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Hong Kong, il piano di Taiwan per accogliere i rifugiati politici

Con case e lavoro per gli esponenti del movimento anti-cinese

Pubblicato:18-06-2020 12:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:31

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ROMA – Le autorita’ di Taiwan sono pronte ad accogliere i richiedenti asilo provenienti da Hong Kong, offrendo loro non solo lo status di rifugiato ma anche sostegno economico per le necessita’ essenziali. Ad annunciarlo Chen Ming-tong, a capo del Consiglio per gli affari con la madrepatria, organismo istituito nel 2010 per gestire i rapporti tra l’isola autonoma e la Cina. L’iniziativa, ha spiegato Chen Ming-tong, rispondera’ all’esigenza degli abitanti di Hong Kong di sfuggire a persecuzioni perche’ hanno preso parte alle manifestazioni anti-cinesi dell’ultimo anno o perche’ hanno espresso idee critiche nei confronti di Pechino e del governo di Hong Kong. Attraverso fondi pubblici e in collaborazione con le organizzazioni per i diritti umani, si forniranno alloggi, assistenza per accedere al lavoro e altre forme di protezione. “Chiunque fugge da Hong Kong per ragioni politiche potra’ accedere a questo piano” ha assicurato Chen Ming-tong, senza tuttavia specificare quante richieste d’asilo siano gia’ state ricevute dai cittadini di Hong Kong. 

Dall’inizio di una nuova ondata di proteste a giugno 2019 per chiedere maggiore autonomia da Pechino, il movimento per la democrazia ha denunciato violenze e arresti arbitrari a danno dei manifestanti e dei militanti. Ieri, l’avvocato e difensore per i diritti umani Yu Wensheng e’ stato condannato a quattro anni di reclusione per “incitazione ad atti sovversivi”. A riferirlo il partito d’opposizione Demosisto, il cui leader Joshua Wong ha preferito trasferirsi all’estero per timore del carcere. Lunedi’, una folla di manifestanti si e’ riunita per ricordare ‘The Raincoat Man‘, l’uomo con l’impermeabile giallo che era salito sul tetto del Pacific Place per protestare contro la legge sull’estradizione e che, dopo l’intervento della polizia, era precipitato in strada perdendo cosi’ la vita. Di recente i cortei sono ripresi per contestare un disegno di legge con cui la Cina vuole riformare le norme sulla sicurezza nazionale, che secondo gli attivisti servira’ a imbavagliare il dissenso con arresti e condanne


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