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Siria, Massolo (Ispi): “Per capire non bastano immagini ed emozioni”

"Bisogna fare molta attenzione al modo in cui si usano le immagini nei contesti di guerre e conflitti. Non si può e non si devono muovere le opinioni solo sulla base delle immagini"

Pubblicato:18-04-2018 13:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47

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ROMA – “Bisogna fare molta attenzione al modo in cui si usano le immagini nei contesti di guerre e conflitti. Non si può e non si devono muovere le opinioni solo sulla base delle immagini, poiché naturalmente suscitano moti – spesso giustificati – di irritazione, compassione o partecipazione. Ma, così come queste emozioni arrivano tutte d’un colpo, così  altrettanto rapidamente rischiano di andarsene, se non si promuove ben altra consapevolezza basata sui fatti e sull’illustrazione dei problemi che sottostanno alle immagini”. Ne è convinto Giampiero Massolo, presidente Fincantieri Spa e dell’Istituto di studi di politica internazionale (Ispi).

Intervistato dall’Agenzia DIRE sul tema della strumentalizzazione delle immagini attraverso internet e i social network – di cui un esempio è l’attuale conflitto in Siria – Massolo, ex direttore del Dis, aggiunge: “Le testimonianze fotografiche sono importanti, ma il diritto-dovere di fare informazione articolata e consapevole lo è altrettanto”.

D’altronde, conclude il presidente dell’Ispi, nell’epoca attuale “la tecnologia offre possibilità illimitate, anche a chi non ha paura di compiere reati o di fare ogni genere di strumentalizzazione. Spetta ai regolatori evitarlo, vale a dire le autorità pubbliche, ma anche agli utenti, attraverso un uso responsabile delle immagini, evitando ad esempio di mettere le proprie vite in mostra in luoghi dove sono naturalmente molto esposte”.


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