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Medici da Cuba per supportare la sanità calabrese. Occhiuto: “Affrontiamo con serenità prossimi step per migliorarla”

Critiche dallo Smi: "Non è questa la soluzione. Bisogna superare la logica dell’emergenza e programmare una seria politica sanitaria regionale"

Pubblicato:18-08-2022 15:12
Ultimo aggiornamento:18-08-2022 15:12
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REGGIO CALABRIA – Ieri a Roma, all’Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia, la firma tra il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e la società dei medici cubani, per l’accordo che determinerà fornitura di servizi medici e sanitari sul territorio regionale. “Il governo caraibico – le parole di Occhiuto a margine della sottoscrizione – puó mettere a nostra disposizione 497 medici con diverse specializzazioni”. E così il governo regionale potrà ricorrere ad operatori sanitari provenienti da Cuba “fino a quando non saranno espletati con esiti positivi tutti i concorsi “.

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I primi medici che arriveranno a settembre, dando il via alla fase sperimentale della collaborazione, saranno quelli che conoscono e parlano l’italiano. “Gli altri – spiega Occhiuto – prima di prendere servizio, faranno corsi intensivi per apprendere presto e bene la nostra lingua. Ad ogni modo, i medici cubani saranno sempre affiancati dai nostri operatori sanitari”. La trattativa che ha portato all’accordo risale a mesi fa e dalla Cittadella regionale si è deciso di mantenerla “riservata” anche perché “altre istituzioni pubbliche e private – ancora Occhiuto – stavano esplorando con insistenza la stessa strada”. “Il risultato raggiunto – conclude il presidente della Regione, soddisfatto per la firma – ci ripaga del lavoro fatto e ci consente di affrontare con maggior serenità i prossimi step per risanare e migliorare sempre più la nostra sanità regionale”.

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Tanti i commenti positivi alla stipula di ieri, ma anche le critiche. Su tutte quella del Sindacato medici italiani per il quale l’accordo “non è la soluzione per la sanità calabrese”. Per Cosmo De Matteis, presidente nazionale emerito dello Smi, ci sono da affrontare questioni strutturali legate al settore sanitario in Calabria “per rispondere al bisogno di salute dei cittadini”. “Siamo dinnanzi – sostiene – all’assenza di una programmazione sanitaria che tenga conto dell’esigenze della popolazione. I medici e pazienti calabresi continuano ad emigrare al Nord perché non vi sono i presupposti e le condizioni per curarsi e lavorare in sanità nella nostra regione”. Dallo Smi poi l’appello perché si faccia chiarezza sul debito contratto dalla sanità e sulle cause della fuga della regione di medici del pronto soccorsi e dall’altre specialità sanitarie. “Bisogna superare la logica dell’emergenza e – rimarca De Matteis – programmare una seria politica sanitaria regionale per assicurare il diritto alla salute a tutti i cittadini”.

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