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Coronavirus, Coldiretti: “Tamponi all’arrivo anche ai lavoratori stranieri”

Per salvare 2 miliardi di chili di mele e primato mondiale vendemmia

Pubblicato:18-08-2020 09:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:46
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ROMA – “Estendere i tamponi all’arrivo in Italia anche lavoratori nei campi provenienti dall’estero per consentire la raccolta dei 2 miliardi di chili di mele sugli alberi appena iniziata come pure la vendemmia per la quale si stima in Italia una produzione di vino Made in Italy attorno ai 45 milioni di ettolitri in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno con il testa a testa con i cugini francesi per il primato mondiale”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che in Trentino Alto Adige dove si produce circa la metà delle mele italiane è stato dato il via libera anche ai test sui lavoratori nei campi provenienti dall’estero, che potranno partecipare da subito alle attività di raccolta della frutta e dell’uva messi a rischio dalla mancanza di manodopera qualificata per il blocco delle frontiere per il rischio Covid. In questo modo i lavoratori stranieri che superano il test potranno svolgere le attività di raccolta con la Coldiretti, che ha avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica.

“Una esperienza che- sottolinea la Coldiretti- va estesa a tutte le regioni per consentire le attività di raccolta nel rispetto di tutte le garanzia di sicurezza. Da nord a sud della Penisola la vendemmia parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che prosegue a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale ed un impiego di circa 180mila lavoratori stagionali attivando un motore economico che vale almeno 11 miliardi”. 

Ma per salvare le produzioni Made in Italy “occorre soprattutto dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’”, avverte Coldiretti. Un provvedimento “che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”. Ciò detto, “l’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia”, afferma il presidente la Coldiretti Ettore Prandini, “bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa considerato il periodo di crisi”.


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