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Nursing up: “Il governo ci chiama ‘eroi’, ma poi ha la memoria corta”

De Palma alla Dire: "Il bonus non è un premio, vogliamo un aumento di stipendio"

Pubblicato:18-05-2020 15:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:20

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ROMA – “Durante questa emergenza ci hanno definito più volte ‘eroi’, ma siamo solo dei professionisti e questo è da sempre il nostro lavoro. È vero, abbiamo lavorato ininterrottamente e abbiamo corso tanti rischi, talvolta anche fingendo che tutto andasse bene solo per il bene dei pazienti. Questa volta avevamo la speranza che il governo, superato il clou dell’epidemia, si ricordasse di noi. Ma ancora una volta le nostre attese sono state disilluse e non siamo riusciti ad ottenere quello che ci spetta da anni di diritto”. Così il presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, Antonio De Palma, intervistato dall’agenzia Dire.

“Gli infermieri sono quelli che devono darsi da fare, che devono mettere a repentaglio la loro vita e che devono sacrificarsi- prosegue De Palma- ma questo avviene a causa della disorganizzazione che le stesse istituzioni hanno creato, a volte per incompetenza. Siamo professionisti alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale, ma siamo anche persone con le loro esigenze, con alle spalle famiglie e figli. Eppure quando a fine mese riceviamo lo stipendio, ci accorgiamo che siamo ancora trattati come 20 anni fa. E questo è inaccettabile”.

De Palma non usa quindi giri di parole: “Questo governo, senza fare i giochi delle tre carte- sottolinea- deve riconoscerci un incremento dello stipendio. Ci aspettiamo che la nostra professionalità venga riconosciuta in busta paga e che questo accada con costanza ogni mese, per tutti i mesi dell’anno”.


Nella bozza del decreto Rilancio, intanto, era previsto un bonus, poi scomparso, di 1.000 euro destinato al personale sanitario che è stato impegnato in prima linea nel corso dell’emergenza Covid-19. Nel testo del decreto tale riconoscimento è stato addirittura raddoppiato, raggiungendo quota 2mila euro. Vuole fare chiarezza? “Fare chiarezza su questo decreto Rilancio è molto complicato, perché è composto da centinaia di pagine- risponde il presidente di Nursing Up all’agenzia Dire- ma una cosa l’abbiamo capita: non si tratta di nessun ‘premio’ per gli infermieri, perché hanno semplicemente raddoppiato il bonus baby-sitting (passato da 600 euro a 1.200) e il famoso ‘raddoppio’ della cifra a 2mila euro nient’altro è che un ennesimo ‘una tantum’ in base all’importanza del momento. E se tutti gli infermieri lo richiedessero quel budget non sarebbe neppure sufficiente”.

Il decreto Rilancio prevede l’assunzione di 9.600 infermieri di famiglia, che lei ha definito “figure di cruciale importanza” che rivestiranno “un ruolo chiave nella sanità del futuro”. Perché? “L’infermiere di famiglia, già operativo in tutta Europa, è uno dei segmenti più importanti dell’assistenza primaria- risponde De Palma- perché prende in carico il cittadino a tutti gli effetti, permettendogli di usufruire di tutta una serie di attività finalizzate anche alla prevenzione delle malattie. Il problema è che in questo decreto manca un piano nazionale di organizzazione territoriale dell’assistenza infermieristica, quindi se pure assumiamo 9.600 infermieri c’è il rischio che siano destinati ad una indefinita disponibilità organizzativa delle singole Regioni o delle singole Aziende sanitarie locali. Noi chiediamo invece che questo esercito di professionisti siano assunti come veri e propri infermieri di famiglia, con le loro specifiche competenze”.

Prima dell’epidemia spessissimo si sentiva parlare di aggressioni nei confronti degli infermieri, poi evidentemente i pazienti e i loro familiari hanno riconosciuto l’importanza del vostro lavoro. Temete un ritorno alle aggressioni in corsia? “Lo spettro delle aggressioni purtroppo è sempre lì- commenta De Palma- Siamo fiduciosi e ci auguriamo che non si torni a quel clima di insofferenza che si era creato nei confronti degli infermieri, ma in molti casi abbiamo la memoria corta. Basti pensare alle istituzioni, che in più di una occasione ci hanno chiamato ‘angeli’, ma che ora già sembrano essersi dimenticate del grandissimo lavoro che abbiamo fatto in piena emergenza. Quello che possiamo ribadire con forza è che gli operatori sanitari devono essere tutelati sul luogo di lavoro. Siamo però certi che molti cittadini terranno a mente quello che gli infermieri hanno fatto, quindi sicuramente non ci sarà più quella propensione all’aggressività che c’era in passato, anche perché non conoscevano bene il nostro lavoro. Questo non toglie- conclude De Palma- che bisogna comunque adottare tutte quelle cautele per garantire agli infermieri di lavorare in sicurezza e in tranquillità”.

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