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A Draghi serve subito un vaccino, doppia dose di pazienza

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:18-02-2021 17:44
Ultimo aggiornamento:18-02-2021 17:49

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ROMA – Non sarà una passeggiata. Per una persona abituata a prendere decisioni in tempi rapidi, con una squadra pronta ad eseguire le indicazioni date, non è facile star lì, ore e ore seduto alla Camera dei deputati, a sentire decine e decine di politici che parlano di Sud che non può esser lasciato indietro, di quel che diceva il sommo Dante, fino alla deputata più giovane del M5S che accusa a muso duro: “Ora è arrivato lei con il compito di spendere i 209 miliardi di euro che il presidente Conte ha ottenuto dall’Europa. Volevo votare No ma voterò Sì, perché così ha deciso il Movimento, ma patti chiari e amicizia lunga, le farò le pulci su ogni provvedimento”. No, non sarà facile tenere a bada questa allegra brigata di mattacchioni, che si ritrovano costretti a stare vicini vicini, diversi e contrari nello stesso Governo, per… Salvare l’Italia. Che Dio ci assista, e soprattutto serve subito che qualcuno inoculi immediatamente il vaccino con doppia dose di pazienza al nuovo premier.

Nel M5S, che l’allegro e cupo Andrea Scanzi, giornalista del Fatto, a ripetizione chiama Movimento 5 Salme, si vivono ore drammatiche: presto saranno espulsi i 15 senatori che ieri hanno disobbedito votando No a Draghi, e forse se ne aggiungeranno altri 5-6; stasera si vedrà quanti saranno i No del M5S alla Camera, se ne aspettano una ventina ma qualcuno giura che saranno di più. Anche per loro espulsione. Ma non basterà a placare gli animi, anzi, si metterà in moto un meccanismo che rischia di intralciare non poco il percorso del nuovo esecutivo.

Al momento si aspetta, a breve, che si completi la squadra governativa con la nomina di 40 tra Sottosegretari e Viceministri. Bisognerà far spazio ai nuovi entrati, Lega e Forza Italia, e questo significa che gli altri dovranno mollare i posti che avevano prima nel Conte 2. Altro travaglio nel M5S, dove di posti ne avevano tanti e adesso, se alla fine si ritroveranno con un peso parlamentare minore, vista l’espulsione di una cinquantina di loro, dovranno rinunciare a molte caselle. Nel Pd si vive come in quei film dove la scena è di calma piatta, ma la musica fa subito capire che presto accadrà qualcosa di brutto. Ricordate lo Squalo? Ecco, qualcosa di simile. E bisognerà vedere chi si salverà. Qualcuno tra i Dem la prende a ridere, fa spallucce: “Ma che volete da noi? Ora c’è Draghi, c’è il governo dei super eroi faranno tutto loro: non hai più il gas a casa? Arriva Draghi, si rompe la doccia? Arriva il ministro alle Infrastrutture… non parte la macchina dell’impresa? Ci pensa il ministro allo sviluppo Giorgetti”. Questa l’aria, si cerca di far finta di niente avendo ben chiaro che il quadro è cambiato, che da domani sarà tutto diverso per quanti volevano dirigere il coro e invece si troveranno a far la ‘voce bianca’ nell’orchestra del maestro Draghi. Per il segretario Nicola Zingaretti non sarà facile tenere la barra dritta, tutte le ‘correnti’ sono in movimento e pure le donne accusano i maschietti di farsi gli affarucci loro. Chissà, forse è proprio questo il tempo di osare, di lanciare nuove sfide: perché invece di puntare sempre a far da vice, le donne non propongono che nel nuovo Pd che nascerà da qui a un anno non ci sia una doppia leadership, uomo e donna? Sarebbe una rivoluzione, e finalmente si affronterebbero i problemi e si troverebbero le soluzioni con ottica completa e non sempre aggiungendo qualcosa di femminile. Chissà.


Intanto oggi l’ex campione del Pd, Matteo Renzi, ha pubblicamente gettato alle ortiche il credo di centro-sinistra, per sposare quello liberale. Con buona pace di quanti, dentro il Pd, stanno manovrando per creare le condizioni per farlo tornare. E per questi vale quanto diceva il nostro Stanislaw Jerzy Lec: “In certi paesi i cacciatori di teste non avrebbero un compito facile”.

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