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Verì: “In Abruzzo puntiamo a 70% copertura vaccinale, ma serve certezza dosi”

"Campagna procede, con rete Covid garantito a tutti un posto letto"

Pubblicato:18-02-2021 15:46
Ultimo aggiornamento:18-02-2021 15:46

Nicoletta Verì
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PESCARA – ‘Un programma ce lo possiamo fare solo quando abbiamo la certezza del numero delle dosi e della loro consegna’, ma comunque la campagna vaccinale, in base alle dosi e la tipologia dei vaccini che arrivano ‘procede regolarmente e senza alcun ritardo’. Sul fronte epidemiologico ‘l’età media dei decessi si è abbassata’ e i ricoveri aumentano, ma ‘siamo riusciti a dare un posto letto a tutti fino ad oggi, e continueremo a garantirlo, grazie alla Rete Covid elaborata che prevede una rimodulazione dei posti letto in base alle esigenze della Asl’. A fare il punto con l’agenzia di stampa Dire è l’assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, che sui vaccini agli ultra 80enni rassicura, nonostante le prenotazioni non vadano a gonfie vele: ‘Lavoriamo con i sindaci per sensibilizzarli e somministrarlo a quante più persone possibile’. E sabato, annuncia, a livello regionale si svolgerà una giornata di sensibilizzazione al vaccino rivolta soprattutto ai più giovani.

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– Assessore partiamo dall’affanno dei presidi ospedalieri a fronte di un trend di contagio che non sembra rallentare. Sono state individuate nuove strutture o comunque soluzioni per far fronte alla pressione che vivono soprattutto i presidi di Pescara e Chieti finiti già in zona rossa?

“Con una delibera di novembre, la 97, abbiamo programmato una rimodulazione dei posti letto in base al numero dei ricoverati nell’ambito nella nuova rete Covid. Ad aprile, nella prima fase della pandemia, abbiamo avuto su per giù gli stessi ricoveri di ora e non avevamo ancora allestito questi ulteriori posti letto. Se l’andamento dei contagi dovesse rimanere costante non dovremmo avere difficoltà, ma in caso di un ulteriore aumento agiremo secondo quanto previsto dalla delibera citata con cui si ordina, appunto, la predisposizione di una rimodulazione variabile a seconda delle specifiche esigenze organizzative delle Asl. So, ad esempio, che l’Azienda Sanitaria di Pescara sta pensando ad uno stop degli interventi chirurgici programmati. Ogni giorno mi confronto con il referente sanitario regionale per l’emergenza Covid, Alberto Albani, per distribuire i pazienti nei presidi così come previsto dalla rete Covid regionale”.

– Cosa pensa di un eventuale lockdown territoriale su cui positivamente si sono espressi sia il professor Giustino Parruti, direttore della Uoc Malattie Infettive di Pescara, che il direttore generale della Asl 2 Thomas Schael?

‘Mi affido alle valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico regionale, ma soprattutto alla valutazione di quello nazionale che esamina il nostro Rt. È chiaro che se dovesse superare l’1,25, domani avremo il dato aggiornato, vuol dire che c’è uno stato di allarme dovuto nella nostra regione in particolare alla variante inglese che sta colpendo soprattutto i giovani. Un elemento che valuteranno è proprio quello relativo ai posti letto e in Abruzzo sono tanti i ricoveri in terapia intensiva. Gli ultimi dati parlano di 614 ricoverati per Covid, e 63 proprio in terapia intensiva”.

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– Assessore lei ieri è intervenuta sulle critiche sollevate dalle opposizioni sul ritardo della campagna vaccinale ribadendo che, invece, la Regione è perfettamente in linea con l’attività. Ma c’è un Piano o meglio vi siete dati degli obiettivi e dei tempi specifici per raggiungerli?

“Come ho detto ieri siamo al 71% della somministrazione in rapporto alle dosi che ci sono state consegnate. Non siamo così indietro come dicono anche perché il 71% fa riferimento ad una percentuale che esclude quel 30% di scorte per il richiamo. Un programma ce lo possiamo fare solo quando abbiamo la certezza del numero delle dosi e della loro consegna. Il nostro obiettivo è arrivare a coprire il 70% della popolazione nei prossimi mesi. Con una media di 2.500 vaccini al giorno, con la certezza delle dosi, possiamo arrivare anche a 3mila e raggiungere l’obiettivo. Molti, leggo sui giornali, paragonano l’Abruzzo al Lazio dove ci sono 5 milioni di abitanti che, per lo più, sono residenti nell’area metropolitana. Mi permetta di dire che una cosa è vaccinare una popolazione ubicata nello stesso territorio, una cosa agire in un territorio orograficamente complesso. È per questo che stiamo andando nei piccoli Comuni dove, tra l’altro, vivono molti ultra 80enni”.

– A proposito della campagna di vaccinazione appena iniziata in tutte le Asl sugli ultra 80enni. L’adesione è stata molto più bassa di quanto ci si poteva aspettare sulla piattaforma per la manifestazione di interesse. Si intende fare qualcosa per intercettare quella parte della popolazione che non si è iscritta?

“Lavoriamo insieme ai sindaci per sensibilizzare la popolazione over 80 che non ha ancora aderito alla vaccinazione, così che possano farlo e anche per verificare le ragioni per cui non hanno, o non sono riusciti, a farlo tramite la piattaforma. Pensiamo anche ad una chiamata attiva così da poter vaccinare quanti più anziani possibile”.

– Restiamo in tema vaccini. Sia lei che il presidente della Regione Marsilio avete ieri affermato che l’impossibilità di chiudere la Fase 1 è stata dettata dalla scarsità dei vaccini ricevuti per cui nelle Rsa ci sono anziani che non lo hanno ricevuto e proprio nelle Rsa stanno esplodendo nuovi focolai. Come assessorato ha messo in campo azioni per fronteggiare la situazione?

“Appena emerge un focolaio mandiamo il servizio ispettivo. Quando il problema è particolarmente complesso chiediamo alle Asl di relazionare sull’accaduto. Il monitoraggio è costante”.

Ieri la consigliera regionale del M5s Sara Marcozzi ha pubblicato la lettera di una donna, invalida, che attende il vaccino insieme al figlio autistico e il marito anche lui invalido, in cui si lamenta l’assenza di comunicazione sull’iter da seguire. I cittadini, in sostanza, lamentano di non aver avuto nessun tipo di feedback. Qualcosa non ha funzionato?

“Su questo punto voglio fare chiarezza. Siamo stati tra i primi a livello nazionale ad usare la piattaforma per la manifestazione di interesse. Oggi il Governo si sveglia e dice esiste la piattaforma. I dati che noi raccogliamo, cioè le adesioni, li trasferiamo in sinergia con i Comuni, ma le priorità delle persone da vaccinare vengono stabilite da indirizzi ministeriali. Ad oggi il ministero ci ha detto che dobbiamo usare lo AstraZeneca, per il quale solo ieri è stato autorizzato l’utilizzo fino ai 65 anni”.

– Quindi è una questione di quantità, ma anche di tipologia di vaccini?

“Sì certo. E a proposito di vaccini vorrei anticipare che stiamo organizzando, per sabato, una giornata dedicata alla vaccinazione per sensibilizzare soprattutto i più giovani. Si svolgerà su tutto il territorio regionale e crediamo sia una bellissima e valida iniziativa”.

– La variante inglese sta colpendo molto i giovani anche in modo grave. Un appello a loro?

“Capisco che c’è questa esigenza di tornare alla normalità e che al problema sanitario si aggiunge quello economico. Condivido il modello che sta usando il nuovo Governo confrontandosi anche con noi assessori regionali. Ci deve essere una sinergia nelle scelte, non può essere fatta da una monade chiusa in una sua realtà. Questo confronto aiuterà a capire tante esigenze. Il primo obiettivo è sempre la salvaguardia della salute di ogni cittadino. I ragazzi devono capire che se prendono il Covid, i danni possono essere per loro, ma anche per le persone vicine. L’età media dei decessi si è abbassata. Ci sono delle regole: vanno rispettate”

– Il sistema sanitario regionale è quindi in grado di superare questo nuovo momento di emergenza?

“Come ho detto il sistema sanitario regionale è rimodulazione a seconda delle esigenze. Io mi fermo ad analizzare la situazione da ieri ad oggi. Ha funzionato e funziona. Abbiamo dato un posto letto a tutti e continueremo a farlo”

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