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Dov’è cominciata la Terra? Nella bottega di un vinaio svizzero

Giorgio Frasca Polara per www.ytali.com Tutto cominciò dalle difficoltà

Pubblicato:18-06-2018 17:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16

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Giorgio Frasca Polara per www.ytali.com

Tutto cominciò dalle difficoltà economiche di un vinaio di Lucerna, piccola città della Svizzera centrale, notissima per il Ponte della Cappella, collegamento coperto, in legno, straordinaria opera del Trecento. Ma torniamo al vinaio, l’Herr Joseph Wilhelm Amrein-Troller, che nel 1872 volle rifare una cantina per cercare di ampliare i suoi affari con un locale in cui i clienti potessero sorbire un buon boccale di birra o di vino bianco. Durante i lavori di scavo, venne fuori un grande, profondo buco, una voragine del diametro di quattro metri. 

Non poteva, il vinaio, immaginare che sotto il suo locale si nascondesse e fosse infine rivelato uno dei siti naturalistici più importanti della Svizzera. Già, perché quella marmitta gigante era il risultato del ritiro di acqua, sabbia e ghiaia dovute allo scioglimento di un ghiacciaio. E, attraverso quel buco, saltò fuori la testimonianza, sino a quel momento sconosciuta, di un lontanissimo periodo geologico durante il quale molte stratificazioni di ghiaccio, alte più di mille metri, avevano ricoperto l’area alpina circostante in cui nel Medio Evo sarebbe sorta Lucerna, e di tutta quell’acqua è rimasto lo splendido lago detto dei Quattro Cantoni.


Ma in realtà le ricerche geologiche avevano già detto che quell’enorme  ghiacciaio riguardava solo una fase di una lunga serie geologica (apprendo questa e altre informazioni da Annamaria Lorefice, che ne ha scritto sulla Gazzetta Svizzera) iniziata dapprima con un mare tropicale che copriva non solo la Svizzera fino a venti milioni di anni addietro. Poi l’era glaciale, e infine il lungo disgelo avvenuto lentamente diecimila anni fa. Questa grandiosa progressione di avvenimenti geologico lasciò la sua “memoria” sotto forma di arenarie piene di fossili marini e voragini, o meglio marmitte giganti create dal disgelo. Ed una di queste era proprio sotto la casa del vinaio.

Il quale era con tutta evidenza un uomo astuto, forse più come imprenditore che come venditore al minuto di birra & vini. E infatti Herr Joseph sfruttò immediatamente la scoperta e, appena un anno dopo, il 1° maggio del 1873, fu in grado di realizzare e presentare ai suoi concittadini quello che chiamò (ed il nome è restato) il  “Gletschergarten”, il Giardino del Ghiacciaio. Da quel giorno l’ormai ex vinaio se la passò benone: i visitatori aumentarono a vista d’occhio, la scoperta e l’allestimento (via via nei decenni arricchito di un museo, di illustrazioni multimediali, di “giochi” interattivi che attirano migliaia di scolaretti) attira turisti da mezzo mondo.

Per la verità, se l’intuizione e i primi passi di valorizzazione di uno dei siti naturalistici e geologici più importanti d’Europa si dovette all’industrioso Joseph Wilhelm, il merito dello grande sviluppo della scoperta si deve alla sua vedova, Marie Amrein-Troller, scomparsa nel 1931. La loro abitazione, assai suggestiva  per i caldi ambienti di antica fattura, è un po’ il nucleo intorno al quale Frau Marie prima e, successivamente, gli amministratori del Giardino, hanno creato qualcosa di più, tanto che l’amministrazione di Lucerna ha sottoposto tutto il complesso a tutela monumentale – anzi, facendone un “Monumento nazionale all’aperto” –, dove sono stati trasferiti  anche altri beni preziosi, tra cui un plastico della Svizzera primordiale (il “Relief der Urschweiz”) che era stato realizzato nel Settecento da F. L. Pfuffer e che costituisce il più antico modello al mondo di rilievo alpino.

Insomma, oramai dentro e più ancora intorno alla bottega del vinaio è sorto un vero e proprio parco archeologico arricchito anche di altri scavi fatti negli anni immediatamente successivi al 1873: in un’altra e più grande voragine si scorgono conchiglie fossili e vari disegni impressi per sempre da ciottoli e dall’acqua trascinata durante il lungo disgelo. C’è persino un multimediale con la Lucerna con il mare (e le palme!) e un habitat di solo ghiaccio. Un quarto d’ora a piedi dal centro della città e torni indietro nel tempo sino a venti milioni di anni o alla successiva era glaciale.

A proposito di ghiaccio, e a poca distanza da Lucerna. Come tutti sappiamo il cambiamento climatico sta sciogliendo inesorabilmente tutti i ghiacciai, compreso il più grande delle Alpi, quello dell’Aletsch, che è a poca distanza dal Giardino di cui vi abbiamo raccontato la storia. L’Aletsch è protetto dall’Unesco e si trova tra i cantoni di Berna e del Vallese. Ogni anno se ne vanno cinquanta metri. Un peccato. Largo un chilometro e mezzo, lungo ventitré chilometri, il più lungo esistente in Europa. Ma non solo si scioglie, si assottiglia pure: in quarant’anni si è assottigliato di circa duecento metri in profondità naturalmente. Così se ne andrà una delle più grandiose eredità dell’era glaciale. Per questo gli speleologi si affrettano a continuarne lo studio prima che sia troppo tardi.

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