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Salvini: “No dati dei cellulari alla Cina, non svendiamo la sicurezza nazionale”

Il ministro dell'Interno risponde a una domanda sul memorandum economico di intesa tra Cina e governo italiano

Pubblicato:18-03-2019 08:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:14
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ROMA – “L’unica cosa sulla quale staremo attenti è la sicurezza nazionale, penso ad esempio ai telefonini dove passano tutti i dati, penso ai dati sensibili, da quelli sanitari a quelli anagrafici. Questa tematica, come anche l’energia, non può essere svenduta a potenze straniere”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Domenica Live da Barbara D’Urso, risponde a una domanda sul memorandum economico di intesa tra Cina e governo italiano.

“I dati degli italiani devono rimanere in Italia, essere controllati da istituzioni italiane. Non voglio che i dati del mio telefonino passino per Pechino. La sicurezza viene prima di tutti i ragionamenti economici che si possono fare”, sottolinea.

ACCORDO È CORNICE, MAI A LORO DATI DEGLI ITALIANI

“Questa settimana il Presidente del Consiglio e Di Maio firmeranno un memorandum, un protocollo di intenti, che è la cornice, come in un quadro, ma la differenza è poi cosa dipingi nel quadro. Questo come Lega stiamo valutando riga per riga, perché se ci sono investimenti utili alla nostra economia, se si aprono le porte del mercato cinese alle imprese italiane, all’export, al mobile, al tessile, al vino, all’agroalimentare, tutto quello che aiuta i nostri imprenditori va bene. L’unico vincolo che mettiamo riguarda la sicurezza nazionale, il controllo dei dati, dei telefoni, dei dati sanitari, dell’energia, non vorrei che domani qualcuno saltasse dall’altra parte del mondo e spegnesse l’interruttore per motivi di concorrenza o convenienza e non voglio che gli italiani dipendano da altri”. Cosi’ il ministro degli Interni e Vicepremier Matteo Salvini a RTL 102.5 durante “Non Stop News”. 


“Se poi i cinesi- aggiunge- vogliono investire in una parte di ferrovie o in un sistema di porti, per carità di Dio, l’importante è che il controllo rimanga saldamente in mani italiani. Però quando ci sono di mezzi i dati, la vita privata degli italiani e l’energia che ci permette di lavorare, su quello non daremo nessun via libera a occhi chiusi. Chiaro che sui telefonini passa tutto, le fatture, la spesa, il medico, l’avvocato, le discussioni familiari e di lavoro, quindi -a certi livelli – di sicurezza nazionale, il controllo di quelle reti voglio averle vicino casa”.

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