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PALERMO – “A questa autorità giudiziaria non constano elementi che consentano di ipotizzare che gli eventi sui quali si sta indagando siano sintomatici di un pericolo nell’utilizzo del vaccino AstraZeneca, e neanche di alcuni lotti del medesimo, da parte della generalità dei soggetti nei cui confronti tale utilizzo è consentito”. Lo si legge in una nota diffusa dalla procura di Catania che aveva aperto una indagine sulla morte del poliziotto Davide Villa, deceduto 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino. La procura etnea, tuttavia, ha trasmesso per competenza il fascicolo ai colleghi di Messina dal momento che Villa era sposato con una giudice in servizio a Catania, coinvolta quindi nella vicenda come persona offesa. A conferma della “fermezza” di questa posizione, la procura di Catania ricorda che “la stragrande maggioranza dei magistrati e del personale di questo ufficio si sono recati a ricevere la somministrazione del vaccino AstraZeneca quando già si stava procedendo – ancora la nota – ad accertare le cause di alcuni eventi”.
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