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Il 18 giugno a Palazzo Firenze il recital letterario “Se questo è un uomo”

Evento promosso dalla Società Dante Alighieri con la finalità di raccogliere fondi destinati al Comitato di Sarajevo per finanziare le loro attività

Pubblicato:18-06-2018 13:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16
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ROMA – Andrà in scena lunedì 18 giugno, alle 21, presso la Galleria del Primaticcio di Palazzo Firenze, lo spettacolo recital letterario “Se questo è un uomo” di Primo Levi, promosso dalla Società Dante Alighieri. La serata, aperta ai soci, sarà l’occasione per incontrare in una veste informale gli amici della Dante e fruire di uno spettacolo in cambio di una donazione che possa incentivare e favorire le attività del Comitato di Sarajevo. Lo spettacolo, con Jacob Olesen, prodotto da Enrico Carretta, è diretto da Giovanni Calò. Musiche originali di Massimo Fedeli, scene di Antonio Belardi, disegno luci di Luca Febraro. I soggetti della scenografia sono tratti da opere di Eva Fischer.

A volte si sopravvive per poter raccontare

Primo Levi è sopravvissuto per raccontare.“Primo” vuole dare voce alla sua testimonianza, perché non si può dimenticare, non si deve. L’intensità e la leggerezza della parola di Levi, insieme alla grande valenza letteraria del suo racconto, hanno favorito il nostro lavoro e mostrato la strada da seguire. I suoi dialoghi hanno già una forza teatrale e la descrizione che fa degli uomini aiuta il lavoro dell’attore.Si tratta quindi ancora di raccontare, anzi di raccontare nel modo più immediato e amplificato, di far rivivere l’esperienza di Levi e dei suoi compagni scomparsi, ad un pubblico diverso e più vasto, alle nuove generazioni. La sua testimonianza viene rappresentata con stupore razionale, semplicità e, per quanto possibile, con leggerezza, per guidare lo spettatore ad una conclusione, ad una sentenza, senza gridargliela nelle orecchie, senza dargliela già fabbricata. Per questo motivo c’è molta attenzione, oltre che alle atrocità, anche verso momenti ed episodi di vita quotidiana, di distensione, di sogno. Cercando di conservare la carica umana dei personaggi, anche se annientati dalla violenza e consumati dal conflitto permanente al quale cercavano di sopravvivere.

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