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Inps, a dicembre 660.000 posti di lavoro persi in più del 2019

Nel 2020 si è registrato un dato positivo (+259.000) sui rapporti a tempo indeterminato, ma uno nettamente negativo (-919.000) per l’insieme delle restanti tipologie contrattuali

Pubblicato:18-03-2021 11:37
Ultimo aggiornamento:18-03-2021 12:12

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ROMA – Il risultato finale, a dicembre, attesta una perdita di posti di lavoro rispetto al medesimo momento dell’anno precedente pari a 660.000 unità. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps.

Questo, si legge, è l’esito di un risultato positivo per i rapporti a tempo indeterminato (+259.000, dato di nuovo in crescita a dicembre per effetto del consistente volume di trasformazioni) e di un risultato nettamente negativo (-919.000, dato di nuovo in peggioramento a dicembre) per l’insieme delle restanti tipologie contrattuali, tra le quali si distingue l’intensa contrazione dei rapporti di lavoro a termine (-493.000).

EFFETTO-COVID, CALO ASSUNZIONI DEL 31% NEL 2020

Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel corso del 2020 sono state 5.028.000, con una forte contrazione rispetto al 2019, -31%, determinata dagli effetti dell’emergenza legata alla pandemia da Covid. Lo comunica l’Inps. Tale contrazione, particolarmente negativa nel mese di aprile (-83%), si è progressivamente attenuata, in corrispondenza dell’allentamento delle misure restrittive nei mesi estivi scendendo sotto il 20% fino ad ottobre, per poi risalire contestualmente alla terza ondata della pandemia che ha richiesto l’adozione di nuove misure restrittive tanto che a novembre si è registrata una flessione del 25% e a dicembre (per quanto si tratti di dato provvisorio) del 42%.


Il calo ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine (intermittenti, somministrati, a tempo determinato). Dati gli effetti diffusi e trasversali, la flessione ha riguardato nei primi due trimestri le assunzioni per tutte le classi dimensionali e per tutte le tipologie orarie; nel terzo trimestre si rileva, rispetto al terzo trimestre 2019, una crescita delle assunzioni stagionali in tutte le classi dimensionali e in tutte le tipologie orarie (effetto del ritardo provocato dalle mancate assunzioni nel secondo trimestre) e delle assunzioni con contratto intermittente nelle piccole imprese; nel quarto trimestre la flessione risulta di nuovo generalizzata a tutte le classi dimensionali e tipologie orarie.

Inoltre, diminuiscono le trasformazioni da tempo determinato (-22%) e aumentano i rapporti di apprendistato confermati (+9%). Per effetto del blocco dei licenziamenti diminuiscono le cessazioni nel corso del 2020 (-20%).

DA APRILE 4,4 MILIARDI DI ORE DI CASSA INTEGRAZIONE AUTORIZZATE

Il numero totale di ore di cig per emergenza sanitaria autorizzate nel periodo 1° aprile 2020 – 28 febbraio 2021 è pari a 4.396,2 milioni, di cui 1.980,3 di cig ordinaria, 1.501,7 per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 914,2 di cig in deroga. Lo comunica l’Inps. Nel mese di febbraio 2021 sono state autorizzate 173,3 milioni di ore di integrazione salariale. Il 97% delle ore di cig ordinaria, deroga e fondi di solidarietà sono state autorizzate con causale “emergenza sanitaria Covid”.

Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a febbraio 2021 sono state 26,2 milioni, quasi interamente riferite all’emergenza sanitaria, con una variazione congiunturale pari a -55,2% rispetto al mese di gennaio, durante il quale erano state autorizzate 58,6 milioni di ore. A febbraio 2020 le ore autorizzate sono state 10,7 milioni.

Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria, il numero di ore autorizzate a febbraio 2021 è di 10,7 milioni, di cui 1,3 milioni per solidarietà (a febbraio 2020 sono state 10,6 milioni). Rispetto al mese di gennaio 2021 si registra una variazione congiunturale del -57,7%.

La cig in deroga è stata autorizzata a febbraio per 67,7 milioni di ore, -40,3% rispetto al precedente mese di gennaio, mentre nel mese di febbraio 2020 erano state autorizzate poco più di trecento ore.

Le ore autorizzate a febbraio nei fondi di solidarietà sono state 68,7 milioni, con un decremento del -19,6% rispetto a gennaio. A febbraio 2020 sono state circa 241mila.

I settori che assorbono il maggior numero di ore autorizzate per la cassa integrazione ordinaria sono, nell’ordine:
-“fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici”, con 4,0 milioni di ore;
-“fabbricazione di autoveicoli, rimorchi, semirimorchi e mezzi di trasporto, con 3,2 milioni;
-“costruzioni”, con 3,0 milioni;
-“metallurgico”, con 2,4 milioni; “industrie tessili e abbigliamento”, con 2,0 milioni.
Insieme, questi cinque settori assorbono il 64% delle autorizzazioni di febbraio.

Per la cassa integrazione in deroga, il settore con il maggior numero di ore autorizzate è il “commercio”, con 28,1 milioni di ore; seguono “alberghi e ristoranti” con 21,9 milioni e “attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese” con 6,2 milioni. I tre settori assorbono complessivamente l’83% delle ore autorizzate a febbraio.

Per i fondi di solidarietà, i settori con più ore autorizzate sono “alberghi e ristoranti” con 26,6 milioni di ore, “attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese” con 15,3 milioni di ore e “commercio” con 8,8 milioni di ore.

Per quanto riguarda la distribuzione regionale, la Campania è la regione con il maggior numero di ore autorizzate per cig ordinaria a febbraio, con 5,7 milioni, seguita da Lombardia (2,8 milioni) ed Emilia Romagna (2,2 milioni). Per la CIG in deroga, è la Lombardia quella con il maggior numero di ore autorizzate (15,5 milioni); seguono il Lazio con 8,5 milioni e il Piemonte con 6,8 milioni. Le ore autorizzate per i fondi di solidarietà si concentrano soprattutto in Lombardia (14,9 milioni), Lazio (12,8 milioni), Veneto (6,8 milioni) ed Emilia Romagna (5,0 milioni).

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