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M5s contro Benigni: “E’ peggio di Berlusconi”

Il tema della gestione di Cinecittà Studios affrontato dalla trasmissione 'Report' di Rai 3 fa ribollire il M5s

Pubblicato:18-04-2017 08:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:07

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ROMA – Il tema della gestione di Cinecittà Studios affrontato dalla trasmissione ‘Report’ di Rai 3 fa ribollire il M5s.

“Ma avete visto ‘Report’? Capite perché i ‘potenti’ del Paese fanno la guerra a questa trasmissione? In pratica anni fa lo Stato vende ai privati Cinecittà Studios. I privati l’avrebbero dovuta rilanciare. E invece l’hanno affossata. E, secondo ‘Report’, l’hanno affossata anche per essersi presi alcuni debiti degli studi ‘Papigno’, quelli di Roberto Benigni e di sua moglie Nicoletta Braschi”, scrive su facebook Alessandro Di Battista, deputato M5s.

Oggi, aggiunge, “Cinecittà Studios se la passa male (pare oltre 32 milioni di euro di debiti con il gruppo guidato da Abete, De Laurentiis e Della Valle che dovrebbe pagare anche affitti arretrati). Tra l’altro quanti sono i film finanziati da fondi statali o europei che neppure sono stati realizzati? Comunque che succede adesso? Che sempre lo Stato – quindi NOI – si sta ricomprando Cinecittà. E a che prezzo?“.


Per Di Battista “sono sempre loro, Abete, Benigni, il Pd della riforma costituzionale ‘stranamente’ sostenuta dal premio oscar toscano. Quanti soldi ci rimettiamo tutti noi? E a che pro? Il cinema italiano è stato rilanciato o vengono ‘rilanciati’ sempre i soliti noti? Per rilanciare il cinema è necessario sbattere fuori la politica, a cominciare dal Pd, quella ‘peste rossa’ che ha distrutto tutto quel che ha toccato. E solo grazie al Popolo italiano non è riuscita a distruggere la Costituzione”.

RUOCCO (M5S) CONTRO BENIGNI: PEGGIO DI BERLUSCONI

“Nel giugno del 2011, Roberto Benigni era tra i firmatari della petizione di Articolo21, a difesa della trasmissione ‘Report’ della Gabanelli. In essa si chiedeva che la trasmissione ‘…uno dei simboli del servizio pubblico…, non venisse cancellata dal palinsesto televisivo’. A quei tempi governava Berlusconi ed era politically correct fare il paladino dei più deboli”, scrive su facebook la deputata 5 stelle Carla Ruocco in un post dal titolo ‘Johnny Stecchino’. Anche lei, come il collega Alessandro Di Battista iattacca il comico e regista toscano.

“A detta del ‘Fatto Quotidiano’- prosegue-, ora che vengono toccati i suoi interessi personali, (‘Report’ racconta di uno sperpero di soldi pubblici), il comico toscano ha tentato di bloccare il servizio, dando incarico ai suoi legali di diffidare la messa in onda della trasmissione. Quando vengono toccati gli interessi personali, l’intellighenzia radical chic che si batteva contro il bavaglio della libera informazione, ricorre alla censura preventiva. Come, se non peggio, di Berlusconi“.

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