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Salvini torna dagli States, tira fuori le pistole e sfila la poltrona a Di Maio

Il ministro dell'Interno si è rafforzato con la visita negli Stati Uniti. Ora nel suo mirino Luigi Di Maio, il ministro dell'Economia Tria, e pure il presidente della Repubblica

Pubblicato:18-06-2019 14:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:25

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«Tu vuò fa l’americano mmericano mericano… siente a me, chi t’ho fa fa?», cantava Carosone. Non lo ascolta il leader della Lega, Matteo Salvini, che dopo aver stretto un ‘patto’ strategico con l’amministrazione Trump, ha già sfoderato le pistole. Primi bersagli: il M5S di Luigi Di Maio, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e pure il presidente della Repubblica. A Tria il primo avviso: chi sta in questo Governo deve tagliare le tasse… Se no? Si accomodi. Al M5S, e al suo capo politico, Luigi Di Maio, addirittura ha sfilato la poltrona di ministro: «Gli italiani mi pagano- ha detto- per creare lavoro non per andarmi a inginocchiare a Bruxelles…». Al Capo dello Stato, che ha posto l’accento sul mettere i conti in regola (come chiede la Commissione Europea, ndr), Salvini ha replicato così: «Non sono in regola non per colpa nostra ma perché abbiamo seguito la linea dettata da Bruxelles». Insomma, il via libera americano ha rafforzato Capitan Salvini che adesso costringe tutti a inseguirlo… sui suoi temi. Significativo quanto accaduto oggi davanti agli artigiani di Confartigianato: applausi a più non posso per Salvini, di mera cortesia per Di Maio. Per questo Di Maio nei prossimi giorni calibrerà i suoi interventi non in direzione degli imprenditori, ormai di Salvini, ma più in generale verso il ceto medio, il “corpaccione” dei cittadini che al momento ha pochi euro in tasca: ok abbassare le tasse per le imprese e produrre di più, ma se non diamo soldi ai cittadini chi comprerà quei prodotti? Una curiosità da registrare anche per quanto riguarda il Pd di Nicola Zingaretti. A sorpresa ne parla l’ex leader della Lega, Roberto Maroni, sul suo blog: «Che casino questo Pd. Attacchi personali, riunioni di correnti, polemiche a non finire. La sinistra di Zingaretti è tornata alle origini, una vera… lotta continua… Ora come allora a beneficiare del vuoto politico alternativo è chi sta al governo. Che può permettersi di dire tutto e il contrario di tutto… senza avversari e lasciare alla sinistra (litigiosa) poche briciole peraltro indigeste». Che dire?

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