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Sanità. Milanese: “In Italia manca il sistema di assistenza domiciliare”

BARI - "Abbiamo inondato il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, di richieste sul tema dell'assistenza ai pazienti e

Pubblicato:18-05-2016 14:14
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:44

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BARI – “Abbiamo inondato il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, di richieste sul tema dell’assistenza ai pazienti e mi pare che nelle ultime sue affermazioni sia stata anche più incisiva di noi. Quello che le chiediamo è una legge nazionale sull’assistenza primaria che possa riordinare il sistema e stabilire ruoli e norme, organizzi una rete e alla fine preveda una misurazione delle prestazioni offerte, con la possibilità per gli operatori di competere non solo per numero di servizi erogati, ma anche per la qualità”. Cosi’ il presidente di Federazione sanità Confcooperative, Giuseppe Milanese, parlando con l’agenzia Dire a margine del convegno ‘Cooperazione: welfare in progress’ che si è tenuto questa mattina nella Camera di Commercio di Bari.


“In Italia non esiste un sistema di assistenza domiciliare, che viene ancora purtroppo assegnata con gare pubbliche con una disomogeneita’ totale su tutto il territorio nazionale”, spiega Milanese. In particolare “registriamo una bassissima incidenza sugli ultra 65enni, elemento che ci colloca agli ultimi posti in Europa: gli anziani in questo Paese stanno soffrendo e l’Italia si colloca al 37esimo posto per il Global age watch index, l’indice dell’Oms che misura il livello di benessere sociale ed economico degli anziani”. Per questo “c’e’ da costruire un vero sistema di presa in carico- ha concluso Milanese- che possa garantire ai cittadini con malattie croniche una qualita’ di vita migliore, una migliore sopravvivenza e una riduzione dei costi”.


DIVARIO “ENORME” TRA NORD E SUD – “C’e’ un divario enorme tra Nord e Sud sui servizi di assistenza primaria. Basti pensare che la media nazionale e’ di 4 assistiti over65 su 100, mentre in Puglia la quota si attesta appena a 2 unita’ con un quarto dei posti letto dell’Emilia Romagna, pur avendone la stessa situazione demografica”, commenta Milanese.


“C’e’ da costruire un sistema che per noi non puo’ non essere basato su logiche di autorizzazione e accreditamento degli erogatori che devono avere requisiti importanti, e sulla possibilita’ di scelta dei cittadini in base a qualita’ ed efficienza”, ha concluso Milanese.

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