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Striscia di Gaza, prima notte senza vittime ma bombardato l’unico centro anti-Covid

Continuano i raid di Israele, colpita l'unica clinica della Striscia in cui si eseguivano test per il coronavirus

Pubblicato:18-05-2021 15:29
Ultimo aggiornamento:18-05-2021 15:30

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ROMA – Prima notte trascorsa senza vittime nella Striscia di Gaza, da quando lunedì 10 maggio Israele ha lanciato l’operazione Guardiano delle mura in risposta al lancio di razzi da parte di Hamas. Lo ha confermato il ministero della Salute locale. Gli attacchi, però, non si sono fermati: l’esercito israeliano ha continuato a bombardare, colpendo tra gli altri l’unica clinica della Striscia dove si eseguivano i test anti-Covid, nella località di Al-Rimal. Nel raid è rimasta danneggiata anche la sede della Mezzaluna Rossa Qatar, come ha confermato all’agenzia Dire Akram Nassar, direttore dell’ufficio di Gaza: “L’edificio è alto cinque piani e nel bombardamento gli ultimi due sono andati distrutti – ha spiegato Nassar – La nostra sede si trova al secondo piano ed è inagibile. Nessuno è rimasto ucciso o ferito ma abbiamo sospeso tutte le attività”. La Mezzaluna Rossa Qatar dava il suo contributo nella lotta al Covid e nel miglioramento delle prestazioni sanitarie nell’enclave palestinese. Prima dell’attacco, come confermano fonti di stampa concordanti, la clinica Al-Rimal eseguiva 1.600 test al giorno. “Il sistema sanitario di Gaza già prima di questa offensiva era in affanno, per i tanti casi di Covid-19. Ora gli ospedali devono occuparsi dei feriti causati dalle bombe”. E a questo si aggiunge il fatto, riferiscono alla Dire, che “i medici non riescono più ad accogliere persone, mentre farmaci e altri materiali medico-sanitari stanno terminando“.

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SCIOPERO GENERALE DI PALESTINESI E ARABO-ISRAELIANI

Intanto è iniziato in Cisgiordania e nelle città israeliane uno sciopero generale dei palestinesi e dei cittadini arabo-israeliani contro i raid su Gaza e per denunciare le condizioni di vita delle comunità. Foto diffuse dai social network mostrano i negozi con le insegne in arabo chiusi a Ramallah e a Hebron. Secondo la testata Middle East Eye, era dal 1939 che non veniva indetto uno sciopero di tale portata. Per oggi è atteso un vertice del Consiglio di sicurezza dell’Onu per chiedere un cessate il fuoco, dopo che gli Stati Uniti hanno bloccato una risoluzione nel vertice di domenica scorsa.


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