Strage Bologna, al processo Cavallini cassata la ‘pista palestinese’
4 aprile 2018
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BOLOGNA – Ci sarà una nuova perizia chimico-esplosivistica sulla bomba che il 2 agosto 1980 provocò 85 morti e 200 feriti alla stazione ferroviaria di Bologna. L’ha disposta il giudice Michele Leoni, che presiede il collegio della Corte d’Assise di Bologna, dove si sta celebrando il processo a carico dell’ex Nar Gilberto Cavallini per concorso nella strage.
Ad eseguirla, tramite “una rilettura degli atti e metodiche sperimentali”, sarà l’esperto di esplosivi Danilo Coppe. La decisione, spiega Leoni, è stata presa perché “nella sentenza sulla strage della Corte d’Assise d’appello del 1994 si sollevano pesanti dubbi sulla composizione dell’esplosivo“, in base alla quale si potrebbe risalire alla sua provenienza. C’è poi da chiarire, secondo il giudice, se la bomba fu innescata da un temporizzatore chimico, ad esempio una miccia, o da un timer elettrico. Questo perché un temporizzatore non avrebbe fornito all’attentatore un tempo certo entro il quale allontanarsi, esponendolo al rischio di restare ferito a causa dell’esplosione, a differenza di quanto sarebbe avvenuto innescando l’esplosivo con un timer.
L’incarico sarà conferito nella prossima udienza, che non si terrà il 2 maggio a causa di uno sciopero dei penalisti, ma alle 10 del 9 maggio.
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