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VIDEO | De Vito: “Sì a Raggi bis, ma il candidato lo sceglie la Rete”

"Se mi candido io? Vedremo...". Intervista al presidente dell'Assemblea capitolina sul futuro di Roma

Pubblicato:18-05-2020 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:20

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ROMA – Sì a un Raggi bis, ma con l’investitura della rete. Il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, apre alla ricandidatura della sindaca di Roma, in un’intervista esclusiva rilasciata all’agenzia Dire dopo le vicissitudini della scorsa settimana, una delle più turbolente dei primi 4 anni del Campidoglio pentastellato. Dalla sfiducia della presidente del IV Municipio, Roberta Della Casa (“Ha ottenuto dei risultati positivi, ma c’erano difetti di comunicazione con il Consiglio”) alla disponibilità alla candidatura a sindaco lanciata tramite la Dire dalla minisindaca del VII, Monica Lozzi (“Ha ottenuto ottimi risultati, ma amministrare Roma è diverso da amministrare un Municipio”) e uno spiraglio per una sua personale (“Vedremo, ma mi è bastata l’esperienza del 2013”), fino al presunto esposto contro alcuni consiglieri di maggioranza (“Non ho fatto alcuna segnalazione ai probiviri”).

– Partiamo dalla vicenda Della Casa, sfiduciata all’unanimità dal Consiglio del IV Municipio.


“Ho sentito l’intervento della presidente Della Casa, che anche giustamente ha rivendicato i risultati ottenuti sul territorio, il miglioramento di alcuni servizi, l’apertura di alcuni cantieri, la restituzione di alcune opere. Quindi dei risultati positivi sono stati sicuramente anche conseguiti, indubbiamente credo però sia mancata la capacità di comunicare tra Consiglio e organo esecutivo, anche la capacità di dare attuazione ad alcuni indirizzi. Di qui anche il post che avevo fatto per cercare di invitare a ritornare a una compattezza e unità di intenti”.

In merito alla sospensione dei consiglieri municipali che hanno presentato e votato la mozione, annunciata dal capo politico Vito Crimi durante la discussione in Aula, “non è detto che quando parte un procedimento disciplinare vi sia immediata sospensione, ancor più se presa a Consiglio in corso. Questo l’ho ritenuto opinabile”.

Per quanto riguarda invece la nomina di Della Casa a delegata della sindaca per il IV Municipio “credo che al di là delle persone si debbano individuare quelli che devono essere i requisiti. Siamo a un anno dalle elezioni, è necessario scegliere una persona che conosca il territorio, che sappia dare continuità al lavoro svolto e che sia di fiducia in primis per la sindaca. Poi chi sia questa persona ha poca importanza”.

– Sulla candidatura di Monica Lozzi, lanciata venerdì scorso in un’intervista all’agenzia Dire.

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“Monica Lozzi ha fatto sicuramente un ottimo lavoro nel VII Municipio, ha amministrato bene, ha avuto la capacità di fare molto squadra, ho avuto anche un merito importante in uno dei provvedimenti principali di questa amministrazione, ovvero l’abbattimento delle ville dei Casamonica. Credo anche che amministrare un Municipio sia cosa ben diversa da amministrare il Comune di Roma, in quella che è la sua complessità. Lo dico perché quello che abbiamo fatto dal 2016 è stato un lavoro difficile ma anche importante, soprattutto per quell’eredità che era stata lasciata dalla precedente consiliatura in particolare per quanto riguarda le difficoltà di bilancio e la situazione delle partecipate. Su questo, comunque, molto è stato rimesso a posto, a partire dal salvataggio di Atac”.

– Dopo l’esperimento accolto tiepidamente del ‘mandato zero’, nel fine settimana i vertici del Movimento hanno aperto a un superamento del limite dei due mandati anche per i sindaci, con diversi esponenti del M5S che hanno rilanciato su una nuova candidatura di Virginia Raggi.

“Diciamo che il ‘mandato zero’ mi ha lasciato abbastanza perplesso, perché sembrava aprire a tutti i consiglieri comunali tranne a Chiara Appendino e Virginia Raggi. Io credo che questa ipotesi possa essere valutata, la riterrei accettabile, poi chiaramente sono sempre i nostri attivisti che scelgono il candidato”.

– È possibile rivedere De Vito nei panni di candidato sindaco, come nel 2013?

“Vedremo, mi è già bastata quell’esperienza, un’esperienza importante con il Movimento che all’epoca era appena nato. Credo che sia stato un buon lavoro di crescita sia nei numeri che nell’esperienza della del Movimento Cinque Stelle, quindi quella mi basta”.

Il presidente dell’Aula è più possibilista nei confronti di una nuova candidatura per l’Assemblea capitolina: “Vorrei innanzitutto capire e vedere che progetto c’è per Roma e se posso essere ritenuto come una persona che può dare un contributo importante. Se il progetto mi convincerà sarò ben disposto a dare il mio supporto”.

– A che tipo di progetto pensa per la città?

“Io credo che la parola d’ordine debba essere ‘sviluppo’, secondo quelle che sono le direttrici principali di tutte le principali città mondiali: penso al tema della rigenerazione, della riqualificazione urbana, della mobilità sostenibile, della semplificazione, della dematerializzazione e della digitalizzazione. Basta vedere cosa abbiamo fatto in questo periodo: nessuno avrebbe creduto fino a due mesi fa alla possibilità di svolgere i Consigli in videoconferenza, noi all’improvviso ne abbiamo fatti dodici, man mano implementando il servizio con la traduzione Lis e da domani introdurremo il voto elettronico. Quindi quando si vuole, si può”. E insieme al progetto “chiaramente serve anche una squadra e delle competenze all’altezza di questa sfida. Quindi è il momento di mettere l’inesperienza nel cassetto e puntare sulle competenze”.

– La scorsa settimana si è parlato di un suo presunto esposto ai probiviri del M5S riguardo al comportamento di alcuni consiglieri di maggioranza, rei di aver cercato di affossare la delibera a sua firma per l’istituzione del ‘Forum Sviluppo Roma 2030-2050’.

“Non vi è stata una mia segnalazione, diciamo che c’è stata sorpresa da parte mia e da parte della sindaca Raggi perché questa proposta era statà annunciata in una conferenza stampa, veniva a valle di una condivisione che c’era stata precedentemente e in seguito era stata presentata anche alle opposizioni che avevano dato il loro assenso. Siamo rimasti sorpresi, soprattutto perché questa proposta è perfettamente in linea sia con quello che è il metodo che con quello che è il merito dell’azione del Movimento Cinque Stelle”. Nel metodo perché “finalmente tendeva a mettere a fattor comune con l’amministrazione le intelligenze della città, quindi le università, gli enti di ricerca, gli ordini professionali, le associazioni di categoria, la Camera di commercio: aprire la la città alla società civile, quello che ognuno ha sempre detto magari in un’intervista della domenica ma che non era mai stato fatto”. Nel merito, invece, “perché si tratta di temi tipici dell’azione del Movimento, come rigenerazione, mobilità sostenibile, semplificazione. Ripeto- ha concluso De Vito- siamo rimasti sorpresi di questo tentennamento, la proposta è sempre all’ordine del giorno: valuteremo se ci sarà la possibilità di un di un ripensamento”.

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