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Libia, Conte: “C’è il rischio concreto di una crisi umanitaria. No a scorciatoie militari”

Il premier riferisce in Senato: "Il protrarsi del conflitto potrebbe degenerare in una vera e propria guerra civile, non c'è tempo da perdere". E assicura: "Rimarremo a fianco del popolo libico"

Pubblicato:18-04-2019 18:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:22

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ROMA – “Il rischio di crisi umanitaria è ben concreto“. Lo dice il presidente del consiglio Giuseppe Conte intervenendo in Senato. “La situazione di caos e violenza – aggiunge Conte a proposito della crisi libica – accresce fortemente anche il rischio di una recrudescenza del fenomeno terroristico, del resto ancora ben presente in Libia, come confermato dell’attentato compiuto il 9 aprile da Daesh a Fuqaha (Al Jufra) e come dimostrato dall’infiltrazione di elementi jahidisti tra le fila di milizie e gruppi combattenti”.

“Il contrasto al terrorismo e al flusso di foreign fighters, anche in ragione delle evoluzioni nel quadrante del Siraq- prosegue il premier-, rimane dunque una delle sfide principali con cui il Paese e l’intera Comunità internazionale devono responsabilmente confrontarsi. Per quanto riguarda le possibili conseguenze sui flussi migratori verso l’Italia o altro territorio dell’Ue, al momento – al di là delle cifre circolate nei giorni scorsi, anche a fini propagandistici – dalle informazioni in nostro possesso non emerge allo stato un quadro di imminente pericolo“.


“Non c’è tempo da perdere”

Conte spiega che “su tutto questo complesso quadro di sicurezza manteniamo naturalmente alta l’attenzione, anche attraverso la nostra sede diplomatica e i servizi di intelligence. È però evidente che in una situazione di tale fragilità non ci sia tempo da perdere: il protrarsi del conflitto – che potrebbe degenerare in una vera e propria guerra civile – va scongiurato rapidamente e con tutto l’impegno politico necessario”.

“ESCALATION MILITARE, 18MILA SFOLLATI CENTINAIA MORTI E FERITI”

“Lo stallo sul terreno, in ragione della apparente parità delle forze in campo, ha dunque inevitabilmente determinato un’evidente escalation militare, con un crescente uso di armamenti più potenti e di artiglieria pesante e un ricorso sempre più frequente dell’aviazione da entrambe le parti”, dice ancora Conte.

“Ad oggi- aggiunge Conte- gli scontri hanno spinto circa 18.000 persone ad abbandonare le proprie abitazioni e gli sfollati interni sarebbero ancora in rapido aumento. La stima delle vittime e dei feriti, al momento alcune centinaia, è tuttora incerta, stante la difficoltà di conciliare le informazioni ufficiali con quelle ricevute dal terreno”.

“NO A SCORCIATOIE MILITARI, ILLUSORIO IMPORRE RAGIONI DI UN PAESE”

“Non ci sono interessi economici o geopolitici che possano giustificare scorciatoie militari ed in ultima analisi il rischio di una nuova guerra civile in Libia. Come purtroppo i fatti stanno dimostrando, la violenza genera violenza e non serve né gli interessi della popolazione – che già risulta colpita e/o sfollata – né quelli della comunità internazionale, né certamente quelli dell’Italia”, dice ancora Conte. “È illusorio e pericoloso- aggiunge- perseguire una soluzione che punti ad imporre con la forza le ragioni di alcune fazioni – paesi nei confronti di altri”.

“RIMARREMO AL FIANCO DEL POPOLO LIBICO”

Oltre ad una “intensa attività politico-diplomatica, e nonostante la gravità degli scontri in corso, l’Italia continua ad essere presente sul terreno: la nostra Ambasciata a Tripoli ad oggi è pienamente operativa; il personale militare italiano presente in Libia, prevalentemente concentrato a sostegno delle attività dell’ospedale di Misurata e della Guardia Costiera libica, non è stato evacuato”, afferma Conte nell’aula del Senato.

“A tutti loro vanno il nostro plauso e la nostra ammirazione per l’impegno e la dedizione con cui assolvono il proprio compito- aggiunge Conte – anche in condizioni di oggettiva criticità. Monitoriamo costantemente le condizioni di sicurezza, ma finché queste ultime lo consentiranno, intendiamo rimanere al fianco del popolo libico e continuare a lavorare in prima linea per assicurare una transizione sostenibile, forti del nostro approccio improntato al massimo rispetto per la popolazione libica e, direi, forti di un senso di responsabilità che si acuisce di ora in ora, perché ci deriva dal fatto – direi oggettivo – che siamo tra i pochi Paesi stranieri che hanno una credibilità che ci pone in condizione di interloquire con tutti gli attori libici”.

“SU CORRIDOI UMANITARI DA ITALIA MIGLIOR VOLTO DELL’EUROPA”

“L’Italia ha recentemente aderito alla richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la fornitura a scopi umanitari di kit sanitari in Libia. La fornitura consentirà all’Organizzazione Mondiale della Sanità di proseguire il programma di distribuzione di medicinali e di poter disporre di attrezzature medico-sanitarie per le prestazioni mediche in loco”, dice ancora Conte riferendo sulla crisi libica.

“La fornitura sarà disposta dal deposito umanitario di Brindisi e consegnata, tramite l’Ambasciata a Tripoli, al Ministero della Salute libico. Abbiamo inoltre già dato- aggiunge Conte- la nostra disponibilità ad entrambe le parti per assicurare l’assistenza sanitaria italiana per la cura dei feriti provenienti da entrambi gli schieramenti a causa degli scontri delle ultime settimane. Sui corridoi umanitari nella regione il nostro Paese, dai tempi della Primavera Araba ad oggi, ha mostrato – mi sia consentita questa espressione – il miglior volto dell’Europa”.





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