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Alla scuola militare aeronautica Giulio Douhet si diventa grandi con la passione del volo

La scuola ha aperto le aule, l’ala degli alloggi e gli spazi ricreativi e di studio alle telecamere dell’agenzia Dire

Pubblicato:18-05-2021 11:18
Ultimo aggiornamento:18-05-2021 11:31
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scuola militare aeronautica Giulio Douhet
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ROMA – “Due settimane fa ho avuto questa stupenda opportunità: andare a Grosseto al Quarto Stormo a fare un volo premio sull’Eurofighter. Era il mio sogno fin da piccola”. A raccontare con orgoglio questa sua esperienza è la Capo corso Giulia Grechi, 18 anni, della scuola militare aeronautica Giulio Douhet che, per una giornata, ha aperto le aule, l’ala degli alloggi e gli spazi ricreativi e di studio alle telecamere dell’agenzia Dire.

Si accede alla scuola militare, a partire dal terzo anno del liceo classico o scientifico, e ogni studente può scegliere per il futuro che carriera intraprendere, se militare o civile. Lo ha spiegato il Comandante della scuola, il Colonnello Davide Rosellini: “L’obiettivo della scuola è creare cittadini consapevoli che con le loro idee contribuiscano alla crescita del Paese, indipendentemente dal percorso che faranno al termine della scuola”. Nonostante il covid, la gestione delle attività in presenza e del distanziamento necessario per questi giovani che vivono nella scuola h24 è stata garantita. “Qui studiano 117 giovani, di cui 51 allieve. Riceviamo in media tra le 700 e le 900 domande, quest’anno, per la situazione pandemica– ha spiegato sempre il Comandante della scuola- il concorso è stato fatto per 38 allievi, in condizioni normali sarebbero stati 45”.

Liceo, sport, e avvicinamento al volo sono i pilastri della formazione, uniti alla disciplina e a un’educazione che prepara, per chi vorrà, alla strada dell’Accademia. “Abbiamo un corso sull’aliante al primo anno, al secondo anno si fa il brevetto di volo da diporto sportivo e l’ ultimo anno i più meritevoli sperimentano il volo operativo sull’Eurofighter o quello acrobatico- ha spiegato il Colonnello- ma abbiamo anche un corso di fotografia al primo anno, al secondo uno sulle tecniche di lettura veloce e memorizzazione e il terzo se ne fa un altro sulla consapevolezza emotiva e il public speaking”.


I ragazzi che hanno aperto le porte della loro vita alla Douhet, mostrando gli alloggi, gli spazi verdi del grande parco che circonda la scuola nel cuore dell’Istituto di Scienze Aeronautiche che le fa da cornice, ma anche raccontando le regole di una vita militare, fatta di orari, di marce, uniformi e addestramento, che qui inizia da giovanissimi, hanno tutti parlato della comune passione per il volo. Come Mario Acunzio, allievo del secondo anno che, nella Douhet, ha trovato la sintesi tra la passione per gli aerei e quella avuta da sempre per il latino e il greco.

Il mantenimento delle attività in presenza, nonostante l’emergenza, grazie ad “uno sforzo corale della Forza Armata e del Comando delle scuole dell’Aeronautica militare- ha spiegato il Generale di B.A. Urbano Floreani, Comandante dell’Istituto di Scienze militari- ha reso possibile non interrompere la formazione e l’addestramento. Come Istituto noi abbiamo continuato credendo assolutamente nel paradigma della formazione del personale. La cancellazione in presenza di alcuni corsi ha reso inoltre possibile supportare l’ apertura della Scuola militare Douhet nelle attività in presenza per l’anno 2020-2021. Siamo stati ripagati dai successi di questi ragazzi– ha ammesso il Generale- ed è stato uno sforzo fatto con il cuore”.

Un ruolo importante alla Douhet è assegnato allo sport. Lo ha confermato con orgoglio il docente Stefano Pucci: “In tempi senza covid arriviamo a 8 ore totali di sport e scienze motorie e aggiungiamo le squadre di volley nuoto e basket”. Così la sedicenne Martina Puri dopo aver svolto l’allenamento dei 100 metri, sotto un cielo carico di nuvole davanti alle telecamere, insieme ai suoi compagni, si è preparata per la prova di salto in alto.

La vita di questi giovanissimi che alla Douhet frequentano gli ultimi tre anni del liceo trascorre in un ritmo cadenzato anche dalle attività proprie della vita militare, a chilometri di distanza da casa. Ma all’ultima maturità il Comandante Rosellini non si è risparmiato nel mandare messaggi informativi e di aggiornamento, uno ad uno, ai genitori dei maturandi, proprio quando il Covid ha impedito di potersi ritrovare vicini in un momento così importante, fatto anche di festa e di abbracci. È la stessa emozione che aleggia di consueto durante la cerimonia degli spadini con cui i giovani allievi entrano ufficialmente nelle fila della Scuola.

Così in occasione dell’ultima, il 19 febbraio, il Colonnello Rosellini ha detto: “Vi invito a considerare questa cerimonia con la giusta misura, come una piccola investitura simile a quella istituita per nominare i cavalieri medievali”. E quest’atmosfera solenne si respira attraversando gli spazi dell’Istituto di scienze militari. Tra i viali che attraversano i giardini, gli edifici custoditi alla perfezione, anche nel mobilio, esempio tipico del razionalismo italiano, realizzati dall’architetto Raffaello Fagnoni in un progetto che ha visto la luce in soli 9 mesi nel 1938. Il materiale di costruzione di un colore quasi rosso, il parco e le statue candide dell’Italia e del Pegaso, che campeggia nel cortile, lasciano sulla Douhet come un velato tricolore a cui questi giovanissimi hanno scelto di ‘giurare’ fedeltà sin dalla tenera età del liceo.
“Vi assicuro– ha ricordato il Comandante in conclusione del suo ultimo discorso per la cerimonia di febbraio- Non sarete soli, noi vi saremo accanto”.

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