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James Blunt fa ballare e innamorare l’Auditorium: “The Afterlove Tour” a Roma

Ieri il cantante britannico protagonista del Roma Summer Fest

Pubblicato:18-07-2018 14:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:23

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ROMA – James Blunt arriva a Roma e lo fa portando con sé romanticismo e buonumore. L’artista inglese che nel corso della sua carriera ha venduto oltre 30 milioni di dischi tra album e singoli, ieri è stato protagonista del Roma Summer Fest con un concerto che ha fatto sognare e cantare il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica. Nell’ultima tappa del suo “The Afterlove Tour”, il cantante britannico ha interpretato ballad e successi pop, commuovendo e facendo ballare gli spettatori perché: “Durante le canzoni romantiche vi concedo di stare seduti, ma poi voglio vedervi in piedi scatenati”. E così è stato: si parte con “Heart To Heart “, per passare alla dolcissima “Time of our lives”. Dall’ultimo album ‘The Afterlove‘, che da il titolo al suo tour, è invece tratta “Make me better”, composta insieme a Ed Sheeran e Johnny McDaid: “L’ho scritta per mia moglie, si lamentava del fatto che tra i miei brani non ce ne fosse uno scritto per lei”. C’è spazio anche per un ‘momento politico’ con “Someone singing alone”, che Blunt rivela al suo pubblico aver dedicato a Donald Trump: “Ma non ditelo a nessuno, è un segreto”.














E così il cantante britannico ‘trasforma le guerre in canzoni’ e dalle immagini dei bombardamenti in Siria torna all’amore, suo cavallo di battaglia. L’amore intenso, difficile, che fa sognare, che inizia e che finisce. L’amore che ci porta a lottare contro noi stessi e a volte a chiedere addirittura aiuto all’altro, per evitare che la parte ‘sbagliata’ che abbiamo dentro prenda il sopravvento e mandi all’aria la cosa più preziosa mai avuta. E’ così che parte “Same mistake”, tra le luci dei cellulari che illuminano l’arena trasformando l’Auditorium in un cielo stellato e facendo inumidire gli occhi lucidi di alcuni spettatori.


Intanto Blunt passa con nonchalance dalla chitarra al piano senza sbagliare un accordo o una nota, per cantare l’amore ormai finito, ma unico e indimenticabile, di “Goodbye my lover”, e poi passare ai ritmi decisamente più pop-disco di “Ok” (realizzata con Robin Schulz) e “Stay tonight”.

Il pubblico allora si alza in piedi e corre sotto il palco incitato da Blunt che si scatena, finendo cpl ‘surfare’ sul pianoforte. Per giungere al finale da ‘fuochi d’artificio’ di “Bonfire heart”. Nel mezzo, nonostante le dichiarazioni opposte di Blunt che scherzando dice: “Non canterò quella canzone mi dispiace, ormai è troppo tardi per avere i soldi indietro”, l’immancabile “You’re beautiful”, il brano che lo ha portato al successo internazionale, “1973”, “Beautiful dawn” e tanti altri successi che hanno regalato agli spettatori un’emozione degna di essere vissuta.

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