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Ricerca, nuove prospettive di collaborazione tra il Friuli V. G. e l’M.I.T. di Boston

TRIESTE - Possibili nuove prospettive di collaborazione tra il prestigioso Mit-Massachusetts Institute of Technology di Boston e il sistema accademico

Pubblicato:18-05-2016 13:36
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:44

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TRIESTE – Possibili nuove prospettive di collaborazione tra il prestigioso Mit-Massachusetts Institute of Technology di Boston e il sistema accademico e di ricerca del Friuli Venezia Giulia sono emerse nel corso dell’ultima tappa della missione economico-istituzionale negli Stati Uniti guidata dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Accompagnata dal Console generale a Boston Nicola De Santis, la presidente è stata accolta da Serenella Sferza, coordinatrice del Mit Italy – programma che ha come finalità l’integrazione tra l’istituto e l’Italia – che ha illustrato filosofia, struttura e opportunità di quella che è considerata una delle più importanti università di ricerca del mondo, fondata dal geologo William Barton Rogers nel 1861 e oggi sviluppata in 5 scuole e 32 dipartimenti con strutture di alta specializzazione tra cui 5 acceleratori di alta energia, un reattore nucleare e più di 70 programmi interdisciplinari e laboratori.

Ricercatrice

 


Un’università privata che si dedica sostanzialmente alla scienza (l’80% si laurea in ingegneria) con un motto – Mens et manus – che la dice tutta sul metodo didattico fortemente applicativo e che punta al “problem solving”: si dice che nessuno si laurei al Mit senza aver risolto tra i 5.000 e i 10.000 problemi.

Sferza, origini triestine per parte di padre e Cavaliere all’ordine della Stella conferita dal presidente della Repubblica per la promozione del prestigio nazionale all’estero, ha ricordato come Italia e Mit, condividono oltre all’anno di nascita anche la passione per l’innovazione attraverso una rigorosa ricerca dell’ingegno e della creatività.

Più di 50 studenti ogni anno ottengono contratti di ricerca o stage di insegnamento in Italia attraverso il programma Mit Italy, che già collabora con i politecnici di Milano e Torino e con l’Università di Pisa”, ha spiegato Sferza, soffermandosi in particolare sul programma “Teaching internships” che invia in Italia docenti del Mit – l’anno scorso anche nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, tra gli altri al liceo Grigoletti e all’istituto Kennedy – a insegnare in inglese materie scientifiche e che è diventato “estremamente popolare”.

Anche Sissa ha intrapreso diverse azioni coordinate con Sferza negli ultimi quattro anni: ad esempio l’IROP, International research opportunities, ovvero stage di ricerca estivi che hanno ospitato nella Scuola superiore di studi avanzati 9 studenti dall’istituto di Boston. In programma per il 2018 c’è una conferenza congiunta con Mit a Trieste, nell’ambito di un progetto ERC-European Research Council, di cui è titolare Gianluigi Rozza, docente della Sissa con un passato da “post doc” al Mit.

La presidente, presente anche il delegato del rettore dell’Università di Udine per la brevettazione Antonio Abramo, illustrando alcune delle eccellenze del sistema universitario e di ricerca del Friuli Venezia Giulia, ha auspicato l’avvio di percorsi comuni in ambiti di ricerca strategici per il Mit e gli atenei della regione, che potrà essere approfondito anche nell’imminente Forum economico FVG-USA di luglio a Trieste.

Il Friuli Venezia Giulia nei settori del mare, della cantieristica navale, della fisica, ad esempio, può rappresentare un capitale di potenziale interesse per i nostri docenti“, ha convenuto Sferza. A illustrare le loro esperienze di docenti italiani al Mit – in tutto sono una dozzina attualmente – sono stati Paola Rebusco, laureata all’Università di Trieste, specializzazione al Max Plank di Monaco in astronomia e che a Boston insegna Fisica e Stefano Brizzolara, ingegnere navale originario di Genova, già progettista di Fincantieri e ufficiale di Marina, che oggi è direttore di ricerca del “Sea Grant College Program”. Massimiliano Pieri, vice presidente Eni per la collaborazione con Mit, ha invece illustrato alcuni progetti di ricerca nei settori delle energie rinnovabili, della riduzione di emissioni da C02 e dell’oil&gas finanziati dalla multinazionale.

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