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Sami (Unhcr): “Il mondo ricco fermi le guerre, siamo a quota 82,4 milioni di rifugiati”

La portavoce alla Dire: "8 su 10 cercano scampo nei Paesi del sud"

Pubblicato:18-06-2021 14:33
Ultimo aggiornamento:18-06-2021 14:33

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ROMA – “Da dieci anni a questa parte, le persone che fuggono dalle loro case continuano ad aumentare: siamo ormai a quota 82,4 milioni. I leader mondiali devono fare di più per fermare conflitti e persecuzioni, che invece di risolversi continuano a crescere”. Questo l’allarme che Carlotta Sami, portavoce dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), affida all’agenzia Dire a margine della presentazione del report statistico ‘Global Trends 2020′ sulle migrazioni forzate nel mondo, a due giorni dalla Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra domenica. Se i rifugiati nel mondo hanno superato la popolazione dell’Italia, Sami denuncia d’altro canto un’altra tendenza preoccupante: “L’86% di queste persone trova rifugio nei Paesi più poveri, nel sud del mondo”. Ancora, la portavoce dell’agenzia Onu chiama in causa le responsabilità dei Paesi sviluppati: “Devono supportare quegli Stati che così generosamente ospitano i rifugiati”.

Nel corso della conferenza stampa emergono altri numeri allarmanti a conferma di quanto illustra Sami: nel 2020, come effetto delle restrizioni poste dalla pandemia, il numero delle richieste d’asilo è crollato del 45%, passando da 2 milioni a 1,2 milioni. I Paesi che ne accettano di più sono Stati Uniti, Germania e Spagna. Quelli da cui provengono più rifugiati sono invece Venezuela, Afghanistan e Siria. Colpisce invece che Stati come Kenya, Costa d’Avorio, Uzbekistan, Kazakistan e Ucraina nel 2020 siano in testa per riforme di legge che hanno cercato di risolvere il problema dell’apolidia, ossia l’assenza di cittadinanza. Sono almeno 4,2 milioni le persone apolidi nel mondo, un dato che però secondo Unhcr potrebbe essere sottostimato.

 Il fatto che la maggior parte dei rifugiati non raggiunga l’Europa però, secondo Sami, “deve spingerci a una riflessione” diventando “un’opportunità”: ecco perché “abbiamo indetto la campagna Insieme possiamo fare la differenza – Together we can do anything“, con cui Unhcr vuole evidenziare il potere dell’inclusione dei rifugiati nei vari ambiti della società attraverso un ricco programma di eventi ed iniziative. In questo senso, quattro anni fa, Unhcr ha lanciato il Progetto Welcome – Working for Refugee Integration che, attraverso percorsi di formazione e di inserimento in azienda per i giovani rifugiati, ha permesso di includere lavorativamente 3.500 ragazzi, grazie alla partecipazione di 300 imprese in tutta Italia.


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