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Prelevamento lodigiano, l’avvocata di mamma Deborah: “La comunità non riavvicina un figlio a un padre”

"Questo papà ha chiesto la condanna di suo figlio alla privazione della presenza materna e della sorella"

Pubblicato:18-07-2022 11:02
Ultimo aggiornamento:18-07-2022 12:02
Autore:

lodigiano
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ROMA – “Il padre e i suoi legali hanno chiesto per il minore la comunità a qualsiasi costo, nonostante il bimbo fosse felice con la sua mamma e sua sorella e non manifestasse alcun disagio. Non si capisce come possano pensare che questa soluzione violenta e dannosa possa riavvicinare il figlio al padre. È purtroppo l’ennesima dimostrazione della non capacità del padre di gestire la conflittualità”. Così Donatella Bussolati, avvocata di mamma Deborah – alla quale è stato tolto il figlio con un prelevamento coatto nel lodigiano deciso dal tribunale per collocarlo in una casa famiglia – commenta la replica diffusa dai legali del papà.

“Nonostante sia la comunità scientifica che l’orientamento giurisprudenziale prevalente e più recente definiscano ascientifica la Pas – riservando gli allontanamenti come extrema ratio nei casi di violenze e abusi – e ritengano l’intervento delle forze dell’ordine nei prelevamenti contrario a uno stato di diritto- aggiunge l’avvocata- questo papà ha chiesto la condanna di suo figlio alla privazione della presenza materna e della sorella. Questo non è capacità di amare“, conclude.


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