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VIDEO | Gli appelli della mamma coraggio Catia Villirillo a Salvini e Mattarella

Nel 2018 suo figlio Giuseppe venne ucciso davanti ai suoi occhi, in un centro antiviolenza di Crotone

Pubblicato:18-04-2019 12:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:22
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ROMA  – Due appelli: uno al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’altro al ministro dell’Interno Matteo Salvini.  Caterina Villirillo, la mamma coraggio di Giuseppe, ucciso nel 2018 a Crotone, li ha inviati alla redazione dell’agenzia Dire per chiedere un segnale di vicinanza da parte delle istituzioni.

“Signor Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sono la mamma di Giuseppe Parretta, ucciso il 13 gennaio 2018. Mio figlio è stato ucciso in un centro antiviolenza: Libere Donne di Crotone. Ho messo le mani dappertutto, ho seguito casi di cosche mafiose, prostituzione e sono stata colpita per aver seguito lo Stato. Uccidere mio figlio davanti ai miei occhi è stato peggio che se avessero ucciso me. Dove sono le istituzioni che mi avrebbero dovuto sostenere? Non ho avuto telecamere né prima dell’omicidio, e le avevo chieste, né dopo”.


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“Ero venuto a fare una strage, ti è andata bene, ha detto il Gerace- racconta Caterina Villirillo nel suo appello- mentre piombava nella sede di Libere Donne. “Perchè nessuno pensa alle famiglie dei sopravvissuti?” è la domanda con cui questa mamma coraggio conclude il suo appello. E’ in corso il processo a Salvatore Gerace pregiudicato con tanti precedenti alle spalle che davanti agli occhi di Catia Villirillo, dei suoi figli e della giovane fidanzata ha, secondo le testimonianze rese in aula, freddato Giuseppe a colpi di pistola.

IL VIDEO APPELLO A SALVINI 

“Sono la mamma di Giuseppe Parretta, ucciso il 13 gennaio 2018 nel centro antiviolenza Libere Donne di Crotone di cui sono presidente. Chiedo la sua vicinanza e quella dello Stato. Non l’ho vista venire a Crotone, non ho avuto messaggi nemmeno dalle istituzioni regionali, solo passerelle”. E’ l’appello che Caterina Villirillo ha inviato alla redazione dell’agenzia Dire per chiedere “un abbraccio”, un segnale al ministro degli Interni, Matteo Salvini, un aiuto per gli altri suoi due figli sopravvissuti, testimoni come lei dell’uccisione del giovane Giuseppe “a credere ancora nella legalità” perché “vivere per la legalità non è sbagliato” ed è questo il messaggio che questa mamma coraggio vuole resti nonostante “quello che non doveva succedere”, “un dolore che non passa mai”.

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