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VIDEO | Università, alla Cusano seminario su produzioni e programmi tv Rai

All’Università Niccolò Cusano si parla di budget, pianificazione economica, programmazione e palinsesti

Pubblicato:18-06-2019 16:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:25
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ROMA – Giovani, mezzi di comunicazione e “mondo che sta cambiando”. Si dice “molto preoccupato” Massimo Lavatore, vicedirettore di RaiDue, perché “i ragazzi non guardano la televisione, non leggono i giornali, non vanno al cinema e non comprano libri”. Senza passione verso “quei mass media, quelle società o quelle case editrici che poi dovrebbero assumerli. Non si capisce cosa faranno”. È chiaro, ha spiegato il vicedirettore Rai all’agenzia Dire, che “la Tv di flusso, quella tradizionale, può interessare persone di una certa età ma sicuramente non attrae più i giovani”. E quale può essere il veicolo per attrarli nuovamente verso ‘mamma Rai’? Raiplay, ha risposto Lavatore, “una piattaforma che consente di vedere quando si vuole, dove si vuole, con qualsiasi devices, i prodotti della Rai che, per chi non li conosce, alcuni possono essere noiosi, ma tantissimi sono interessanti, soprattutto per il pubblico giovane. Ve lo garantisco”, ha ribadito Lavatore. Inizia così il pomeriggio all’Università Niccolò Cusano dove si parla di budget e pianificazione economica, programmazione, strutture organizzative, palinsesti e garanzie primaverili e autunnali.

Sono molti e complessi i processi di produzione dei programmi televisivi che oggi gli studenti dell’UniCusano hanno ascoltato e appreso da diversi esponenti del mondo Rai. Si è svolto oggi, infatti, il seminario di approfondimento ‘Il processo di produzione dei programmi televisivi Rai’ presso l’Università Niccolò Cusano di Roma, nell’ambito del corso di Organizzazione aziendale a cura del docente Marco Valeri. Gli obiettivi sono molteplici, in primis il seminario si è svolto perché, come ha ricordato, all’agenzia Dire, Fabio Fortuna, Magnifico Rettore dell’Università Niccolò Cusano, “la comunicazione è fondamentale”.

Sapere cosa sia “un palinsesto o come si costruisce un programma, sono cose che gli studenti non conoscono” ma che devono conoscere. E soprattutto seminari di questo tipo si propongono di “dare la possibilità agli studenti di interagire con degli attori privilegiati nei processi di produzione televisiva. Per capire meglio come questi processi, applicati a un settore particolare come quello televisivo, richiedano di particolari accorgimenti sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo”, ha aggiunto il preside della Facoltà di Economia, Mario Risso.


Proporre agli studenti “nuove prospettive meno consolidate, nello sviluppo delle discipline universitarie legate all’organizzazione aziendale e all’economia gestionale. Per dargli nuovi spazi di riflessione e garantire una formazione sempre più ampia, che possa favorirli nella definizione delle figure professionali che andranno a sviluppare a seguito del percorso di studi”, ha continuato Risso. Il ciclo di seminari è stato organizzato dal ricercatore e docente di Organizzazione aziendale, Marco Valeri, e ha ospitato, in una prima occasione Monsignor Viganò, assessore alla comunicazione presso la Santa Sede, che ha spiegato agli studenti il riassetto organizzativo di tutti i canali di comunicazione. Oggi, invece, parliamo di “mamma Rai, che tutti conosciamo. Con il fine ultimo di avvicinare gli studenti il più possibile al mondo del lavoro e fare in modo- ha continuato Valeri- che le conoscenze acquisite in aula possano avere un riscontro non soltanto accademico ma anche nella vita reale e lavorativa”.


Fortunatamente, ad esempio, “c’è un nuovo grande mercato in pieno sviluppo– ha spiegato il vicedirettore RaiDue- la fiction, che grazie a piattaforme come Netflix o Amazon, ha registrato un fortissimo incremento delle produzioni e quindi del lavoro. Per questo mi auguro- ha aggiunto Lavatore- che coloro i quali vorranno lavorare nel mondo dello spettacolo, in un settore come questo dove c’è tanto seguito, potranno trovare un futuro luminoso”. Il mondo sta cambiando e “gli studenti se ne rendono conto e capiscono che ai concetti accademici bisogna affiancare le cose che vengono dalla realtà”, ha concluso il Rettore.

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