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Centrodestra diviso come il Centrosinistra ma è il Pd che rischia di saltare

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:18-05-2021 17:14
Ultimo aggiornamento:18-05-2021 17:55

partiot democratico
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ROMA – Siamo solo all’inizio e già è lotta continua. Sia nel campo del Centrodestra che in quello del Centrosinistra. I sondaggi sono il sale sulla piaga, soprattutto quelli che, implacabili, segnalano la Lega di Salvini leader in caduta libera, mentre la ‘fratel italiana’ Giorgia Meloni spicca il volo e nessuno ora si permette di scherzare sulla possibilità del sorpasso. I fari sono puntati sulla leader della destra italiana che, unica forza di opposizione, ha le mani libere e può scagliarsi a più non posso contro la grande ammucchiata che sostiene il Governo Draghi.

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Soffre più di tutti Salvini, incastrato a metà tra la voglia di salire sulle barricate della protesta e la mordacchia che gli impongono i ‘suoi’ dentro l’esecutivo, che ora comandano e sempre più si accreditano come nuovi referenti del Nord che produce.


Forza Italia al momento sta a guardare, canta le lodi del Governo Draghi e la tira per le lunghe, con la speranza che Silvio Berlusconi, reduce da ripetuti ricoveri in ospedale, torni a farsi sentire sulla scena politica. Per le prossime elezioni amministrative ad ottobre, il Centrodestra è in alto mare, non riesce a trovare candidati sindaci competitivi e all’altezza della nuova fase politica.

Forse questa settimana riusciranno ad incontrarsi per decidere qualcosa, forse. È Roma la partita delle partite, per tutti gli schieramenti. Nel Centrodestra ogni volta rispunta Guido Bertolaso, che ormai non ne può più e grida che lui vuol fare solo il nonno mentre Giulia Bongiorno ha già salutato tutti.

Nel Centrosinistra non va meglio. Il segretario del Pd, Enrico Letta, in continuità con l’ex Nicola Zingaretti, continua a puntare sull’alleanza con il M5S a guida Giuseppe Conte. Ma nel Movimento è stallo totale, nessuno scommette su come andrà a finire la partita legale con Casaleggio, tutti temono che alla fine resteranno solo i cocci. Anche per il Centrosinistra le elezioni per il nuovo sindaco di Roma saranno la prova del fuoco.

Dopo aver ‘bruciato’ la candidatura più forte, quella di Zingaretti, il Pd ha scelto l’ex ministro Roberto Gualtieri. Ma i primi sondaggi hanno suscitato un certo timore, perché Gualtieri è sotto, troppo, con l’ex sindaca uscente, la ‘grillina’ Virginia Raggi, che mantiene un seguito corposo e mette paura. Perché nello stesso campo, gira e rigira, anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha cominciato da mesi la sua campagna elettorale e registra segnali di consenso incoraggianti.

Ma se tutti gli schieramenti sono indeboliti dalle lotte interne, dalle diverse strategie e ambizioni dei rispettivi leader, è il Pd di Enrico Letta quello che rischia di saltare. Ad esempio, che cosa accadrebbe se il Centrodestra, di fronte alla prova evidente di non avere un candidato forte per arrivare al ballottaggio si ‘trasformasse’ in una bel listone civico a sostegno della candidatura di Calenda? Vero che è un liberale che non centra nulla con la destra, ma in caso di vittoria sarebbe lui il Sindaco e suo il programma di governo della città. Al massimo potrebbe dire sì ad una vicesindaca di destra, magari pescata nell’area di quella che nella Capitale sarà comunque una vincente, Giorgia Meloni appunto.

Ecco l’incubo: Calenda al ballottaggio con la ‘grillina’ Raggi. Per il Pd e’ una sciagura: a quel punto l’anello debole, quello che fa saltare qualsiasi catena… figuriamoci la debole alleanza tra Pd e M5S.

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