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Pediatria, Villani (Sip): “Più bambini con patologie croniche”

Videointervista ad Alberto Villani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip) e responsabile di pediatria generale e malattie infettive dell'Ospedale Bambino Gesù

Pubblicato:18-09-2015 15:29
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:33

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ROMA – “I bambini italiani sono cambiati perché è cambiata la società in modo profondo e radicale. A livello sanitario c’è una componente molto più grande di bambini con patologie croniche o che hanno delle complessità assistenziali, soprattutto in ambito ospedaliero ma anche extra ospedaliero”. Ne parla, in una videointervista alla Dire, Alberto Villani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip) e responsabile di pediatria generale e malattie infettive dell’Ospedale Bambino Gesù.

“Se pensiamo invece al compito di aiutare i minori a crescere sani- prosegue Villani nell’intervista- bisogna considerare le componenti sociali: si è passati da un modello familiare che in passato vedeva insieme nonni, genitori e molti bambini all’interno di una piramide ben delineata, a una piramide invertita con un solo bambino e tanti adulti. Il pediatra si trova quindi ad affrontare situazioni a 360 gradi nei confronti dei bambini con patologia o meno”.


Aumentano le problematiche legate al disagio sociale? “Sicuramente, ma c’è oggettivamente una minore conoscenza dei bambini- risponde il medico- e questo è testimoniato da tanti fattori: la scarsità di asili nido e di situazioni nelle quali i bambini possano essere accolti”.

Prima dell’estate il Bambin Gesù ha lanciato un SOS  meningiti con 1.000 nuovi casi ogni anno. Come mai questo problema e cosa fare? “In realtà- risponde ancora Alberto Villani, vicepresidente della Società italiana di pediatria intervistato dalla Dire- il numero dei casi è stazionario, ma sorprende il fatto che sia stazionario pur essendo migliorate notevolmente le condizioni socio-ambientali e disponendo di strumenti validissimi quali i vaccini, verso cui c’è ancora una inspiegabile e inspiegata diffidenza. Abbiamo la possibilità di disporre di uno strumento efficace e sicuro, ma purtroppo questo non viene usato con la serenità con cui dovrebbe essere impiegato. C’è ancora troppa diffidenza nei confronti dei vaccini. È vero che negli ultimi tempi si è un po’ aggiustato il tiro- afferma Villani- ma è bene fare una corretta informazione e spiegare bene che vaccinare i bambini significa fare un investimento sulla loro salute per tutta la vita”.

Il pediatra è il guardiano della salute dell’infanzia, come rafforzare il suo ruolo di tramite con le famiglie e allo stesso tempo rafforzare una cultura dell’infanzia? “Il pediatra da tempo assolve a questo compito sempre più complesso, perché sulle sue spalle stanno andando tante altre responsabilità. C’è una situazione nella quale sia la società ma la stessa famiglia hanno forse maggiori difficoltà nel farsi carico di quelle che sono le situazioni della crescita di un bambino. Il pediatra in questo ha un ruolo molto importante e serio, ma da solo non basta. Come Sip- sottolinea Villani- ci siamo resi conto che i pediatri non bastano, non sono sufficienti. C’è bisogno di una complicità da parte dei giornalisti, della società, occorre un coinvolgimento a 360 gradi. La Società italiana di pediatria sta cercando di sensibilizzare le istituzioni e tutti coloro che ruotano intorno al bambino attraverso una grande iniziativa: ‘Gli Stati generali della pediatria’, il 19 novembre in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia”.

Si parla sempre più di diagnosi precoce, qual è il ruolo del pediatra in questo ambito? “Molto importante il rapporto che si instaura tra la famiglia e il pediatra- risponde ancora Alberto Villani, vicepresidente della Società italiana di pediatria nell’intervista rilasciata alla Dire- e noi possiamo essere di grande aiuto ascoltando i genitori. Il pediatra ha gli strumenti e le conoscenze per poter intercettare in tempo le situazioni sul piano neurocomportamentale, ma anche per qualsiasi altro tipo di patologia. Al di là degli strumenti consolidati, come gli screening neonatali che consentono di arrivare a scoprire prima ancora che un bambino nasca o alla nascita se ci sono dei problemi, il controllo che il pediatra opera nei confronti del bambino nel corso della sua crescita gli consente di verificare quello che sta accadendo. Se ci sono dei problemi intercettarli e cercare di porvi rimedio”.

Quali sono le problematiche maggiori che riscontra in età pediatrica? “Sicuramente le patologie assistenziali complesse e l’emergenza neuropsichiatrica sono da considerare gli aspetti più caldi e più importanti- conclude Villani- nell’assistenza pediatrica in questo momento”.

di Rachele Bombace

giornalista professionista

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