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Satira politica ai tempi di Twitter

Luna Moltedo per www.ytali.com

Pubblicato:18-04-2018 17:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47

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Luna Moltedo per www.ytali.com
In una grande e immaginaria campagna elettorale tra fake, pagine Facebook, parodie social, la destra perderebbe impietosamente, scarso anche il risultato del Movimento Cinque Stelle, nonostante la sua operatività in rete. Molto attiva risulta la sinistra, che vanta il maggior numero di profili fake. Oggi è la “democrazia” della rete che determina l’insuccesso o il successo della parodia, così capita che i più seguiti siano gli esponenti della sinistra, da Paolo Molto Gentili a D’Alema er Massimo a RenzoMattei, passando per Gianni Kuperlo e Profeta Fassino. Tutto questo è raccontato nel libro di Sara Dellabella e Romana Ranucci, due giornaliste autrici di “Fake Republic. La satira ai tempi di Twitter” (edizione Ponte Sisto). Ytali. ne parla con una delle autrici del libro, Sara Dellabella.

Come nasce l’idea di “Fake Republic”?
Ci siamo trovate spesso a commentare i fake account di twitter un po’ per ridere ma anche parlando di politica tra di noi. E da lì è nata l’idea di scrivere un libro, una riflessione anche su come sono cambiati i linguaggi e i messaggi della comunicazione politica.
Abbiamo cercato di analizzare, partendo dalla satira, il nuovo linguaggio politico e di come stia diventando più popolare anche Twitter.

A oggi quanti sono i fake e in che anno sono nati? Ricordo molto tempo fa il fake Gianni Kuperlo che ebbe molto successo…
Sono esplosi nel 2013 e, all’inizio, hanno generato anche molta confusione negli utenti. Ad esempio il fake “Gianni Kuperlo” è nato prima di quello vero del deputato del Pd che è stato costretto a rincorrerlo aprendo un suo nuovo account.
All’inizio i fake hanno generato confusione tanto che molti giornalisti si sono anche confusi riprendendo battute dei profili fake al posto di quelli autentici.
Numericamente non so quanti siano esattamente i fake profile. Stanno aumentando, ultimamente.

È un fenomeno italiano o vi risulta che anche all’estero ci siano profili fake dei politici, avete fatto una ricerca in merito?
È un fenomeno italiano. Per adesso. Almeno a noi risulta così. Tra l’altro, rispetto all’inizio, è anche molto popolare. Prima era destinato solo agli utenti Twitter che non sono molti al di fuori del mondo politico e giornalistico. Invece adesso è diventata una satira nazional popolare.


Qual è il fake profile più gettonato al momento?
“Renzo Mattei” è quello più gettonato, è il più famoso. “IoSonoFico” che è iniziato quando il presidente della Camera, Roberto Fico, ha preso l’autobus per andare in Parlamento.
La satira è legata al potere. Infatti i Cinque Stelle, che oggi sono molto più importanti, sono oggetto di satira. Il fake profile “Paola Tavernella”, ad esempio, è nato da poco e fa il verso a Paola Taverna. È una nuova forma di satira che ricalca gli schemi della vecchia satira con la differenza che non è fatta da professionisti.

Questi fake sono legati esclusivamente a Twitter o si trovano anche su Facebook?
Twitter ha i caratteri limitati e quindi si presta di più ai fake account. Però i fake ci sono anche su Facebook. Su Twitter il linguaggio è più tagliente e immediato quindi è più adatto alla satira.

Il vostro libro come è articolato, da dove siete partite?
Inizialmente abbiamo fatto una riflessione sulla satira. Su come è cambiato il linguaggio politico nel tempo. Il messaggio si è semplificato e i politici tendono sempre di più a fare delle operazioni pop per far arrivare i messaggi. E, questo aspetto, si presta molto alla satira.
In un secondo momento abbiamo intervistato gli autori dei fake account e contemporaneamente i politici presi di mira dalla satira come Gianni Cuperlo, Pippo Civati.
Abbiamo estrapolato i tweet più divertenti e significativi per riportarli nella narrazione del libro. Così anche chi non segue la politica, può capirli.
In una parte abbiamo inserito anche una riflessione della docente Giovanna Cosenza che è una studiosa di storia dei linguaggi. Con lei abbiamo analizzato il linguaggio populista che sta prendendo piede. È sempre più diffuso.
Infine c’è un capitolo dedicato a Osho e alla satira su “Spelacchio” (soprannome dell’albero di Natale di Roma ndr) che alla fine è diventato un caso legato molto alla politica, lo scorso dicembre. Ci siamo rese conto che il fake account di un albero di Natale era arrivato a tutti, era nazional popolare.

I Cinque Stelle come interagiscono con i fake?
Non bene. Ad esempio mi risulta che Virginia Raggi abbia querelato il suo fake. Per dire …

Ci sono fake profile di politici della Lega e di Forza Italia?
No, non ci sono fake di politici della Lega. Per quanto riguarda Forza Italia forse, come ci hanno suggerito, Silvio Berlusconi è già un comico lui stesso e dunque non ci sono profili fake. Nel libro abbiamo intervistato Giorgia Meloni perché spesso interagisce con Osho su Twitter.

Penso che il fake, spesso, dal punto di vista della comunicazione, possa aiutare molto in senso positivo anche la persona oggetto di satira. Non credi?
Sì, hai ragione, condivido. Gli autori dei fake sono molto bravi a fare “un’operazione empatia”. Arrivano dove il politico reale spesso non arriva. Inoltre, quando vieni imitato, un po’ vieni anche consacrato nel tuo potere perché ti è riconosciuto un ruolo. Infatti spesso i politici di professione interagiscono con i fake su Twitter.

Pensi che ci sarà un’escalation dei fake profile oppure si sta già muovendo qualcosa di nuovo?
Aumenterà il fenomeno nel momento in cui si formerà il governo e ci saranno dei ruoli precisi dei politici.

 

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