patrimonio. Già, perché se è vero che le mostre temporanee sono un valore per esperti e visitatori, è altrettanto vero che rappresentano un banco di prova per le opere, sottoposte spesso a lunghi viaggi. E proprio il trasporto dei beni culturali è al centro di un incontro in programma oggi a Milano, alla Pinacoteca di Brera (sala della Passione), alle 16.30. ‘Il viaggio dei capolavori – La salvaguardia delle opere durante i trasporti’, questo il tema dell’appuntamento promosso dall’Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) nell’ambito del ciclo di conferenze targate Expo che vedrà esperti e studiosi discutere diverse questioni che stanno dietro al prestito di un’opera, dalle procedure per la richiesta, agli aspetti assicurativi, a quelli piu’ complessi, e di volta in volta diversi, legati alla conservazione dell’opera.

SAFE ART – Un tema, quello del trasporto dei capolavori, da sempre all’attenzione dell’Iscr che con La Sapienza ha dato vita al progetto Safe Art. Fatto di esperienza nella conservazione delle opere e competenza nelle nuove tecnologie, Safe Art è in grado di monitorare tutti i parametri di rischio dovuti a variabili come microclima, vibrazioni e shock di diversa natura subiti dalle opere nelle delicate fasi di movimentazione e trasporto. “Questo progetto- spiega all’agenzia Dire Elisabetta Giani, fisico dell’Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro- ha diversi obiettivi. Il primo è stato quello di sviluppare della strumentazione che avesse dei requisiti di accuratezza tali da rendere i dati raccolti validi per poter essere analizzati e confrontati. Una modalità di trasporto ideale non esiste- tiene a dire Giani- Ogni trasporto implica un rischio e deve essere pianificato e progettato”. A oggi, Safe Art è stato testato su numerosi pezzi di grande valore storico e artistico. “Ultimamente abbiamo avuto l’onore di collaborare con il Castello Sforzesco per la movimentazione della Pietà Rondanini- ricorda l’esperta- In questa occasione siamo potuti partire dall’oggetto, con uno studio molto accurato delle sue criticità e del suo stato di conservazione. Sulla base di questo è stato possibile progettare la modalità di movimentazione in modo da ridurre al minimo i rischi legati al trasporto”.


HIGH TECH E CAPOLAVORI – Safe Art è frutto della collaborazione tra ministero dei Beni culturali e ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e coinvolge Iscr, Dipartimento di Informativa della Sapienza e WSense, una spin-off specializzata nel monitoraggio di ambienti terrestri e sottomarini con reti di sensori wireless. Il primo passo del progetto è stato lo sviluppo di data-logger, specifica Chiara Petrioli del Dipartimento Informatica della Sapienza, “piccole scatole nere che possono essere applicate sia sulla cassa esterna che in diversi punti di criticità sull’opera. Abbiamo sviluppato questi sensori usando tecnologia di punta Internet delle cose, in modo che siano a basso costo, ma anche ad altissima accuratezza, in grado di monitorare sia i parametri microclimatici, sia lo shock e le vibrazioni a cui è sottoposta l’opera durante il trasporto. Il sistema è costituito da più elementi che monitorano questi parametri in maniera sincronizzata- spiega- sono in grado di memorizzarli e trasmetterli a un server remoto che può mostrare in real time agli operatori e ai conservatori eventuali rischi a cui l’opera è sottoposta in queste fasi”.

OBIETTIVO BANCA DATI E BEST PRACTICE – Un altro obiettivo di Safe Art, aggiunge Petrioli, è “monitorare un numero elevato di trasporti, su opere eterogenee e con modalità di trasporto diverse, in maniera tale da realizzare una banca dati ed effettuare degli studi quantitativi che permettano di individuare le maggiori o minori criticità. Grazie all’apporto dell’Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro, si potranno poi definire delle best practice per il trasporto dei capolavori. Questo progetto è utile anche perché fornisce dei dati quantitativi che possono essere funzionali a prendere delle decisioni informate sulla trasportabilità delle opere”.

CONOSCERE IL RISCHIO – Ma prima di trasportare un’opera d’arte, anche seguendo tutte le accortezze del caso, è necessario valutare i rischi. “E’ così- dice Pina Fazio, conservatore dell’Iscr- Prima ancora di poter progettare il migliore sistema possibile di trasporto, va valutata la trasportabilità. Quando parliamo di opere d’arte- spiega- in un senso generale stiamo indicando un universo di oggetti che hanno ciascuno una sua materia costitutiva e ciascuno una sua storia conservativa. Per esempio, un grande cratere attico è diverso da una grande scultura romana. La ceramica, la terracotta, il bronzo, il marmo… Sono tutti materiali diversi, così come le forme e le storie conservative. Questo fa sì che esiste un numero di variabili infinito che determinano la possibilità o meno dell’oggetto di essere considerato trasportabile senza rischi, anche se questi non sono mai zero, ci sono sempre”. Sì, i rischi ci sono sempre. E la storia lo insegna. “C’è un’immagine molto nota del recupero dei Bronzi di Riace- ricorda Fazio- in cui si vedono queste sculture appena recuperate dai fondali marini, dove sono rimasti per quasi due millenni proprio perchè durante un trasporto c’è stato un evento improvviso che non ha portato a buon fine l’operazione. Dunque, i rischi ci sono sempre, ma quello che Safe Art riuscirà a mettere in atto è definire quali siano le soglie di rischio per ciascun oggetto, considerata la loro consistenza materiale e la loro storia conservativa”.

LA GARANZIA DI STATO – Tra gli argomenti che animano la tavola rotonda alla Pinacoteca di Brera, la Garanzia di Stato. Introdotta circa 10 anni fa nella legislazione, la Garanzia di Stato sostituisce l’assicurazione in caso di prestiti di opere d’arte tra Paesi e consente una riduzione dei costi per l’organizzazione delle mostre. In pratica, lo Stato si fa carico, attraverso un fondo di riserva del ministero dell’Economia, degli eventuali oneri derivanti dai danni che i beni culturali mobili, sottoposti a tutela potrebbero subire durante il trasporto o l’esposizione per mostre. A Brera il dirigente del Mibact Marica Mercalli farà un bilancio di questi primi dieci anni della State Indemnity.

di Nicoletta Di Placido

giornalista professionista

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