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Quattro navi militari della Russia avvistate nelle acque del Giappone

Con ogni probabilità trasportavano veicoli e unità di rinforzo per l'aggressione russa in Ucraina

Pubblicato:18-03-2022 10:49
Ultimo aggiornamento:18-03-2022 10:49
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ROMA – Quattro navi da sbarco di carri armati e forze anfibie della marina militare russa hanno attraversato lo stretto di Tsugaru, tra l’isola principale dell’arcipelago giapponese di Honshu e la prefettura più settentrionale di Hokkaido, a circa 70 chilometri a est-nordest di Shiriyazaki, nella prefettura di Aomori, e a circa 700 km a est della città russa di Vladivostok. Il fatto, che segue di pochi giorni ad un altro avvistamento di sei navi da guerra russe nello stetto di Soya, in acque giapponesi, risale a martedì scorso ma è stato reso noto in giornata dal ministero della difesa in un comunicato. Secondo le Forze di autodifesa (SDF), le navi russe, con almeno 10 veicoli militari sul ponte da sbarco, tra i quali carri armati Alligator, con ogni probabilità trasportavano veicoli e unità di rinforzo per l’aggressione russa in Ucraina.

GOVERNO CREA TASK FORCE PER ACCOGLIENZA RIFUGIATI

Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato in conferenza stampa la creazione di una apposita task force con lo scopo di coordinare il programma di accoglienza nel paese dei rifugiati in fuga dall’Ucraina a causa della guerra. “Accoglieremo con spirito di assistenza e solidarietà le persone in fuga dalla guerra e faremo del nostro meglio, grazie al coordinamento del nuovo gruppo di lavoro e alla disponibilità dei numerosi comuni che si sono fatti avanti, per garantire strutture di ospitalità ed istruzione per i bambini nelle scuole”, ha dichiarato il primo ministro. “L’invasione della Russia è un atto oltraggioso che sarà condannato dalla storia”, ha aggiunto Kishida nel suo intervento.

ESPERTI INVITANO A CAUTELA SU SANZIONI A RUSSIA PER ENERGIA

Diversamente dalla decisione presa da paesi come USA e Regno Unito che hanno adottato, tra le sanzioni imposte alla Russia per l’invasione dell’Ucraina, il blocco delle forniture energetiche e dei progetti comuni nel settore energia, il Giappone mantiene una posizione di prudenza a causa della sua forte dipendenza dalle importazioni. Il tasso di autosufficienza energetica del paese ad oggi è dell’11,2%, secondo i dati diffusi dall’Agenzia giapponese per le risorse naturali e l’energia, di cui la Russia rappresenta il 3,6% delle importazioni di petrolio greggio e l’8,8% di gas naturale liquefatto. “È irrealistico che il Giappone possa ritirarsi dai progetti Sakhalin 1 e 2 avviati con la Russia e dai quali sta già ottenendo greggio e gas dal 2006. Una tale decisione avrebbe un effetto molto dannoso sulla vita delle persone e sulle aziende coinvolte, nonché in generale sulla sicurezza energetica del paese”, ha dichiarato Hiroshi Hashimoto, a capo della divisione gas dell’Institute of Energy Economics.


Dello stesso avviso il ministro dell’Industria giapponese Koichi Hagiuda, che in conferenza stampa ha affermato: “Garantire un approvvigionamento energetico stabile è un interesse nazionale che deve essere protetto con il massimo impegno. Le relazioni tra Giappone e Russia sono peggiorate a causa della crisi Ucraina, ma se i due paesi continueranno la cooperazione energetica, potrebbe essere proprio questo un punto di partenza su cui ricostruire in futuro legami migliori”. 

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