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VIDEO | Recuperare saperi al femminile per trasformare le logiche di Governo

Presentata Scuola di Alta Formazione che sostiene il loro protagonismo

Pubblicato:18-06-2019 13:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:25

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ROMA – Per sostenere il protagonismo delle donne nei luoghi decisionali della vita pubblica e del mondo del lavoro c’è bisogno di un nuovo pensiero che recuperi i saperi e le sapienze femminili per trasferirli a uomini e donne interessati a una trasformazione delle logiche che guidano il mondo delle istituzioni e i ruoli di governo. Ne sono convinte le promotrici della fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo che stamattina nella sede del Mibac a Roma hanno presentato la filosofia e le attività della scuola nel 2019, alla presenza, tra gli altri del segretario generale del ministero, Giovanni Panebianco, e della magistrata e capo gabinetto, e Tiziana Coccoluto. Ideata da nove donne di tutta Italia provenienti da diverse aree culturali, la fondazione si è costituita il 10 aprile 2018 a Mantova con l’obiettivo, spiega alla Dire la presidente Luana Zanella, “di offrire un’alta formazione alle donne che si impegnano o desiderano impegnarsi nell’attività di governo, come rappresentanti delle istituzioni elettive ma anche in tutti gli altri luoghi in cui si assumono decisioni”.

Un percorso iniziato già da qualche anno in tutta Italia con le “accademie delle maestrie femminili“, che hanno riguardato diversi ambiti – dalla sanità all’amministrazione pubblica, dell’arte alla cura – e proseguirà in autunno con due corsi di perfezionamento (che si terranno a Roma, alla Galleria Nazionale, dal 9 novembre, e a Parma, presso e in partnership con l’università) e, nel 2020, con la Scuola di Alta Formazione vera e propria. 


Il corso ‘Forme di governo e logiche decisionali femminili nella storia e nel presente’

Il primo corso di perfezionamento, ‘Forme di governo e logiche decisionali femminili nella storia e nel presente’, “ha come novità storica l’assunzione del fenomeno mondiale del protagonismo femminile, che non si vuole più sia solo un fatto numerico- spiega in conferenza stampa Annarosa Buttarelli, direttrice scientifica della fondazione- Nonostante l’Italia abbia fatto una politica delle quote molto insistente questa proposta non funziona perché punta esclusivamente alla questione numerica” e non ad una “trasformazione di qualità a livello dei governi e dei luoghi in cui si prendono decisioni. Si tratta- continua Buttarelli- di mettere in condizione le donne di conoscere il patrimonio di sapere e sapienza femminili nel rapporto con gli uomini, di dare loro un cammino di autorevolezza e orientamento, per metterle in condizioni di trasformare se stesse e i luoghi decisionali in cui andranno ad agire”.

Il corso ‘La differenza maschile e il divenire dei saperi nel tempo del femminismo’ 

Il secondo corso, ‘La differenza maschile e il divenire dei saperi nel tempo del femminismo’ “si rivolge a a docenti universitari, operatori e operatrici dei centri antiviolenza, personale scolastico, Oss, assistenti sociali, persone impegnate nei lavori di cura” ed è “il primo corso di perfezionamento elaborato da docenti uomini e donne che svolgono da molto tempo una ricerca sulla valorizzazione e critica della differenza maschile”. Nei vari moduli, alcuni realizzati in collaborazione con l’associazione Maschile Plurale, saranno affrontati anche i temi della violenza sulle donne e del desiderio maschile, quest’ultimo accompagnato da un laboratorio di autocoscienza, per arrivare ai temi più politici con il modulo su ‘Crisi globali e risposte maschili: un passaggio di civiltà per sfidare razzismo, sovranismo e neoliberismo”.  Tra i formatori coinvolti nei due corsi docenti universitarie, scrittrici, avvocate, dirigenti pubblici e sociologi, con il contributo dell’assessora a Roma Semplice, Flavia Marzano, e della stessa Tiziana Coccoluto. 

La Scuola di Alta Formazione, che “non vuole essere escludente” nei confronti degli uomini, precisa alla Dire Zanella, parte dal dato del nuovo protagonismo che anche in Italia le donne stanno vivendo, “basti pensare alla magistratura, ma anche alla sanità e alla scuola” dove le donne, osserva, “sono sempre più numerose”. L’emersione di un nuovo ruolo che “si registra in tutto il mondo”, ma, spesso “non ha simbolicamente segnato della differenza femminile le istituzioni stesse”. La donna “viene catturata all’interno di un complesso organizzativo, di linguaggio e di senso, di origine patriarcale, maschile” che la “rende talvolta una supplente, per quanto eccellente, della figura maschile”, senza metterla in condizione di “essere al pieno di se stessa, mettendo in circolo la ricchezza femminile di saperi, di esperienze e di invenzioni che, secondo noi, è il nuovo motore per fare un salto di civiltà, soprattutto ora che siamo in crisi istituzionale conclamata e c’è veramente bisogno di dare questo impulso”.

Bene, quindi, l’alleanza con istituzioni culturali, università, scuole di alta formazione, associazioni di categoria e enti locali, che costituiscono il nerbo delle collaborazioni della fondazione, dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (Sna) alla fondazione di Venezia, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. “Il nostro obiettivo è portare una nuova cultura, una logica femminile nella gestione del governo e del potere- interviene Valentina Lostorto, docente della Sna- Dobbiamo svincolarci dalla logica della violenza, dell’aggressione, del potere e dei soldi e introdurre nuove forme di pensiero. Possiamo farlo- spiega- facendo iniziative e seminari in corrispondenza dell’avvio del primo corso di perfezionamento, per sensibilizzare e far conoscere questi temi al mondo della formazione pubblica ancora prevalentemente maschile, e introducendo questo concetto nei nostri corsi per sensibilizzare la platea, insistendo sull’empowerment”.

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