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Rossi all’attacco di Renzi: “Va superato a sinistra”

VENEZIA - "Non è tempo di politiche di centro",

Pubblicato:18-07-2016 09:57
Ultimo aggiornamento:18-07-2016 09:57

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rossiVENEZIA – “Non è tempo di politiche di centro”, il Partito democratico deve ritrovare la sua identità guardando a sinistra, compiendo una “rivoluzione socialista” per tornare ad ascoltare i militanti e sviluppare la capacità di fare “critica allo stato di cose esistenti, perché così come sono non vanno bene”: lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, presentando il suo libro ‘Rivoluzione socialista’, una sorta di manifesto programmatico, ieri sera alla Festa dell’Unità di Dolo (Venezia).

“IL RENZISMO VA SUPERATO”

“Io non sono renziano, ho votato Cuperlo”, ha continuato Rossi, ma è certo che “Renzi ha rotto con il passato” in un momento in cui “c’era necessità di rinnovamento, perché lo stesso gruppo dirigente aveva governato il partito dal 1994 ed eravamo ad un punto morto”. Ora però “il renzismo va superato”, ha sottolineato, convinto che il Pd si sia indebolito soprattutto nella classe medio bassa, ovvero nelle fila di chi ha sofferto di più la crisi. “Gli operai Elettrolux ora votano Lega e bisogna riportarli a votare per noi”, ha spiegato il governatore, invitando Renzi a convocare ogni 10-15 giorni un direttivo con i rappresentanti delle diverse correnti interne al Pd, per fare il punto ed evitare scontri aperti che finiscono per danneggiare il Paese ed il partito stesso.

“Se uno è un vero leader non ha problemi a confrontarsi”, ha chiarito Rossi, non risparmiando qualche stoccata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, criticato soprattutto per il suo procedere senza consultare le parti. Come nel caso della ‘Buona scuola’, ad esempio, per cui “magari sentire cos’avevano da dire gli insegnanti iscritti al partito” sarebbe stata una buona idea.


Il Pd che vuole Rossi, infatti, è un partito “con un’identità ben definita”, lontano da “l’allargamento a destra” deciso da Renzi, impegnato per “la ridistribuzione della ricchezza”, che valorizza “i sindacati e le associazioni di categoria”, permettendo ai militanti di dire la loro anche in ambito programmatico. Anche perché, “un partito che dialoga è un partito che si arricchisce”.

La rottamazione, ha detto il presidente della Regione Toscana, “va usata contro i banchieri e contro il capitalismo che provoca differenze esagerate e non produce avanzamento sociale. Ci vuole una società più giusta e più inclusiva”, insomma.

Qualcosa, comunque, Renzi ha fatto: “Sempre meglio del precedente governo Monti, che con Bersani noi appoggiavamo”. Ma non è abbastanza. Puntare su una detassazione generalizzata non è la strada corretta, bisogna invece studiare interventi mirati, investimenti pubblici anche sostanziosi che diano un “supporto forte e selezionato alle imprese private” che lo meritano. I bonus come quello degli 80 euro in busta paga o i 500 euro ai diciottenni, sono mosse populistiche che non servono a nulla.

“Mettere mano alle pensioni d’oro e riaprire ad assunzioni mirate nella pubblica amministrazione”, invece, avrebbe effetti concreti e, soprattutto, sarebbe un segnale forte del cambio di direzione di cui questo Paese ha bisogno.

“Mi candido alla segreteria del Pd come terzietà, né renziano né anti renziano”, ha concluso Rossi, promettendo: “Se vinco faccio il segretario full time per 4 anni”.

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