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LECCE – Mani, tante mani che emergono dalla pietra, dura come il mare che inghiotte o le politiche nazionali che respingono. Questo il senso di due installazioni realizzate da Arci Lecce presso il chiostro del Convitto Palmieri: si tratta di braccia di plastica che salgono dal suolo, e poi accanto, di mani in gesso che emergono da un mosaico colorato. In entrambi i casi “denunciano le troppe morti di migranti nel Mediterraneo”. Lo spiega alla ‘Dire’ Gianluca Carrisi, mediatore di Arci Lecce. Che prosegue: “Queste opere sono state realizzate dai noi di Arci Lecce insieme ai nostri ospiti – ossia i migranti che assistiamo – come presa di coscienza del contesto storico-sociale in cui viviamo. Sappiamo che è un periodo critico”.
Ma le mani che chiedono aiuto sono anche un simbolo di speranza: “nel mosaico- aggiunge Gianluca Carrisi- tentano di afferrare aquiloni colorati“, simbolo di una vita nuova. Tante le persone che oggi attraversano il chiostro, una delle sedi in cui in questi giorni, a Lecce, si sta svolgendo la quinta edizione del ‘Sabir, Festival diffuso sulle culture del Mediterraneo’. Presenti anche molte famiglie, che permettono ai bambini di giocare tra le braccia di plastica tese verso il cielo. “Vogliamo sensibilizzare le persone affinché l’Italia e l’Europa accolgano”, conclude il mediatore.
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