NEWS:

Entro dieci anni la prima Lamborghini totalmente elettrica

L'amministratore delegato della Casa del Toro, Stephan Winkelmann, ha presentato il percorso 'Direzione Cor Tauri', che porterà l'azienda alla decarbonizzazione dei modelli futuri

Pubblicato:18-05-2021 12:28
Ultimo aggiornamento:18-05-2021 13:07

Stephan Winkelmann lamborghini 2
FacebookLinkedIn

BOLOGNA – Un miliardo e mezzo di investimenti in quattro anni e l’obiettivo di mettere in strada entro il prossimo decennio la prima Lamborghini 100% elettrica. È la strada verso le stelle tracciata dal presidente e dall’amministratore delegato della Casa del Toro, Stephan Winkelmann, presentando questa mattina ‘Direzione Cor Tauri’, il percorso che porterà l’azienda sulla via della decarbonizzazione dei suoi modelli futuri e del sito di Sant’Agata Bolognese. “Tutti i nostri modelli saranno ibridizzati entro la fine del 2024“, annuncia il manager. Questa è la via: -50% emissioni di di CO2 da inizio 2025, il più grande investimento della storia di Lamborghini, visione di un quarto modello full electric nella seconda parte del decennio. “Cor Tauri è la stella più luminosa della costellazione del Toro e rappresenta la direzione di Lamborghini verso un futuro elettrificato, ma sempre fedele al cuore e anima del marchio”, assicura Winkelmann, che a dicembre scorso è tornato alla guida del marchio del Toro.

“Il piano di elettrificazione di Lamborghini è un cambio di rotta reso necessario da un contesto mutato radicalmente, in cui vogliamo dare il nostro contributo continuando a ridurre l’impatto ambientale attraverso progetti concreti. La nostra risposta è un piano dall’approccio integrato, dai prodotti al sito di Sant’Agata Bolognese, che ci porterà verso un futuro più sostenibile, ma pur sempre fedele al nostro Dna”, spiega. “Le prestazioni rimarranno la priorità assoluta. Il motore elettrico consente di potenziare coppia e accelerazione”, garantisce il numero uno di Lamborghini, spiegando che il peso in più dovuto alle batterie sarà compensato dall’utilizzo di materiali sempre più leggeri, come il carbonio.

“La promessa di oggi, supportata dal più grande piano di investimento della storia del marchio, è la prova della nostra profonda dedizione non solo verso i nostri clienti, ma anche verso i nostri fan, le nostre persone e le loro famiglie, verso il territorio in cui siamo nati, l’Emilia-Romagna, l’Italia, il Made in Italy“, evidenzia. “I nostri piani non si fermano all’ibridizzazione della nostra gamma di prodotti. Abbiamo una visione chiara quella di un modello totalmente nuovo, il nostro quarto modello, una Lamborghini totalmente elettrica, prevista per la seconda metà di questo decennio”, conferma. “Questo programma richiede tutta la nostra concentrazione e tutta la nostra forza, anche in termini di investimenti finanziari”, spiega.


Stephan Winkelmann lamborghini 2

La road map di Lamborghini, si articolerà in tre fasi: fino al 2022 si procede con i motori a combustione che hanno assicurato il successo dell’azienda, che negli ultimi 15 anni ha visto crescere il fatturato di sette volte. La seconda fase prevede la transizione ibrida entro il 2024: nel 2023 Lamborghini lancerà il suo primo modello di serie ibrido ed entro fine 2024 tutta la gamma sarà elettrificata. Il target interno che l’azienda inseguirà in questa fase prevede l’abbattimento del 50% delle emissioni di C02 dall’inizio del 2025. A guidare la transizione ibrida sarà l’investimento da oltre 1,5 miliardi annunciato da Winkelmann. Infine, si arriverà alla prima Lamborghini full electric, il punto finale del percorso Cor Tauri. “La sfida principale è rappresentata dalle rigorose normative che disciplinano gli obiettivi sulle emissioni di CO2: per noi significa trovare un equilibrio, riducendo le emissioni e migliorando le prestazioni. È ciò che si aspettano i nostri clienti, per questo dobbiamo reinventarci restando fedeli a noi stessi”, conclude.

LEGGI ANCHE: L’Università di Bologna dà gas alla partnership con Ducati per il team corse

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it