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Foto dal profilo X dei Vigili del fuoco
di Giusy Mercadante e Andrea Sangermano
ROMA – Il maltempo di queste ultime ore ha colpito pesantemente il vicentino. A Valdagno due persone sono state segnalate come disperse nel torrente Agno e questa mattina trovate morte. Sono “padre e figlio, trascinati con la loro auto dalla piena del torrente“. A causa del maltempo, si era aperta una voragine in cui i due sono caduti con l’auto. A confermarlo è il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, facendo il punto della situazione con la stampa questa mattina nella sede della Protezione civile a Marghera. “È una tragedia”, le prime parole del governatore.
Gli uomini del Corpo Nazionale sono impegnati “dalle ore 1 di stanotte con squadre di ricerca e droni”. E con l’elicottero Drago, prima delle 10 di questa mattina è stato individuato “il corpo senza vita di un uomo nel bacino di laminazione del corso d’acqua a Trissino (VI)”. Poco dopo è stato trovato “il corpo del secondo disperso nel torrente Agno a Trissino, individuato in un’ansa del corso d’acqua durante le operazioni di ricerca”.
Nella giornata di ieri, la Protezione Civile aveva emanato per tutto il Veneto l’allerta gialla per rischio idrogeologico.
Zaia esprime il suo “cordoglio alla famiglia e alla comunità di Valdagno, che in questo venerdì santo viene colpita tanto duramente da un’ondata di maltempo eccezionale per violenza e quantità di pioggia caduta. Ringrazio la Protezione civile regionale, il Genio civile, tutti i volontari e gli angeli del soccorso che in queste ore stanno lavorando nella Valle dell’Agno e nelle aree colpite da maltempo”. Il genio civile di Vicenza, in particolare, “ha aperto in serata le casse di espansione di Montebello, Trissino e Caldogno per contenere la piena del Bacchiglione– sottolinea il governatore- ancora una volta queste opere di difesa del suolo hanno salvato il vicentino dalle conseguenze del maltempo”. Per far comprendere la portata dell’evento, Zaia ci tiene a sottolineare che “sono caduti in media oltre 100 millimetri di pioggia sull’ovest vicentino, con picchi a Valli del Pasubio (134 millimetri) e a Staro (191 millimetri), su terreni che da lunedì hanno assorbito già 70-120 millimetri di acqua”. Alle 12 il presidente farà un punto stampa sulla situazione del maltempo nella sede della Protezione civile a Marghera.
Per l’ondata di maltempo che ha colpito il Veneto in queste ore, il governatore Luca Zaia ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza. Il presidente lo annuncia nel corso del punto stampa di questa mattina. “Ho sentito i sindaci al telefono- dice- dovranno farsi parte diligente per fare il censimento dei danni“. Tra le aree interessate dal provvedimento c’è sia il vicentino sia il veronese.
Ma “la lista è aperta”, precisa Zaia. Che aggiunge: “La procedura è sempre la stessa. Si facciano documentazioni fotografiche dei danni e in caso di lavori si tengano le fatture”. Il presidente ci tiene anche a fare appello ai cittadini, perché stiano “distanti da argini e ponti. Vedo ancora immagini di fiumi impazziti e di cittadini che a fianco fanno i filmati. State distanti, per avere un video a volte si rischia di perdere la vita“, avverte Zaia.
Il Governo Meloni “dovrebbe eleggere come prioritaria la messa in sicurezza idraulica. E quindi finanziare le opere contro il dissesto idrogeologico“. Non ci gira intorno Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, nel corso della conferenza stampa di questa mattina convocata per fare il punto sull’ondata di maltempo che ha colpito anche il suo territorio. “Abbiamo 235 miliardi di euro del Pnrr– ricorda Zaia- di cui è innegabile che ci sarà una buona fetta che non sarà mesa a terra nei tempi”.
Secondo il governatore, quelle risorse andrebbero “rinegoziate. Se dessimo anche solo un miliardo a ogni Regione si riuscirebbe già a fare un grande lavoro. Immagino che tutte le Regioni abbiano già progettazioni idrauliche pronte, che possono intercettare queste risorse”.
Inoltre, segnala Zaia, “resterebbero comunque miliardi anche per altre opere”. Quindi incalza: “Evitiamo di restituire i soldi all’Europa, usiamoli per l’idraulica. Il Paese deve fare una scelta strategica, che sollecitiamo ad ogni alluvione. Deve mettere la sicurezza idraulica in cima a tutte le priorità“. Forse, concede il presidente veneto, “la priorità il Governo ce l’ha, ma servono i soldi per renderla operativa. E le risorse sono quelle del Pnrr”.
Quanto alla strada da seguire, “quello del Veneto può essere eletto come modello nazionale- rivendica Zaia- con le opere che abbiamo fatto non abbiamo più avuto le devastazioni del 2010”. E rimarca: “Se avessimo avuto l’autonomia 20 anni fa avremmo avuto tutt’altro portafoglio di opere”. Secondo l’assessore Giampaolo Bottacin, oltre alle risorse, è “necessaria anche una semplificazione normativa, altrimenti interveniamo sempre e solo dopo l’emergenza. L’ho detto anche al ministro Pichetto Fratin martedì a Roma”.
Dopo il maltempo di ieri nel vicentino ora “la situazione sta tornando alla normalità. Ho sentito i sindaci”, dice Zaia. Nei prossimi giorni, aggiunge l’assessore Giampaolo Bottacin, “non sono previste precipitazioni rilevanti”. Sarà però emessa una nuova allerta, di colore arancione in particolare per la zona del basso padovano, per il transito della piena dell’Agno. “È bene mantenere un livello di attenzione alto”, sostiene l’assessore. Nei prossimi giorni è atteso in Veneto anche il transito della piena del Po, che è entrata in Emilia-Romagna in queste ore, ma “non dovrebbe destare preoccupazioni”.
Tornando al vicentino, dove ieri sera due persone hanno perso la vita precipitando con l’auto in una voragine a Valdagno, al momento risultano sette persone evacuate nella stessa cittadina e tre famiglie isolate a Trissino. A Cornedo c’erano una cinquantina di persone isolate in una frazione, spiega ancora Bottacin, ma nella notte la strada è stata liberata e quindi “il problema è rientrato”. Sono comunque ancora attive 15 squadre di Protezione civile. Il ponte dei Nori a Valdagno, dove sono morti padre e figlio, è crollato nel fiume e quindi al momento “c’è del materiale da sgomberare”, aggiunge l’assessore. Sono poi in corso “sopralluoghi su tutte le arginature, che in alcuni punti hanno subito danni che vanno ripristinati. Alcune ditte sono già al lavoro con interventi di somma urgenza”.
A conti fatti, segnala Bottacin, “l’Agno ha retto l’impatto” grazie anche ai due bacini di laminazione che sono stati attivati. “A monte ci sono state alcune esondazioni- spiega ancora l’assessore- ma il fiume ha contenuto abbastanza bene la piena. Sul ponte di Brogliano ieri è stato registrato il massimo storico dell’Agno a 2,73 metri: il record precedente era 2,14 metri“. A Recoaro sono stati superati i 200 millimetri di pioggia cumulati in giornata, con picchi di oltre 50 millimetri in un’ora. A Valdagno si sono toccati i 76 millimetri in due ore, con 160 millimetri cumulati a fine giornata.
“I bacini di laminazione hanno fatto il loro mestiere- chiosa l’assessore- se non ci fossero stati, quell’acqua oggi sarebbe in mezzo alle case. Quando li apriamo vuol dire che evitiamo un’alluvione”.
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