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Report del Consiglio grande e generale del 17 marzo – Seduta pomeridiana

SAN MARINO - I lavori consiliari odierni riprendono con l'approvazione del  Progetto di legge  che interviene sulla legge

Pubblicato:18-03-2016 10:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:24

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SAN MARINO – I lavori consiliari odierni riprendono con l’approvazione del  Progetto di legge  che interviene sulla legge elettorale e su quella relativa al referendum, presentato dal segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini. Il provvedimento viene licenziato a larga maggioranza, 42 sono infatti i voti a favore, 2 i contrari e un astensione.

Quindi si apre il Comma 12 dedicato ad un riferimento e a un dibattito sulla sanità e alla votazione dell’Odg presentato da Upr, Su e C10 “affinché il Congresso di Stato accerti il perdurare dei presupposti di nomina del Direttore Generale dell’Iss”. A riguardo, il segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, riferisce che  “il Congresso, all’unanimità, ha espresso fiducia al direttore generale”. Quindi, “in termini giuridici l’Odg non avrebbe più senso” e “dal punto di vista logico- suggerisce- andrebbe ritirato”. Marco Podeschi, Upr, replica che le forze proponenti non hanno intenzione di fare dietrofront:  “Riteniamo sensato l’Ordine del giorno per formalizzare gli intendimenti del Congresso di Stato sulla figura del Direttore generale- risponde-se verrà approvato, servirà un atto formale del governo”. Inizia così il dibattito consiliare in cui risultano 42  iscritti ad intervenire. I lavori si interrompono con la conclusione del riferimento del consigliere Francesca Michelotti di Su-LabDem e riprenderanno in seduta notturna.

Di seguito un estratto degli interventi della seduta pomeridiana odierna.


Comma 14. Progetto di legge “Modifiche alla Legge 31 gennaio 1996 n.6 “Legge elettorale” e successive modifiche ed alla Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 “Del referendum e dell’iniziativa legislativa popolare”/ Approvato con 42 voti a favore, 2 contrari e 1 astenuto.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Nell’articolo 4 abbiamo indicato il 35esimo giorno per la costituzione del comitato contrario. Viene a cadere sempre di domenica. Se non ci sono problemi, mettiamo 34, così cadiamo di lunedì. Rimetto la decisione al Consiglio”.

Dichiarazioni di voto

Roberto Ciavatta, Rete: “Ieri sera si era andati a votazione senza dichiarazioni di voto. Poi si è interrotta la convocazione anche se c’era tempo per votare. Erano le 11 e 52. Qualcuno nella maggioranza faceva il giro per chiedere i voti. Forse si sono accorti che non c’erano i 30 voti. Poi si è sciolta la seduta. Non ho capito cosa è successo. Credo si sia fatta una forzatura perché il tempo era fino alle 24. La votazione rischiava di non raggiungere i 30 voti”.

La Reggenza chiarisce che in chiusura della seduta notturna le dichiarazioni di voto non erano cominciate e si correva il rischio di andare oltre l’orario previsto.

Francesca Michelotti, Sinistra Unita – Labdem: “Siamo favorevoli. Il progetto di legge permetterà una semplificazione delle procedure. Resta un rammarico riguardo alle modalità di accesso ai seggi di chi ha difficoltà motorie, per un servizio diverso di quello previsto adesso. Penso a un seggio mobile che può recarsi nelle abitazioni”.

Enrico Carattoni, Psd: “Esprimo parere favorevole da parte della maggioranza. Il provvedimento migliora l’attività di tutti gli operatori. C’è un risparmio di costi. Si agevola l’accesso al voto a chi è momentaneamente in stato di degenza”.

Alessandro Mancini, Ps: “Il Partito socialista voterà favorevolmente. C’è uno snellimento della macchina elettorale. Importante il servizio per chi è impossibilitato a recarsi ai seggi”.

Giancarlo Venturini, Segretario di Stato agli Interni: “Rispondo a Michelotti. La disciplina di rilascio dei certificati viene rilasciata da medici abilitati. Abbiamo risolto la problematica degli anziani nelle case di riposo private. Se poi è possibile semplificare le procedure, vedremo, ma con le normative vigenti”.

Comma 12. Riferimento e dibattito in materia di sanità: a) Dibattito sulla organizzazione dei servizi sanitari, a seguito dell’approvazione dell’Ordine del Giorno in data 23 luglio 2015 sulle questioni riguardanti il personale medico dell’Istituto per la Sicurezza Sociale b) Riferimento del Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale sul settore socio-sanitario e successivo dibattito c) Votazione Ordine del Giorno presentato dai Gruppi Consiliari di Unione per la Repubblica, Sinistra Unita e Civico10 affinché il Congresso di Stato accerti il perdurare dei presupposti di nomina del Direttore Generale dell’I.S.S. di cui alla Delibera n.17 del 29 luglio 2014 e per un riferimento in merito entro il 31 marzo

Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “Parto da un documento dei medici del luglio 2015 in cui venivano evidenziate una serie di problematiche. C’è stato poi un dibattito in Consiglio, l’approvazione di un ordine del giorno preciso. Nel frattempo è nata una campagna mediatica forte attorno all’ospedale, i servizi e la loro riorganizzazione. Abbiamo una Sanità di qualità e un welfare molto forte, all’avanguardia. C’è stata un’operazione di trasparenza e legalità. Ho voluto seguire una linea di trasparenza e rendicontazione consegnando un report che sul sito del Consiglio oggi si può scaricare, all’attenzione dei consiglieri. Riproduce il mio impegno nella Sanità, nella previdenza. E’ un settore articolato e baricentrico per San Marino. Il funzionamento dell’Iss non dipende solo dalla Sanità. Ma dal bilancio, dalle politiche economiche del lavoro, dalle regole della Pa. Faccio un riferimento a nome del governo, non personale, dopo una discussione in Congresso sulla lettura politica emersa nella proposizione dell’Odg nelle sedute consiliari precedenti. L’Odg chiede al Congresso di Stato se la fiducia rispetto al Direttore generale è confermata. Riferisco che il Congresso, all’unanimità, ha espresso fiducia al direttore generale. In termini giuridici l’Odg non avrebbe più senso. Sarebbe però una lettura superficiale. L’Odg vuole aprire un dibattito politico che ha una connotazione chiara. Dal punto di vista logico, l’Odg forse andrebbe ritirato, sempre che non si tratti di un discorso politico verso il Segretario alla Sanità, ma non la direzione dell’Iss.
C’è l’obiettivo politico di mettere la sanità sammarinese in rete. Altrimenti non si ha sanità. Fino al 2015 San Marino non poteva vendere prestazioni ai cittadini italiani. Oggi è riconosciuto come fornitore con l’Emilia – Romagna, nelle prossime settimane con le Marche. Ho trovato una gestione disordinata rispetto al personale. Nella mia agenda il tema del fabbisogno, del piano organico del personale, è prioritario, così come il precariato. Il precariato è stato oggetto di un accordo fra governo e sindacati. I contratti di 3 e 5 anni hanno dato stabilità. Il fabbisogno sarà portato in Aula entro settimane, non mesi. Spending review: ci sono delle economie che si sono create. Un milione di mobilità passiva in meno, 500 mila euro di convenzioni in meno rispetto agli anni passati.
Sono emersi temi centrali, dalla direzione dei dirigenti e del collegio sindacale. L’Iss da 20 anni è stato sede di una gestione allegra, se non clientelare, del personale. Una gestione particolare delle economie. Dal 2012, con l’allegato Z che ha imposto una riduzione forte delle risorse in favore dell’Iss, si è aperta una fase di complessità. E’ evidente che lo Stato ha usato la liquidità dell’Iss. Nel 2011 si sono fatte scelte finanziarie confermate nel 2012. Si è fatto leva sugli stanziamenti dell’Iss, si è attinto ai fondi pensione, i problemi nascono da lontano”.

Marco Podeschi, Upr: “Manteniamo l’ordine del giorno. Chiede di verificare se il Congresso ha le motivazioni che l’hanno indotto a nominare il direttore generale dell’Iss. Non l’abbiamo esteso al Comitato esecutivo. Abbiamo indicato l’allenatore, non la squadra. L’audizione del Comitato esecutivo in commissione è stata richiesta dall’opposizione. E’ una prassi normale. L’Odg lo riteniamo sensato per formalizzare gli intendimenti del Congresso di Stato sulla figura del Direttore generale. Se l’Odg verrà approvato, servirà un atto formale del Congresso”.

Stefano Canti, Pdcs: “I lavori in Commissione consiliare sono risultati utili perché i riferimenti dei vertici Iss e del Collegio sindacale hanno fornito alla politica i dovuti chiarimenti sulle problematiche riguardanti l’Istituto. Un aspetto emerso chiaramente è il fatto che all’interno dell’Istituto si stanno rivedendo e riorganizzando molte cose, che se mal interpretate, possono portare ad un allarmismo generale. Per dimostrare l’efficienza del nostro sistema sanitario, vorrei riportare i dati citati dal Direttore Sanitario durante l’audizione. Nel nostro Istituto per la Sicurezza Sociale nell’arco del 2015 sono state effettuate: 135 mila visite specialistiche complessive,

79 mila visite in medicina di base; 16 mila accessi al pronto soccorso, per un totale complessivo di 230 mila visite in un anno. Le principali attività diagnostiche: 36 mila ecografie incluse quelle ginecologiche; 4 mila tac e altrettante risonanze magnetiche all’anno. Questi numeri dimostrano come il nostro Istituto per la Sicurezza Sociale sia un bene per la nostra comunità ma allo stesso tempo fragile se li dovessimo strumentalizzare. In un anno le segnalazioni effettuate dagli utenti sono state 70. Anche questo dato è utile per dimostrare la buona efficienza dei servizi e delle prestazioni offerte dal nostro Istituto, poiché il numero delle segnalazioni è molto basso rispetto all’elevato numero di prestazioni offerte. Di interventi in ambito sanitario, in questa legislatura, ne sono stati fatti tanti. Il Piano Sanitario 2015/2017 approvato a maggioranza dal Consiglio Grande e Generale lo scorso mese di Maggio, per esempio, credo abbia confermato la validità del nostro sistema. Altri provvedimenti a cui il Governo sta lavorando ed a cui credo sia possibile dare definitivamente una risposta concreta al problema pocanzi citato, sono le stabilizzazioni e il fabbisogno. Questi due provvedimenti riguarderanno l’intero personale sanitario e socio sanitario che, qualora approvati, potranno certamente garantire la stabilità ai rapporti lavorativi.

Io credo che i problemi dell’ISS debbano essere valutati in funzione dei progetti di riorganizzazione dei servizi. Il modello che ritengo più giusto alla nostra piccola realtà, credo sia quello già intrapreso ovvero quello di riorganizzare i settori per migliorare il servizio da offrire alla cittadinanza, riducendo allo stesso tempo i costi della mobilità passiva, senza ridurre i servizi. Personalmente ero tra quei Consiglieri che sull’Istituto aveva molti dubbi, ma dopo aver ascoltato i vertici dell’Iss posso dire che molti dubbi mi sono stati chiariti, altri invece, come ad esempio quelli relativi al reclutamento dei medici ed alla loro retribuzione mi sono rimasti, ma in definitiva sono soddisfatto dell’audizione. Detto questo confermo la mia personale fiducia nei confronti del Comitato Esecutivo”.

Paolo Crescentini, Partito Socialista: “Cosa vogliamo fare della nostra Sanità? Sono state scaricate le colpe sul passato. Si è parlato di clientelismo. Ma non è stato fatto solo nella Sanità, bensì in tutta la PA. Il Segretario di Stato dica cosa vuole fare della Sanità. Ci sono medici che se ne vanno. Una ventina. Altri si lamentano dei contratti in essere. Ma il governo non dà risposte certe. Non si fa molto per mantenere le eccellenze che abbiamo nell’ospedale e danno garanzie all’utenza. Sembra che qualcuno gode se c’è più confusione. Ma poi ci rimette la collettività. Oggi è difficile andare dal medico di condotta. La riorganizzazione del medico di base non ha portato i risultato che doveva portare. I cittadini non vogliono parlare con il call center, ma con il medico. Se devo parlare con il meccanico, non vado dal macellaio. A Montegiardino si cambia medico di condotta un giorno sì e l’altro no. Si deve creare un rapporto di fiducia fra medico e paziente. Il medico deve conoscere i suoi pazienti. Si è creata confusione, il paziente non sa da che parte rivolgersi. Ciò non va bene. La riorganizzazione sotto questo aspetto ha fallito. 64 milioni di euro, per 33mila abitanti, significa che ognuno grava per 2mila euro sull’istituto. Non mi sembra una cifra esorbitante. Anzi. E’ bassa rispetto alle medie europee”.

Mimma Zavoli, Civico 10:  “All’audizione si è arrivati a causa del grande allarme sociale provocato dall’avvento della riorganizzazione dei servizi, in particolare la medicina di base. Un altro allarme è relativo alla mancata certificazione del bilancio da parte dei sindaci revisori. C’è anche la gestione politica, che non è lineare. E non è adeguata. I dati che vengono fuori sono massicci, corposi. Uno riguarda, e mi ha allarmato, la questione della gestione degli appalti. Ci sono criticità. Forse interruzione di appalti di forniture importanti. La struttura dell’ospedale è obsoleta in molte parti. Con il tempi andrà messa a norma. Ciò comporterà un impegno di spesa al quale non ci si potrà sottrarre. Le criticità vissute dalla cittadinanza sono lì a testimoniare che qualcosa non funziona. Ci sono stati aggiustamenti rispetto al primo modello organizzativo della medicina di base. Ne prendiamo atto, c’è il tentativo di riconsiderare qualcosa sul quale ci si era incaponiti. C’è un turnover continuo dei medici nelle condotte”.

Elena Tonnini, Rete: “Sono diversi i problemi che ci troviamo di fronte: non abbiamo creato un sistema sanitario in grado di camminare con le proprie gambe. Mussoni ammette che la sanità è stata usata come bacino clientelare e di consensi, ma tutto questo da dove parte? Dalla gestione partitica dei vertici Iss e raggiunge le lotte intestine nei diversi reparti. Si parla di drenaggio delle risorse pubbliche, accentramento di potere in capo a 4 persone- il segretario e i membri del comitato esecutivo- mancanza di trasparenza: così la sanità fa gola a molti. La gestione di Mussoni è pura improvvisazione, una rincorsa ai problemi, la sua è una segreteria di Stato  debole che riconosce una gestione clientelare, ma non ha trovato il coraggio di smantellare interessi gli esistenti e i clientelismi interni all’ospedale, anzi lo ha alimentato perché il clientelismo è utile a tutti i partiti in modo trasversale. Il segretario parla di indagini in corso all’ospedale, ma occorre capire: chi le ha messe le persone oggi sotto indagine?

E Manzaroli e Caruso sono nel comitato esecutivo per il bene della sanità o per gli allora interessi di partito?

I partiti sono più concentrati a trovare consensi che a gestione eque. Si preferisce tenere sotto scatto i professionisti, il precariato è da vergogna, è un patto di sangue da rispettare per i partiti. O vogliamo parlare delle circolari interne da terrore, in cui si impone al personale di non parlare di quello che succede all’Iss, come fosse il fight club? In mezzo tutto questo c’è un bilancio che non regge, il problema di milioni di crediti esigibili che non si sa quanto siano esigibili, un bilancio falso, non reale rispetto la vera liquidità dell’Iss. Quello presentato è un Odg assolutamente necessario, ma nemmeno sufficiente, se dirigente e comitato esecutivo hanno lavorato male per mancanza degli indirizzi del segretario di Stato. Al lui chiediamo infine: di chi parla quando parla di strumentalizzazione politica?”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Chi fomenta il problema sanità? Il suo intervento, consigliere Tonnini, mi sembra la riprova di come si sia voluta creare una questione sanità più ampia di quella che è. Vorrei farle osservare alcuni punti del suo intervento che dimostrano come si voglia creare contrasto politico sulle spalle dei cittadini. Lei dice che i professionisti sono sotto scatto, il problema è opposto perché non abbiano medici e li dobbiamo prendere in Italia, e cosa votano? Ci ragioni prima di dire la falsità, o andiamo a far votare gli italiani o queste cose non sono vere. Lei dice che non abbiamo proposte per la sanità, ma io da lei non ho sentito una proposta. Noi abbiamo la proposta di dare la stabilizzazione ai medici, la riorganizzazione di medicina di base..dare certezze alle professionalità che lavorano in ospedale. In primis ai medici. E il contrasto con i medici si è creato qualche anno fa, con il referendum sulla libera professione. E’ ovvio che molti dei problemi detti ci sono. Uno dei prossimi referendum, quello che pone il tetto di 100 mila euro lordi- 75 mila netti- per i dipendenti della Pa, se dovesse passare, il 16 maggio ci troveremo una situazione di grossa difficoltà in ospedale Dobbiamo guardare avanti sui problemi che potranno ricadere sulla nostra sanità.

Il problema ‘medici’ è gravissimo, non abbiamo una classe medica sammarinese, dobbiamo mettere in campo politiche aggressive di formazione per il reclutamento di medici sammarinesi. Dobbiamo fare accordi con università nel giro di poco. Sul tema sanità dovremo fare fronte comune e non serve a nessuno creare un clima di tensione.

Marco Podeschi, Upr: “All’università mi hanno insegnato che quando si vuole la pace non si fa la guerra. Noi facciamo politica, non facciamo lotta. E parto da inizio legislatura, perché forse i giovani in Aula difettano di memoria. Non si litigava nel 2012 sulla sanità, diversamente dal passato. Il primo punto di contrasto c’è stato con la legge sulla libera professione, vi ricorderete cosa venne fuori in quel dibattito, quando il segretario la portò in Aula. Noi facemmo presente che non era il momento di fare quella legge in piena recessione economica. Avete voluto fare la legge comunque ed è venuto fuori il referendum che ha diviso il Paese. Poi esponemmo la nostra disponibilità per trovare una soluzione perché effettivamente i medici stavano andando via dall’Iss, ma ci si dimenticò di quel problema.

Altro pandemonio: il provvedimento dei giorni di malattia, noi proponemmo anche un Pdl per sistemare il caos pazzesco che avete fatto voi, non noi.

Poi si diceva che i professionisti a contratto andavano via dall’Iss, ma il segretario diceva che non era vero, invece poi è venuto fuori che era così. Non tutte le colpe sono del segretario, ma quale parte politica ha gestito questo settore dal 2008 in poi?  Poi voi parlate di divisioni, ma l’opposizione su altri aspetti è collaborativo, lo dimostra ieri il gradimento su direttore Bcsm. Io il problema sulla sanità faccio fatica a capirlo: ai cittadini dei comunicati stampa che dicono che va tutto bene non interessa niente. Servono i fatti. La gente guarda ai fatti, la riorganizzazione medicina di base è un flop clamoroso. Al di là dei comunicati, vorrei sapere segretario che idea di sanità ha”.

Massimo Cenci, Ns: “Parliamo di un argomento che si presta moto a strumentalizzazione e su cui oggi il nostro Paese è molto sensibile e che coinvolge prima di tutti i cittadini come utenti. In Commissione sono saltati dati che mi hanno colpito. C’è chi ha parlato di consumismo sanitario, quando ci hanno detto i numeri delle prestazioni fornite dal nostro istituto è un termine che ha dato la giusta espressione del fenomeno visto che ogni cittadino fa ogni anno 4 visite specialistiche, la maggior parte delle visite al pronto soccorso sono inutili perché hanno il codice biancoe ogni cittadino prende 10 ricette all’anno e fs 4 esami del sangue, tutte considerazioni che ci devono fare riflettere.  Anche nell’Iss noi paghiamo fortemente l’ultimo trentennio di ubriacatura vissuto dal Paese che ha portato disefficienze e diseconomie. Oggi è difficile intervenire su una questione così cristallizzata. Ben venga il mettere in ordine: quindi il fabbisogno, la fine del precariato, lavorare su meritocrazia e per una sanità non isolata”.

Andrea Zafferani, C10: “Sottolineare quello che non va all’Iss non significa delegittimare la sanità sammarinese, significa volerla migliorare. Rispetto l’audizione in commissione, il comitato esecutivo ha portato una serie di dati sicuramente interessanti che tendono ad attribuire i problemi a scelte del passato. Sulla riorganizzazione di medicina di base: ha creato un sacco di problemi, ha tolto delle possibilità ai pazienti, come quella di farsi visitare di sabato, ha allungato i tempi di attesa anche solo per fare ricette. Io vedo solo un peggioramento. L’analisi non mi ha soddisfatto e non dà la risposta centrale: la cittadinanza, rispetto 2 anni fa, ritiene che il servizio ‘sanità’ sia migliorato o peggiorato? Si faccia questa indagine in modo capillare, non attraverso l’Urp dell’ospedale, diamo risposta a questo quesito e recepiamo il feedback degli utenti.

I fabbisogno è un miraggio, la stabilizzazione rappresenta quasi una sanatoria, non guarda a merito e capacità dei professionisti, potrebbe essere visto come qualcosa di svilente, di concorsi non c’è neanche l’ombra, è assurdo che un medico abbia lo stesso contratto della Pa. Tutto dimostra il fallimento anche politico nella gestione Iss”.

Fabio Berardi, Pdcs: “L’attenzione mediatica ‘non gradita’ di questi mesi mi ha fatto capire che i colleghi che mi hanno preceduto hanno sollevato problematiche amministrative reali, ma così hanno finito per gettare ombre sulla sanità dei sammarinesi che io voglio sgombrare. Perché la sanità sammarinese è di grande eccellenza: mi riferisco a chirurgia, pronto soccorso, urologia, laboratorio analisi, tutta quella parte di diagnostica che serve a prevenire e salvare da malattie incurabili sta funzionando meglio che in altre realtà. La gastroscopia, poi endocrinologia…Ben vengano critiche e dibattiti se il fine è migliorare, ma ci tengo si rimetta in linea questa lettura e visione, se no rischiamo, al di là del segretario di turno, di gettare ombre ingenerose ai professionisti che stanno compiendo un lavoro egregio e stanno mantenendo alto il livello della nostra sanità.

Di questioni ce ne sono e dobbiamo dare merito al segretario che ha riconosciuto di aver fatto degli errori, nel fare riforme e cambiamenti di fondo, con nuovi modelli di gestione. Allora come correggerli? Ha già detto che le nuove procedure tamponano la problematica.  Le spese pregresse? Arrivano anche a gestioni precedenti anche alla mia. Nessuno è sottratto dallo sforzo di eliminare sprechi che in passato ci sono stati e tutti quanti devono cercare di riallinearsi. Il segretario si è ritrovato una contrazione consistente del budget, oggi siamo di fronte alla sfida di garantire e conservare la qualità che c’è nella sanità per il futuro”.

Marino Riccardi, Psd:“Vorrei ricordare quanto si è speso il Psd, non solo oggi, ma nel tempo per questa grande conquista che è l’Iss che ha dato la possibilità a tutti i cittadini di avere assistenza gratuita qualificata e un welfare dignitoso per un Paese civile. Le problematiche nell’Iss ci sono sempre state, è un settore molto difficile da gestire e sensibile, anche la politica ha riservato un’attenzione particolare. Anche io mi sono trovato in fila in farmacia, ma si trattava di aspettare qualche minuto. Anche io credo sanità non debba esser strumento di scontro. Medici: ci sono condizioni di lavoro che devono essere migliorate e sotto questo aspetto mi preoccupa molto il referendum su cui dovremo esprimerci rispetto al tetto dei 100 mila euro per i dipendenti pubblici. Dovremo andare, in caso di esito positivo, a decurtare lo stipendio dei dirigenti medici. Se vogliamo personalità qualificate dobbiamo aver la possibilità di spendere qualche decina di migliaia di euro in più. In merito all’Odg di alcune forze di opposizione, il rinvio sarebbe la cosa giusta da farsi perché si interverrebbe su una nomina fatta dal congresso di Stato. Affrontare questo argomento in modo così strumentale non credo dia alcun risultato”.

Augusto Michelotti, Su-LabDem: “Sono venuto a conoscenza, in commissione, di cose che non conoscevo. Qualcuno dice che ci sono strumentalizzazioni politiche, sciacallaggio, e che le accuse sono campate per aria. Faccio parte della minoranza. Svolgo il mio ruolo di critica e osservazione delle inadempienze da parte di chi gestisce il potere. Il mio dovere è rendere pubblici gli errori e portarli alla pubblica conoscenza. Non è compito mio trovare soluzioni ai problemi dell’ISS. Non ci sono medici sammarinesi che garantiscono determinate specialità, chi doveva dare gli indirizzi scolastici? Una mia amica è andata a lavorare a Bolzano perché non ha trovato un posto a San Marino. Parlo di libera professione. L’ISS fa parte della PA, dove c’è una regola che si chiama “incompatibilità”. Le altre categorie dicono, perché loro sì e noi no?
E’ vero le prestazioni sanitarie sono eccessive. C’è il problema della medicina difensiva: i medici che cercano di garantirsi una forma di sicurezza per non essere colti in fragrante sentendosi dire che non sono state adottate le cure migliori.  Sono state evidenziate, dal collegio sindacale, carenze a livello amministrativo nell’ISS. Non sono mai stati fatti corsi di aggiornamento adeguati. Gli uffici non dialogano fra di loro. Nell’ufficio appalti c’è una sola persona. Ce ne dovrebbero essere minimo 10. Se fossi il segretario di Stato andrei di persona a dargli una mano a questa persona che lavora da sola”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Ricordo di un funzionario di Fondiss che come titolo di studio, anzi esperienza lavorativa, aveva fatto la parrucchiera. Proveniva di una famiglia importante. Il problema della Sanità è l’assenza di politica. C’è stata una limitazione di fondi dati dallo Stato all’ISS. Ciò avrebbe richiesto un’indagine, una valutazione, sugli sprechi, sulla prospettiva, sul modello di Sanità che possiamo garantire oggi. In passato c’era liquidità per tenere in piedi dei carrozzoni. L’ISS è stata una PA in cui inserire, fino a oggi, persone che non avevano i titoli. Potevamo permettercelo. Ora il governo dovrebbe valutare in quali settori puntare, garantendo il principio dell’universalità. Poi dovrebbe individuare un direttore con delle professionalità adatte al progetto deciso per la Sanità. Ciò non viene fatto. Il tecnico ha meno soldi e cerca di tagliare. Noi non accettiamo che una categoria di lavoratori pubblici chieda di essere portata fuori dalla PA. E’ vero che l’ISS ha delle specificità. Nulla osterebbe all’ipotesi di garantire un 10% in più rispetto alle tariffe medie dei medici in Italia. La volontà di uscire dal contratto non la capisco, se non con la possibilità di fare la libera professione. Lo Stato deve garantire l’universalità della tutela. Non l’universalità dei servizi offerti a San Marino. Dobbiamo fare accordi con le ASL e coprire così l’universalità”.

Roberto Venturini, Pdcs: “Gli articoli apparsi su certi organi di stampa devono fare riflettere. Sembra che la Sanità sia allo sbando. Chi fa queste dichiarazioni è in malafede e non fa il bene dell’istituto. Le complicanze non sono casi di malasanità. La nostra Sanità funziona, i dati statistici ci fanno vedere che i numeri sono elevati, su indagini diagnostiche di ecografia, radiografia, con medie più alte rispetto agli altri Paesi. Vuol dire che siamo abituati bene, i cittadini non possono che essere contenti. La sfida per il futuro è mantenere la qualità a fronte della diminuzione delle risorse economiche. Una Sanità di qualità la fanno i professionisti medici. La fuga dei medici riguarda anche i professionisti sammarinesi. Con i sammarinesi non riusciamo a rimpiazzare nemmeno quelli che andranno via in futuro. Quaranta medici sammarinesi andranno in pensione, di iscritti a Medicina e laureati ce ne sono una ventina. Attenzione, al prossimo referendum. Sul tetto stipendi a 100mila euro lordi, 70 netti, andremo a colpire diverse professionalità mediche”.

Vladimiro Selva, Psd: “Bisognerà capire dove sono stati fatti degli errori e si può intervenire per mettere riparo. Il direttore generale non è l’unico ad avere responsabilità, positive e negative. Ha fatto degli errori, forse per la non conoscenza della realtà sammarinese. Non può essere tutto addebitato al direttore generale. Il sistema informatico è una scelta fatta prima dell’arrivo della dottoressa Caruso. Sulla riorganizzazione della medicina di base si stanno mettendo in campo azioni correttive. Qualità e autonomia in ambito sanitario in un Paese di 30mila abitanti non possono coesistere. Ben vengano gli accordi con la regione Marche. Ci dobbiamo accreditare. Abbiamo approvato un piano sanitario pochi mesi fa. Su quello il comitato esecutivo va valutato. Sulla capacità di raggiungere gli obiettivi. Se i risultati non sono soddisfacenti, si potrà valutare delle sostituzioni, se necessarie”.

Matteo Zeppa, Rete: “Questo dibattito nasce perché ci sono delle difficoltà in questo settore. E di conseguenza verso l’utenza. E’ indecoroso proporre di ritirare un ordine del giorno. Il Congresso di Stato pare essere un alieno che ha la saccenza nelle proprie menti e non vede l’evidenza. Parliamo di un dirigente che ha vietato ad alcuni esponenti dei medici di parlare in serate pubbliche.Mussoni ha dato la colpa ai segretari precedenti. Un segretario precedente ha dato la colpa a un altro segretario precedente. Si va indietro fino a Garibaldi. Si cerca di dare la colpa a tutti. Alla popolazione che fa richieste inusuali. Il collegio dei sindaci ha rilevato evidenti negatività. I prepensionamenti hanno creato la famosa coperta corta. Voi nel 2012 avete fatto lo spending-team. Ha individuato aree critiche in cui intervenire senza togliere l’universalità delle prestazioni all’utenza. Sembra che tutto sia risolvibile col pagamento di più stipendi. Ma prima occorre eliminare gli sprechi”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Intervengo con uno stato d’animo particolare in questa occasione, non ho particolarmente apprezzato il riferimento del segretario alla Sanità. Vorrei concentrarmi su alcuni argomenti soltanto, visto che la materia è molto ampia e richiederebbe tempi più lunghi. Prima di tutto non ho molto apprezzato il riferimento del segretario di Stato perchè allineato all’impostazione data da direttore generale Iss, contestando tutto quanto è stato fatto dai predecessori. Non credo che questo sia approccio il più adatto, devo dare ragione a Zeppa quando dice che le responsabilità ce le dobbiamo assumere. Vorrei soffermarmi sulla perdita di figure professionali di alta qualità. Il reperimento ha avuto negli ultimi tempi esito insoddisfacente. Nella legislatura 2006-20008 è stata raddrizzata una situazione gravissima in alcuni reparti per i pazienti, chi ricorda quel periodo e le sostituzioni fatte in alcuni reparti, ricorderà alcuni concittadini che hanno subito le conseguenze di una inadeguatezza che, se è nell’ambito della Pa non è accettabile, ma se è in quello della sanità diventa drammatica. Nella legislatura scorsa, quando sono stati fatti interventi di spending review, sono stati fatti distinguo. Il segretario agli Interni non ha preteso di trattare in modo identico situazioni diverse, negli interventi abbiamo distinto tra professioni amministrative e quelle sanitarie. Cosa che in questa legislatura non è avvenuta e ciò non è interamente attribuibile al segretario per la  Sanità che ha provato a pretendere un’attenzione diversa, in ragione di conseguenze che si potevano prevedere. Ma altri componenti del congresso di Stato non hanno tenuto ciò  in considerazione, così si è proceduto alla decurtazione del 10% delle indennità in modo indifferenziato ed è iniziata la logica di non fare i distinguo. Il principio di imparzialità di chi lavora nella Pa non deve essere letto in termini formali, ma sostanziali, gli interventi devono essere differenti perché ci sia parità. La politica ha preoccupazione di prendere decisioni verso la popolazione in modo da accontentare ‘di pancia’, senza ragionare su quello che è meglio fare per il Paese e, in questo caso, per la tenuta del sistema sanitario. Ho sempre pensato ci debba essere distinzione tra un amministrativo e un chirurgo o un ortopedico in termini non solo di retribuzioni, ma di normative. Invece mi sembra che questa oculatezza e lungimiranza non sia stata del tutto recepita ed esercitata. Comincio dagli atti del governo: per risolvere il problema della fuga dei medici- che è diventato endemico- abbiamo stabilizzato il rapporto di lavoro a tutti. E’ così che si creano discriminazioni. Questo comportamento governo è paragonabile all’atteggiamento dell’opposizione che pensa che tutti debbano avere lo stesso stipendio. Oggi Roberto Ciavatta ha corretto il tiro, ma ha introdotto altro, dice che si propone di togliere i medici dal rapporto di pubblico impiego, ma questo non è assolutamente vero. Il segretario alla Sanità ha detto che lo Stato ha attinto alla liquidità dell’Iss. Che liquidità? Non è mica una banca, i fondi pensioni non sono dell’Iss. Anche Selva ha detto che il sistema informativo adottato dipende dalla precedente gestione, non è così, andate a vedere le date, la scelta della società è di questa gestione.
Dobbiamo in generale stare attenti a non chiudere sistema sanitario su se stesso. I quesiti referendari sul tetto di retribuzione e sul polo del lusso sono in questa logica di chiusura di San Marino su se stesso e senza risorse”.

Francesca Michelotti, Su-LabDem: “In una cosa sono d’accordo con segretario di Stato, l’Iss è complessa. Nessuno ha detto che la nostra sanità è pessima, siamo al 5° posto per longevità e possiamo esserne fieri. Il punto è la sostenibilità di un sistema che è stato e deve continuare ad essere il sistema di protezione dei cittadini, nonostante situazioni di criticità, fatti passati gravi e inefficienze che permangono.

La sostenibilità è il punto del problema, bisogna razionalizzare la gestione perché non bastano politiche di contenimento della spesa. Ci sarà del buono tra quanto fatto,  ma molte delle iniziative assunte anche da comitato esecutivo e da direzione Iss non hanno suscitato alcuna reazione positiva, anzi hanno impedito e sovraffaticato la struttura e gli oneri a carico dei pazienti, c’è insoddisfazione negli assistiti, nei medici etc. C’è stata molta delusione e si è creato un clima di sfiducia. Per esempio, con il nuovo sistema informatico, ora in farmacia c’è sempre fila, da mesi. Poi si è avuta la sospensione dello screening per il tumore collo utero da maggio 2015 e abbiamo messo a repentaglio una eccellenza del sistema. Su questo, il direttore sanitario non doveva permettersi. Perché poi il bisogno di bugie? Avere la faccia tosta di dire che non erano stati sospesi?

Riorganizzazione medicina di base: non ho mai registrato un clima di conflittualità tra medici e infermieri come quello attuale. Stendiamo un velo pietoso sulle proposte migliorative”.

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