NEWS:

Referendum trivelle, Lacorazza: “Non si usi lo scudo dei lavoratori”

POTENZA - “Attenzione ad utilizzare lo scudo dei lavoratori per sostenere

Pubblicato:18-03-2016 16:47
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:25

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

piero_lacorazza_POTENZA – “Attenzione ad utilizzare lo scudo dei lavoratori per sostenere l’attività lobbistica delle compagnie petrolifere. Perché potremmo spiegare come le imprese in Basilicata operano con il 40 per cento di ribassi, i lavoratori hanno contratti a due mesi e anche coloro che sono stati formati secondo accordi e indicazioni delle compagne petrolifere non vengono assunti, come proprio in questi giorni hanno denunciati i sindacati”. Lo ha detto Piero Lacorazza, presidente del Consiglio regionale della Basilicata, capofila delle Regioni referendarie, nel corso della trasmissione radiofonica “La radio ne parla” andata in onda oggi su Radiouno.
E’ sbagliato ingenerare questi conflitti. E soprattutto non è vero – ha aggiunto Lacorazza – che l’affermazione del referendum farebbe perdere posti di lavoro, perché le concessioni in atto hanno una durata prevista e definita. E lo stesso richiamo all’indipendenza energetica è una bufala, l’Italia non sarà mai la Libia, l’Iraq o l’Algeria. La verità è che l’incertezza di imprese e lavoratori dipende da altre dinamiche e da altri soggetti, che sulla scena geopolitica internazionale giocano alla guerra del prezzo del petrolio. Il referendum è utile ed è giusto dare la parola ai cittadini”.
Se vincerà il si, come mi auguro, le attività petrolifere già in corso nelle acque territoriali – spiega Lacorazza – avranno una durata certa e non potranno essere prorogate. Sarà quindi un indubbio passo in avanti per tutelare il nostro mare. Ma sarà anche l’occasione per far ripartire la discussione sulla strategia energetica nazionale, perché investire nella green economy significa recuperare, stabilizzare ed aumentare i posti di lavoro persi in questo settore, posti di lavoro più stabili perché dipendono da noi e non da altre dinamiche. Una discussione che non può escludere le istituzioni di prossimità e i territori. Il referendum serve anche a questo, è una prova democratica e le istituzioni hanno il dovere di promuovere la partecipazione consapevole dei cittadini”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it