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Bonaccini: “Preoccupa la situazione in Gran Bretagna, ma in Emilia-Romagna pochi casi di variante Delta”

Il governatore punta a superare l'obiettivo del 70% di immuni entro l'estate, ma invita ancora alla prudenza

Pubblicato:18-06-2021 15:29
Ultimo aggiornamento:18-06-2021 15:29
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stefano bonaccini
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BOLOGNA – “Se uno guarda quello che sta succedendo in Gran Bretagna qualche preoccupazione rimane. Devo dire che qui i casi di variante Delta non sono tantissimi, li stiamo monitorando. Speriamo che rimangano casi molto isolati e limitati”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, oggi al Rizzoli di Bologna per il 125esimo anniversario dell’istituto ortopedico. Proprio per fronteggiare al meglio le varianti del Covid la Regione sta pensando di potenziare il sequenziamento nei laboratori del sistema sanitario regionale. “Stiamo dentro un ragionamento più nazionale ovviamente- spiega in proposito l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini- ma per quanto riguarda il nostro centro di riferimento regionale di microbiologia di Pievesestina sia per quanto riguarda il Sant’Orsola valutiamo la possibilità di aumentare le potenzialità del sequenziamento”.

“IN EMILIA-ROMAGNA TRE MILIONI DI IMMUNI ENTRO L’ESTATE”

“Da molte parti si dice che col 70% di quelli che si possono vaccinare si arriva all’immunità di gregge, noi vogliamo andare un po’ oltre e superare i tre milioni di qui alla fine dell’estate”. Sposta il traguardo un po’ più in là Stefano Bonaccini, alla luce del buon ritmo (45.000 dosi anche ieri) assunto dalla campagna vaccinale in Emilia-Romagna. Bonaccini ne parla arrivando all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna per la presentazione degli eventi in occasione dei 125 anni dello Ior. E l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, torna ad assicurare: “Faremo un’azione di persuasione nei confronti di coloro che non hanno voluto vaccinarsi e che magari confrontandosi col loro medico di medicina generale o col loro farmacista potranno trovare nel rapporto fiduciario che hanno con loro le ragioni per poterlo fare”.

Oltre a ciò, “a giorni” si delineerà la campagna di comunicazione sui media a favore del vaccino anti-Covid. Per quanto riguarda invece le vaccinazioni eterologhe (Pfizer o Moderna dopo una prima dose di AstraZeneca) per gli under 60 “sono temi che devono essere tolti dall’aleatorietà del dibattito politico e del pronunciamento un po’ a macchia di leopardo”, sottolinea l’assessore. “Abbiamo un Governo, un ministero della Salute che ha espresso questa modalità di vaccinazione”, cioè appunto il mix vaccinale, “sulla base di un pronunciamento del comitato tecnico-scientifico e Aifa lo ha certificato. Non possiamo che adeguarci alle autorità italiane, per fortuna da noi la casistica è molto limitata”. Si tratta di poco meno di 40.000 casi senza per ora segnalazioni di rifiuto.


“PRESTO VIA LE MASCHERINE, MA ORA RISPETTO REGOLE”

Stefano Bonaccini invita gli emiliano-romagnoli a “continuare a rispettare le regole” anti-Covid, anche se presto si potranno togliere le mascherine all’aperto. “Penso che presto all’aperto, da quello che leggo, le mascherine potranno essere tolte da una decisione del Governo, la responsabilità e i sacrifici a cui siamo stati costretti stanno pagando, insieme al vaccino”, dice il presidente regionali, oggi al Rizzoli di Bologna per i 125 anni dalla nascita dell’istituto ortopedico. A margine della giornata Bonaccini elenca i numeri in discesa della pandemia e in salita delle vaccinazioni. Certo il numero delle vittime “fino a che non sarà zero permanente non ci lascerà tranquilli”.

Per quanto riguarda il green pass “credo sia uno strumento utile, l’ho sempre detto- ricorda Bonaccini- perché si possa viaggiare e garantire il massimo di presenza per le vacanze in piena sicurezza. Le strutture ricettive di questa regione dicono che le prenotazioni sono tante e ci auguriamo in cui uno dei settori più drammaticamente colpito, il turismo, possa ripartire e il meglio possibile”.

Sull’addio alle mascherine almeno all’aperto l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, diffida del braccio di ferro politico e si affida invece totalmente al via libera degli scienziati. “Quando la comunità scientifica riterrà opportuno promuovere questo provvedimento, perché il livello di immunizzazione sarà elevato e l’incidenza dei casi sarà diminuita, sarò felice di adeguarmi. Ma tendo ad affidarmi alla comunità scientifica e non al dibattito politico”, sottolinea Donini.

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