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“La Francia perseguita chi accoglie”: la denuncia della ong Cimade

"I volontari vanno a processo, è una prassi"

Pubblicato:18-05-2019 10:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:28

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LECCE – “In Francia abbiamo registrato numerosi casi di arresti di persone impegnate ad aiutare i migranti. Riteniamo si tratti di intimidazioni politiche per scoraggiare i nostri volontari e tutte le azioni di solidarietà rivolte ai migranti che attraversano il nostro territorio”. A denunciarlo, Marine De Hass, della ong francese La Cimade/Délinquentes Solidaires. Occasione dell’intervento è il panel ‘Shrinking space. About the decreasing space of the civil society on both sides of the Mediterranean’, nell’ambito della quinta edizione del Sabir Festival, promosso da Arci insieme a Caritas Italiana, Acli e Cgil, in corso a Lecce fino a domani.

De Hass denuncia l’arresto in Francia di volontari in diverse situazioni: ad esempio, chi organizza manifestazioni di protesta al confine tra Italia e Francia, contro le politiche di respingimento dei migranti che tentano di entrare nell’Esagano attraverso le Alpi, anche “in inverno, e con temperature estreme”; oppure, coloro che distribuiscono pasti o coperte al campo profughi di Calais, cittadina sulla Manica, che accoglie profughi che attendono che sia accolta la loro richiesta d’asilo nel Regno Unito, o che cercano di presentarla. Non ultimo, chi cerca di impedire il rimpatrio forzato via aereo dei ‘sans papier’.

“La maggior parte di questi difensori dei diritti umani- prosegue l’attivista- viene rilasciata, ma il problema è che i processi che devono affrontare sono estremamente lunghi e faticosi. Inoltre comportano molte spese per gli imputati”. Tutto questo, conclude De Hass, “è una strategia specifica per scoraggiare la solidarietà verso i migranti, in piena violazione dei diritti riconosciuti dalla costituzione francese, nonché degli obblighi previsti dal diritto internazionale in materia di accoglienza di migranti e rifugiati”. Più in generale i relatori denunciano un restringimento dello spazio civile, dei diritti umani e della libertà di movimento tanto nei Paesi europei quanto in quelli che si affacciano sul Mediterraneo, tra cui Marocco, Egitto, Israele e Palestina. Una situazione che colpisce i migranti, ma anche per chi si batte per le libertà democratiche nel proprio Paese.


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