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Cpo lancia un appello per l’Afghanistan: “Dateci la possibilità di supportare donne e bambini”

Documento sottoscritto dalla Commissione regionale pari opportunità, presieduta da Maria Lina Vitturini. Anche alla Regione viene chiesto, nell’ambito delle sue competenze, un intervento forte e deciso

Pubblicato:18-08-2021 16:07
Ultimo aggiornamento:18-08-2021 16:07
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Nella foto l’Ufficio di Presidenza della Cpo (la Presidente Maria Lina Vitturini , le Vicepresidenti Maria Antonietta Lupi e Valentina Ugolinelli)
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ANCONA – “Conosciamo ormai la portata devastante sui diritti civili, sociali, di cittadinanza e umani che seguiranno l’instaurazione del regime talebano e si prevedono effetti ancora più efferati su tutte e tutti coloro che negli ultimi vent’anni hanno collaborato con l’Occidente”. Parte da questa premessa il documento sottoscritto dalla Commissione regionale pari opportunità, presieduta da Maria Lina Vitturini, che pone al centro dell’attenzione soprattutto la particolare esposizione delle donne e delle bambine afgane, considerate proprietà privata degli uomini e “bottino di guerra”.

La Cpo si associa all’appello della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità, che esorta ad attivare tutti gli strumenti istituzionali, politici, diplomatici per un piano di corridoi umanitari e di accoglienza che limiti la crisi in atto.

La comunità internazionale – si legge nel documento –  deve assumersi l’impegno di impedire la violazione dei diritti e delle libertà fondamentali, in parte e faticosamente conquistati negli ultimi 20 anni, nonostante le rassicurazioni del nuovo regime, poco credibili se rapportate ai fatti”.


Dopo aver fatto riferimento a quanto dichiarato, in questo senso, dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres e dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, viene chiesto anche al governo della Regione Marche, nell’ambito delle sue competenze “un impegno forte affinché questo appello abbia la giusta considerazione e in modo che alla Commissione pari opportunità vengano forniti gli strumenti per prendere in carico direttamente la questione a livello regionale, ponendola  come punto di riferimento per tutte le associazioni che intendono dare supporto a donne, bambine e bambini afgani nelle Marche, offrendo condivisione progettuale, coordinamento di rete, ma anche collaborazione attiva”.

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